Per i media il Guatemala è un paese pacifico invece i fatti, seppure taciuti, parlano di un chiaro e sanguinoso conflitto civile.
Sono centocinquantotto le morti violente (132 uomini, 17 donne e due bambine a cui si deve aggiungere cinque sequestri e sette autisti di autobus uccisi durante il loro servizio) nelle prime due settimane di marzo, è un bilancio da guerra civile ma queste morti non fanno notizia!
Le cause di questa violenza sono da ricercare negli alti tassi di povertà, disoccupazione e la bassissima alfabetizzazione oltre a questi fattori si deve sommare anche il narcotraffico e delinquenza comune che sono aumentate vertiginosamente negli ultimi anni; il tutto mina la sicurezza del paese.
La Ong Gam, Gruppo di mutuo appoggio, "conta" i morti e cerca di stilare statistiche da analizzare per comprendere le cause e le responsabilità di tutta questa violenza. Nei rapporti della Gam si può notare come il governo sia immobile contro la criminalità che detta le regole ed insanguina il paese.
Il primo marzo è cambiato nuovamente il Ministro de Gobernación (In Italia sarebbe equiparata al Ministero degli Interni) da cui dipende la politica sulla sicurezza. L'attuale governo di Álvaro Colom, eletto nel gennaio 2008, ha sostituito per la quinta volta la guida di questo importante dicastero; l'alto numero dei ministri che si sono alternati fino ad oggi dimostra che le istituzioni sono deboli, non riescono ad affrontare i problemi del paese e non sono in grado di dare una risposta all'emergenza sociale che il Guatemala sta vivendo.
La debolezza del governo è tangibile ed un esempio importante sono le indagini che procedono a rilento e poco approfondite su un ex ministro del governo (ora latitante) e su due ex direttori della Pnc (che si trovano in carcere) per vari reati legati a tangenti e sembra anche al traffico di stupefacenti.
Se il Governo, la magistratura e la polizia non si impegneranno per riuscire a scoprire la verità il governo sarà sempre più debole e la malavita potrà continuare a dettare le proprie regole di violenza rendendo il Guatemala insicuro e in balia della delinquenza.
Sono centocinquantotto le morti violente (132 uomini, 17 donne e due bambine a cui si deve aggiungere cinque sequestri e sette autisti di autobus uccisi durante il loro servizio) nelle prime due settimane di marzo, è un bilancio da guerra civile ma queste morti non fanno notizia!
Le cause di questa violenza sono da ricercare negli alti tassi di povertà, disoccupazione e la bassissima alfabetizzazione oltre a questi fattori si deve sommare anche il narcotraffico e delinquenza comune che sono aumentate vertiginosamente negli ultimi anni; il tutto mina la sicurezza del paese.
La Ong Gam, Gruppo di mutuo appoggio, "conta" i morti e cerca di stilare statistiche da analizzare per comprendere le cause e le responsabilità di tutta questa violenza. Nei rapporti della Gam si può notare come il governo sia immobile contro la criminalità che detta le regole ed insanguina il paese.
Il primo marzo è cambiato nuovamente il Ministro de Gobernación (In Italia sarebbe equiparata al Ministero degli Interni) da cui dipende la politica sulla sicurezza. L'attuale governo di Álvaro Colom, eletto nel gennaio 2008, ha sostituito per la quinta volta la guida di questo importante dicastero; l'alto numero dei ministri che si sono alternati fino ad oggi dimostra che le istituzioni sono deboli, non riescono ad affrontare i problemi del paese e non sono in grado di dare una risposta all'emergenza sociale che il Guatemala sta vivendo.
La debolezza del governo è tangibile ed un esempio importante sono le indagini che procedono a rilento e poco approfondite su un ex ministro del governo (ora latitante) e su due ex direttori della Pnc (che si trovano in carcere) per vari reati legati a tangenti e sembra anche al traffico di stupefacenti.
Se il Governo, la magistratura e la polizia non si impegneranno per riuscire a scoprire la verità il governo sarà sempre più debole e la malavita potrà continuare a dettare le proprie regole di violenza rendendo il Guatemala insicuro e in balia della delinquenza.
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