Texaco, poi divenuta Chevron, presentò tra il 1991 ed il 1993 ai tribunali ecuadoriani sette cause contro la compagnia petrolifera Petroecuador. Le contese erano incentrate sulla risoluzione dei contratti commerciali tra Chevron e Petroecuador; una causa verteva sulla violazione del contratto per la cessione di una quota di petrolio dalla multinazionale Statunitense all'Ecuador e che quest'ultimo esportava violando alcuni, presunti, accordi che imponevano allo stato andino l'uso interno del greggio e non la sua commercializzazione.
Le cause intentate dalla Chevron non hanno mai avuto risposta da parte della giustizia ecuadoriana e per questo motivo la multinazionale statunitense ha deciso nel 2006 di rivolgersi alla Corte Permanente degli Arbitrati dell'Aia (Paesi Bassi) che a fine marzo 2010 ha emesso il suo verdetto.
Il Tribunale dell'Aia ha stabilito che l'Ecuador dovrà pagare 700 milioni di dollari di risarcimento alla Chevron, più gli interessi cumulati e spese legali.
Secondo alcune indiscrezioni, dato che le motivazioni della sentenza ancora non è stata resa pubblica, la Corte ha riscontrato una violazione del Trattato Bilaterale per gli Investimenti tra Stati Uniti e Ecuador, in quanto quest'ultimo non ha attivato tutti i canali per la risoluzione del contenzioso.
Le cause intentate dalla Chevron non hanno mai avuto risposta da parte della giustizia ecuadoriana e per questo motivo la multinazionale statunitense ha deciso nel 2006 di rivolgersi alla Corte Permanente degli Arbitrati dell'Aia (Paesi Bassi) che a fine marzo 2010 ha emesso il suo verdetto.
Il Tribunale dell'Aia ha stabilito che l'Ecuador dovrà pagare 700 milioni di dollari di risarcimento alla Chevron, più gli interessi cumulati e spese legali.
Secondo alcune indiscrezioni, dato che le motivazioni della sentenza ancora non è stata resa pubblica, la Corte ha riscontrato una violazione del Trattato Bilaterale per gli Investimenti tra Stati Uniti e Ecuador, in quanto quest'ultimo non ha attivato tutti i canali per la risoluzione del contenzioso.
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