mercoledì 28 dicembre 2011

Bolivia: Vittoria degli Indio


Dopo sessanta giorni di cammino e numerose manifestazioni di protesta gli indio boliviani sono riusciti a far ravvedere il presidente Evo Morales riguardo alla costruzione di una strada che avrebbe dovuto tagliare in due Parque Nacional Isiboro Secure (Bolivia: lacrimogeni contro indosBolivia: proteste Indio per la costruzione di una nuova strada).

Il presidente Evo Morales dichiarando il parco intoccabile ha di fatto reso definitiva la decisione di bloccare il progetto ha dichiarato che "qui comanda il popolo e il governo ubbidisce ... il problema di quel territorio è stato risolto e questo si chiama governare obbedendo". Questa scelta del presidente avrà sicuramente delle ripercussioni positive sulla sua popolarità, che negli ultimi tempi ha avuto qualche battuta di arresto di troppo.

I problemi degli indio non sono ancora risolti del tutto ed è per questo entro la fine del 2011 Averranno discussi 15 importanti punti tra Morales ed i rappresentanti degli indio; uno dei punti fondamentali è quello che riguarda la chiusura dei pozzi di petrolio ancora aperti e che inquinano la riserva.

venerdì 23 dicembre 2011

Fermato lo scempio di Belo Monte


Il giudice brasiliano Carlos Castro Martins a fine settembre 2011 ha emesso una sentenza con cui sospende la costruzione della diga di Belo Monte.
L'intervento del tribunale era stato richiesto da numerosi gruppi ambientalisti e dai legali delle popolazioni della regione di Belo Monte che contestavano lo scempio ambientale e sociale che la costruzione della diga avrebbe causato.

La sentenza del giudice proibisce alla Norte Energia di costruire un porto, di utilizzare dell'esplosivo, di costruire canali e argini e tutte le altre infrastrutture che potrebbero modificare il corso naturale del fiume e che "avrebbero un impatto negativo sulle comunità che vivono di pesca".

Il governo, che aveva autorizzato ed affidato l'opera la gigantesca opera alla Norte Energia, esce sconfitto dal confronto con le popolazioni di indio che hanno visto premiate le loro battaglie per preservare l'ambiente e l'economia strettamente legata ad esso.

sabato 17 dicembre 2011

ESMA: giudicati i repressori


Il 27 ottobre 2011 Daniel Obligado, presidente del Tribunal Oral Federal 5, ha emesso una sentenza storica nel processo che vedeva imputati dodici repressori della Escuela de Mecánica de la Armada dopo due anni trascorsi ad ascoltare testimoni, vagliare prove ed interrogare gli imputati.  
Il Tribunale ha emesso la sentenza di condanna all'ergastolo per dodici dei diciotto imputati  per privazione della libertà, torture ed omicidio di 86 persone. 
Le condanne colpiscono nomi molto importanti nella gerarchia militare del ESMA e sono:Jorge el "Tigre" Acosta, capo operativo del maggior centro di detenzione clandestino della diittatura argentina, Antonio Pernías, Ricardo Cavallo, Jorge Radice, Oscar Montes e Alfredo Astiz detto l’angelo biondo o angelo della morte.
Fondamentali sono state le testimonianze di due sopravvissuti del ESMA, Carlos Lordkipanidse e Miriam Lewin, che si sono salvati perché destinati alla pecera (l’acquario come lo chiamavano gli aguzzini) che era un'ufficio nel centro di tortura dove venivano falsificati documenti, prodotte traduzioni, archiviati dati e giornali dell’epoca.

I condannati sono stati riconosciuti colpevoli per l'omicidio di 12 appartenenti al Grupo de la Iglesia Santa Cruz (in cui operava Azucena Villaflor, una delle prime Madres de Plaza de Mayo, e la monache francese Alice Domon e Léonie Duquet); inoltre sei imputati (Acosta, Pernías, Astiz, Radice, Cavallo, Ernesto Weber y Juan Carlos Fotea) sono stati condannati anche per privazione della libertà, torture, sottrazione di beni ed l'omicidio di Rodolfo Walsh (simbolo del giornalismo argentino che scrisse una toccante e famosissima lettera aperta alla giunta militare in cui denunciava tutti i crimini della dittatura).
Il tribunale ha riconosciuto colpevole Oscar Montes dell'omicidio di María Cristina Lennie, che nel momento in cui fu rapita ingerì una pasticca di cianuro; il suo caso fu archiviato come suicidio ma il giudice ha dichiarato che "María Cristina Lennie non decise di suicidarsi liberamente e per propria decisione ma fu spinta dalle circostanze delittuose ed del tutto illegali che l'imputato creò"
Altro caso che creerà un precedente nella giurisprudenza Argentina è la condanna inflitta a per l'omicidio di Raymundo Villaflor anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato il giudice ha sentenziato che il delitto è avvenuto grazie ad alcune testimonianze ed alcuni documenti rinvenuti nel centro di detenzione clandestina.

Gli altri imputati Manuel García Tallada e Juan Carlos Fotea dovranno scontare una pena di 25 anni, il medico Carlos Capdevilla 20 anni per detensione illegale e torture, Juan Antonio Azic a 18 anni per detensione illegale e torture. Mentre Juan Carlos Rolón e Pablo García Velazco, alias Dante, sono stati assolti ma rimarranno in carcere perché imputati in altri processi.

Al termine della lettura delle condanne la folla che era ospitata dentro e fuori dal tribunale ha iniziato a cantare "30 mil compañeros detenidos desaparecidos, presentes. Ahora y siempre!"

domenica 11 dicembre 2011

Argentina: rieletta Cristina Fernandez


Domenica 23 ottobre 2011 il popolo argentino ha scelto di affidare nuovamente la guida del paese a Cristina Fernandez Kirchner che già fu eletta nel 2007.
Le percentuali del voto sono eloquenti; Cristina Fernandez ha avuto il 54% circa delle preferenze contro il 17% di Binner (Frente Amplio Progreesista), del 11% di Alfonsin (UDESO) e poi a seguire gli altri candidati con meno del 8%.
Il risultato delle urne punisce severamente l'opposizione di destra frammentata in numerose correnti, senza un programma e senza etica.

Cristina Fernandez de Kirchner
La vittoria della Presidenta è frutto del nuovo corso dell'Argentina iniziato nel 2003 con lo sviluppo di un proprio modello economico basato sull'indipendenza dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca Mondiale, la riproposizione dello Stato al centro della politica economica, la redistribuzione più equa della ricchezza e la difesa del mercato interno. 
Tutto ciò non ha portato al protezionismo o l'isolazionismo ma ad una maggiore integrazione economica e politica; il tutto grazie alle opportunità offerte rispettivamente dal Mercosur e dal Unasur.
La politica economica voluta dal presidente Kirchner e, continuata, dalla presidenta Fernandez ha portato ad una crescita costante del prodotto interno lordo (la media si attesta al 6% annuo con un picco del 10% nel 2010) permettendo all'Argentina la ri-statalizzazione del sistema pensionistico, delle società che gestiscono il servizio idrico, delle poste, della compagnia di bandiera (Aereolineas Argentina) ed infine di una parte delle ferrovie. 
Tutte queste società furono privattizzate o meglio svendute sotto "suggerimento" del FMI ed della Banca Mondiale durante gli ultimi anni dele secolo scorso, anni di liberismo sfrenato. Inoltre la disoccupazione è scesa dal 20,5% del 2003 al 7% della metà del 2011. 
Il nuovo assetto sociale del paese ha dato un assegno a circa 3.500.000 bambini che provengono da famiglie in difficoltà economica ed ha fatto crescere del 23% il numero degli scolari; la riforma del settore pensionistico ha aumentato le pensioni del 900%. 
Anche la ricerca scientifica, tecnologica e l'educazione hanno beneficiato della crescita economica e sono state "investite" da un notevole flusso di denaro. 

Cristina Fernandez con questa rielezione, l'insediamento è programmato per il 10 dicembre 2011, dovrà riuscire ad ampliare e consolidare le politiche sociali e lo sviluppo economico che le hanno permesso di essere la presidenta più votata della storia dell'Argentina.

lunedì 5 dicembre 2011

Bolivia: lacrimogeni contro indos


La marcia di protesta organizzata dagli indios e partita da Trinidad con destinazione La Paz (Bolivia) a metà agosto 2011 è stata interrotta violentemente il 25 settembre dalla polizia.
La Marcia degli Indios
Gli indios avevano deciso di percorrere i 500 chilometri Trinidad da La Paz per opporsi alla costruzione di una nuova strada (Bolivia: proteste Indio per la costruzione di una nuova strada) che profanerà il parco nazionale Isiboro-Secure dove loro vivono insieme ad altri 50mila indios. 

La marcia a cui partecipavano, oltre mille persone, è stata intercettata e bloccata a Yucumo dalle forze dell'ordine. 
La polizia ha fatto irruzione nell'accampamento dove i manifestanti riposavano usando gas lacrimogeni e sembra anche proiettili di gomma; negli scontri sarebbero rimasti ferici circa trenta indios.