lunedì 29 giugno 2015

Honduras: ritrovati quattro studenti assassinati

A Tegucigalpa quattro ragazzi molto attivi politicamente tanto da essere tra gli organizzatori delle manifestazioni di piazza contro le riforme dell’educazione fortemente volute dal ministro dell’Educazione honduregno Marlon Escoto sono stati uccisi.
Le quattro vittime, la più giovane delle quali aveva solamente 13 anni, sarebbero state ritrovate in sacchi di plastica ed i loro corpi porterebbero inequivocabili tracce di tortura.

La riforma voluta dal ministro dell’Educazione honduregno, Marlon Escoto, fa molto discutere perché aggiunge cinque minuti per ogni "ora" dell'orario scolastico; tradotto significa che gli studenti dovrebbero lasciare le scuole alle sette di sera, orario che metterebbe in serio pericolo i bambini a causa della violenza che regna nel paese che è uno dei più pericolosi al mondo. Secondo gli studenti ed i loro genitori che si oppongono alla riforma di Escoto, il quale afferma di voler migliorare la qualità dell’educazione in Honduras, il ministro con la sua proposta vuole spostare l'attenzione dai veri problemi del sistema educativo come la carenza del materiale didattico e delle strutture.

Da molto tempo ormai gli studenti assieme ai genitori ed ai professori organizzano manifestazioni per chiedere cambiamenti sostanziali nel sistema educativo ed ogni volta la protesta pacifica sono represse con la forza dalla polizia e dagli squadroni della morte.

venerdì 19 giugno 2015

Cile: nuove manifestazioni studentesche

Il 14 maggio 2015 in Cile vi sono state numerose manifestazioni studentesche indette per protestare contro il sistema scolastico e l'immobilismo del governo cileno.
Il sistema scolastico è contestato perché, secondo gli studenti e non solo, classista ed ancora basato sulle leggi proposte ed approvate dal dittatore Augusto Pinochet e che la presidentessa Michelle Bachelet, nella sua campagna elettorale, aveva promesso di modificare appena insediata ma, ad oggi, non vi sono riforme all'orizzonte.
Uno dei punti su cui gli studenti e la società civile pongono l'accento è il costo dell'istruzione in Cile; ad oggi è gratuita solamente la scuola elementare, mentre già per frequentare le scuole medie gli studenti devono pagare rette molto alte perché lo Stato sostiene solo il 25% delle spese. 

Le manifestazioni del 14 maggio erano, come sempre, molto partecipate e pacifiche ma in alcune città come a Valparaìso la polizia si è contrapposta agli studenti impedendoli o cercando di modificare il percorso del corteo provocando tensioni e scontri. Durante queste scontri due ragazzi di 18 e 24 anni stavano scrivendo slogan su alcuni muri quando sono stati colpiti da alcuni colpi di pistola, sembra sparati da un residente a cui stavano scrivendo sul muro, che li hanno uccisi.
Il presunto omicida è stato arrestato ma in Cile oltre allo sgomento per la morte dei due studenti vi sono dubbi su come sono andati realmente i fatti relativi alla morte dei due studenti e sulla repressione attuata dalle forze dell’ordine.

mercoledì 3 giugno 2015

Il Paraguay e la sua memoria

Sono passati sette anni da quando la Comisión Verdad y Justicia del Paraguay nel 2008 denunciò che durante la dittatura di Stroessner, durata dal 1954 al 1989, ci furono almeno 423 desaparecidos, circa 20.000 casi di torture ed altrettanti esiliati ma ancora oggi in Paraguay regna il silenzio e l'impunità.
Oltre ai crimini elencati dal documento della Comisión Verdad y Justicia in Paraguay la dittatura ha sottratto numerosi beni agli oppositori ed ha partecipato attivamente al Plan Condor trasformando di fatto il Paraguay nel luogo migliore, dopo l'oceano, dove far sparire gli oppositori dei regimi sudamericani.

In Paraguay ad oggi non sono stati istruiti processi per dare un nome ai colpevoli dei delitti, delle torture e delle sparizioni e solo ad inizio 2015 è stato avviato un programma per l'identificazione dei molti corpi rinvenuti nel paese.
Il programma per l'individuazione dei corpi istituito dell’attuale presidente Cartes, dopo numerose pressioni dell'ONU e dei paesi confinanti, con tutta probabilità porterà alla luce il destino di molti desaparecidos non soltanto paraguayani ma anche argentini, brasiliani e cileni i quali furono vittime dalle rispettive dittature e del Plan Condor.

Sembra che nel paese la società civile ancora non abbia sviluppato una coscienza e non voglia fare i conti con la propria storia al contrario dei paesi confinati dove si sta affrontando la pesante eredità delle giunte militari. In Paraguay la maggioranza della popolazione, secondo alcuni intellettuali, è convinta che gli anni della dittatura appartengano al passato e quindi debbano essere dimenticati, di conseguenza non vi è memoria e senza memoria non è possibile provare ad avere giustizia.

Stroessner e del Partido Colorado grazie a decenni di violenze di un regime ferreo sono riusciti ad ammutolire i paraguayani fino al punto di rendere i Diritti Umani e la propria storia un tabù.