Il progetto per la costruzione della diga sul fiume Xingu, in Amazzonia, ha causato forti reazioni da parte delle popolazioni indigene e degli ambientalisti. Le origini del progetto risalgono alla metà degli anni '70 che prevede la deviazione di circa 80% delle acque del fiume Xingu, nei presi del monte Belo, che inonderà più di 500 chilometri quadrati di foresta di 65 comuni numerose terre indigene abitate in totale da circa ventimila persone che dovrebbero essere evacuare.
La diga secondo i progetti e le stime via via aggiornate dovrebbe produrre circa 11.500 mega watt divenendo la terza centrale idroelettrica al mondo sia per dimensioni che per produzione.
Le battaglie degli ambientalisti e degli indio risalgono alla presentazione del progetto e sono riuscite a fa rinviare l'inizio dei lavori fino al 15 aprile 2010. In questa data il giudice federale, Antonio Almeida Campel, della Stato del Parà ha deciso di sospendere la gara d'appalto prevista per il 20 aprile. Le motivazioni ancora non sono state rese pubbliche ma secondo alcune indiscrezioni sembra che il giudice abbia accolto le motivazioni dei pubblici ministeri dello stato del Parà che affermavano che i danni ambientali prodotti dalla costruzione della centrale sarebbero irreparabili.
La sentenza del giudice Campel pone anche una sanzione di circa 400 mila euro per l'Istituto brasiliano dell'ambiente e delle risorse rinnovabili (Ibama) e per l'Agenzia nazionale dell'energia elettrica (Aneel), che sarà destinata interamente alle popolazioni indigene dell'area interessata, nel caso in cui non sia rispettata l'ordinanza di sospensione.
La diga secondo i progetti e le stime via via aggiornate dovrebbe produrre circa 11.500 mega watt divenendo la terza centrale idroelettrica al mondo sia per dimensioni che per produzione.
Le battaglie degli ambientalisti e degli indio risalgono alla presentazione del progetto e sono riuscite a fa rinviare l'inizio dei lavori fino al 15 aprile 2010. In questa data il giudice federale, Antonio Almeida Campel, della Stato del Parà ha deciso di sospendere la gara d'appalto prevista per il 20 aprile. Le motivazioni ancora non sono state rese pubbliche ma secondo alcune indiscrezioni sembra che il giudice abbia accolto le motivazioni dei pubblici ministeri dello stato del Parà che affermavano che i danni ambientali prodotti dalla costruzione della centrale sarebbero irreparabili.
La sentenza del giudice Campel pone anche una sanzione di circa 400 mila euro per l'Istituto brasiliano dell'ambiente e delle risorse rinnovabili (Ibama) e per l'Agenzia nazionale dell'energia elettrica (Aneel), che sarà destinata interamente alle popolazioni indigene dell'area interessata, nel caso in cui non sia rispettata l'ordinanza di sospensione.
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