martedì 17 novembre 2015

Guatemala: arrestato Otto Pérez Molina

I primi giorni di settembre il giudice guatemalteco Gálvez ha ordinato l'arresto del ex-Presidente Otto Pérez Molina per corruzione.
L'inchiesta istruita dalla magistratura chiamata "La Línea" ha portato alla luce i comportamenti molto dubbi di Molina e della vicepresidente Baldetti, in carcere già da maggio, perché chiedevano compensi per milioni di dollari in cambio di impunità nei casi di evasione fiscale che vedevano protagoniste le maggiori imprese che operano nel paese.

Molina che è stato interrogato per molte ore ha sempre eluso le domande del giudice Gálvez ed si è proclamato innocente. 

La presidenza è stata affidata a Alejandro Maldonado che gestirà il periodo di transizione verso le elezioni di fine ottobre.

Le dimissioni di Molina sono state richieste dalla popolazione dopo che l'inchiesta aveva portato alla luce alcune sue responsabilità; per mesi i guatemaltechi hanno manifestato esigendo le dimissioni del Presidente ed una profonda riforma delle istituzioni. 

Il movimento popolare ha anche tentato di rimandare la prima chiamata alle urne per eleggere il nuovo Presidente fissata per il 6 settembre perché vi è un alto rischio di strumentalizzazione da parte delle oligarchie politico/economico del paese che mirano a cambiare volto del presidente ma non la politica.

mercoledì 4 novembre 2015

Le Maras in Honduras e El Salvador

In Honduras e ne El Salvador dopo un paio di anni di fragile tregua le Maras hanno ripreso vigore; i capi storici, quelli che avevano siglato la tregua, sono tutti in carcere e così i nuovi capi, a cui la tregua non è mai piaciuta, hanno preso vigore ed hanno ricominciato con gli scontri, estorsioni e le esecuzioni sommarie. 
Per risollevarsi le Maras hanno avuto necessità di denaro e dall'inizio del 2015 Ogni attività commerciale dei quartieri controlati da loro devono versare la "impuesto de guerra", chi non la onora muore crudelmente ( accoltellato, bruciato o torturato) per "educare" chi rimane.
Un caso emblematico è quello delle aziende dei trasporti di San Pedro Sula (Honduras) da cui i mareros riscuotono circa 10.000 dollari al mese oltre ai 20 dollari che gli autisti gli versano per arrivare a fine mese incolumi. 

Oramai chi vive nei quartieri governati dalle Maras l’unica maniera per sopravvivere è pagare, rivolgersi alla polizia per denunciare le violenze e le estorsioni non serve a niente, come è inutile l'invio periodico dell'esercito, stranamente nel periodo elettorale, per effettuare retate "pubblicitarie".

I dati resi pubblici dalle ONG raccontano che in Honduras, a causa delle maras, l'indice delle morti violente nel 2014 è uno dei più alti al mondo (68 su 100.000 abitanti) riferita alle zone non interessate da conflitti bellici. In El Salvador, dove opera la maras più violenta  MS 13 (Mara Salvatrucha) dalla fine della tregua l’indice degli omicidi nel è cresciuto notevolmente ed il progetto di smantellare le pandillas è fallito.
La pacificazione è fallita perché non sono stati accettati i mareros come attori nel dialogo con le istituzioni e così senza benefici, se non solo un regime carcerario più mite, i capi mareros non hanno più sostenuto e voluto la tregua.
Oltre a questo aspetto la guerra tra Maras e la violenza che la popolazione subisce permette ai Governi di promulgare leggi più autoritarie ed a spendere ingenti somme di denaro per armare gli eserciti e gestire l'emergenza; probabilmente vivere nell’emergenza rende alla politica.

venerdì 23 ottobre 2015

Uribe indagato per massacro di El Aro

La Sala di Giustizia e Pace del Tribunale Superiore di Medellínha ha aperto un'inchiesta a carico dell'ex presidente, Álvaro Uribe Vélez, per responsabilità e violazione dei diritti umani nel massacro perpetrato dai paramilitari a El Aro, un villaggio nel municipio di Ituango nel dipartimento di Antioquia. 
Il massacro risale al 22 ottobre del 1997 quando i paramilitari torturarono e uccisero oltre 15 persone, bruciarono alcune cascine, razziarono il villaggio e causarono il trasferimento forzato di centinaia di contadini; Uribe in quel periodo ricopriva il ruolo di governatore del dipartimento di Antioquia.

L'inchiesta che riguarda Uribe nasce lo scorso febbraio quando è stata letta la sentenza che ha condannato, l’ex capo paramilitare Ramiro "Cuco" Vanoy, per questo ed altri massacri, tutti avvenuti tra il 1995 ed il 1997. 
Le implicazione di Uribe nel massacro di El Aro emersero già a fine 2008 quando il paramilitare Francisco Villalba (detto "il professore degli squartatori") dichiarò che Uribe aveva ordinato l'intervento dei paramilitari ed aveva inviato un elicottero del governo per il trasporto dei paramilitari; l'elicottero fu visto sorvolare il villaggio di El Aro da numerosi cittadini durante il periodo in cui i paramilitari effettuarono l’incursione.
Nell'aprile del 2009, alcuni mesi dopo aver testimoniato, Villalba fu assassinato per evitare che continuasse a rendere pubblici i segreti tra paramilitari e politica e per questo motivo Ramiro “Cuco” Vanoy fu estradato a fine 2008 negli Stati Uniti.

Nel 2006 quando Uribe era governatore di Antioquia la Corte Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha riconosciuto lo Stato colombiano corresponsabile del massacro, colpevole di omissione ed acquiescenza e di collaborazione da parte di membri della forza pubblica di Ituango.
Oggi, molti anni dopo, insieme alla condanna del CIDH, alle dichiarazioni dei condannati ed alle nuove testimonianze delle vittime del massacro emerse nel 2014 hanno spinto il Tribunale Superiore di Medellín ad aprire un'inchiesta su Uribe in quanto ex governatore del dipartimento di Antioquia e presunto mandante del massacro di El Aro.

mercoledì 7 ottobre 2015

Cile: Contreras è morto

E' morto Manuel Contreras, il generale cileno che ha diretto la polizia segreta di Pinochet, DINA, a cui il rapporto Rettig ha attribuito più di 1500 omicidi. Contreras ha sempre affermato di aver eseguito gli ordini impartitogli dal "presidente" Pinochete di aver operato nel pieno della legalità.
La sua ragione di vita era quella di "estirpare il marxismo dalla faccia della Terra" usando ogni mezzo dalle torture all'omicidio; sempre lui pianificò l'omicidio di Orlando Letelier ed insieme alla CIA quello del generale Prats, che non era sicuramente marxista.

Contreras era incarcerato dal 1995 quando gli comminarono una pena che nemmeno con dieci vite sarebbe riuscito a scontare; non si è mai pentito dei reati commessi o ordinati ma ha sempre rivendicando la legalità e la validità dei misfatti commessi, affermando che Villa Grimaldi non fu mai un centro di tortura, che la Dina non ha mai torturato nessuno, che i desaparecidos non esistono ma sono persone uccise in vari combattimenti e poi sepolte nel Cementerio General di Santiago ed infine che il golpe era indispensabile per salvare la patria. 
Il rapporto Rettig nel quale si elencano oltre 1500 persone uccise direttamente dalla Dina venne ritenuto da Contreras un documento pieno di menzogne; ha negato ogni fatto contestato in tribunale ed ogni evidenza creandosi la propria verità e rettitudine arrivando addirittura a chiedere i funerali con gli onori militari perché devoto servitore del suo Paese.