In Perù la lotta delle popolazioni indigene, che si sono riunite nell'Associazione interetnica per lo sviluppo della Selva peruviana (Aidesep), per proteggere la Grande Madre Terra, sta subendo attacchi sempre più violenti e preoccupanti da parte del Governo peruviano.
La lotta è iniziata nel marzo del 2009 per opporsi alla nuova Legge Forestale sulla Fauna Silvestre e contro la Legge sulle Risorse Idriche, che non salvaguardano i territori abitati dagli indigeni, ma che permettono alle multinazionali del petrolio e del gas uno sfruttamento sempre più deregolamentato, fino ad arrivare, a fine settembre, alla dichiarazione da parte degli Indios "dell'insurrezione anti-governativa amazzonica" rifiutando le leggi dello stato peruviano e riconoscendo solo le loro leggi ancestrali.
Il disconoscere le leggi e lo Stato peruviano da parte del Aidesep è l'ultimo atto di opposizione al Governo di Alan García che dai fatti di Bagua ha cercato di screditare e ingannare l'Associazione con l'appoggio dei media, pubblicando articoli pieni di false informazioni ed imputando la morte di alcuni poliziotti in scontri avvenuti con gli Indios. Oltre ai media si sono aggiunti i controlli fiscali sulle donazioni e su come venivano impiegate le risorse. Sono stati diffusi falsi dati su chi donava il denaro affermando che fossero tutti dei criminali, mentre per le istituzioni e le ONG è nato il ricatto che non avrebbero potuto più operare in Perù se non avessero smesso di fare donazioni all'Aidesep.
Insieme a questi attacchi portati avanti su stampa e televisione, la magistratura, vicina al Governo, ha accusato i leaders dell'AIDESEP di insurrezione e di attentare alla sicurezza dello Stato.
Pizango per esempio è stato costretto a chiedere asilo politico all'ambasciata del Nicaragua dato che un ingiusto mandato di cattura internazionale era stato spiccato nei suoi confronti. Oltre a Pizango che è riuscito a sottrarsi alla persecuzione del Governo peruviano, ci sono 89 le persone coinvolte in processi dopo gli scontri di Bagua con accuse pesantissime che vanno dall'omicidio all'associazione terroristica, dalla manifestazione non autorizzata all'attentato alla sicurezza nazionale.
Per concludere il governo di García ha avviato la procedura per sciogliere l'Aidesep con i pretesti sopra elencati e perché attenta agli interessi dell'oligarchia nazionale dato che le associazioni indigene cercano di difendere la terra, le risorse del sottosuolo, la flora e la fauna che la Ley de la selva distrugge oltre a impoverire l'intero paese delle proprie risorse.
La lotta è iniziata nel marzo del 2009 per opporsi alla nuova Legge Forestale sulla Fauna Silvestre e contro la Legge sulle Risorse Idriche, che non salvaguardano i territori abitati dagli indigeni, ma che permettono alle multinazionali del petrolio e del gas uno sfruttamento sempre più deregolamentato, fino ad arrivare, a fine settembre, alla dichiarazione da parte degli Indios "dell'insurrezione anti-governativa amazzonica" rifiutando le leggi dello stato peruviano e riconoscendo solo le loro leggi ancestrali.
Il disconoscere le leggi e lo Stato peruviano da parte del Aidesep è l'ultimo atto di opposizione al Governo di Alan García che dai fatti di Bagua ha cercato di screditare e ingannare l'Associazione con l'appoggio dei media, pubblicando articoli pieni di false informazioni ed imputando la morte di alcuni poliziotti in scontri avvenuti con gli Indios. Oltre ai media si sono aggiunti i controlli fiscali sulle donazioni e su come venivano impiegate le risorse. Sono stati diffusi falsi dati su chi donava il denaro affermando che fossero tutti dei criminali, mentre per le istituzioni e le ONG è nato il ricatto che non avrebbero potuto più operare in Perù se non avessero smesso di fare donazioni all'Aidesep.
Insieme a questi attacchi portati avanti su stampa e televisione, la magistratura, vicina al Governo, ha accusato i leaders dell'AIDESEP di insurrezione e di attentare alla sicurezza dello Stato.
Pizango per esempio è stato costretto a chiedere asilo politico all'ambasciata del Nicaragua dato che un ingiusto mandato di cattura internazionale era stato spiccato nei suoi confronti. Oltre a Pizango che è riuscito a sottrarsi alla persecuzione del Governo peruviano, ci sono 89 le persone coinvolte in processi dopo gli scontri di Bagua con accuse pesantissime che vanno dall'omicidio all'associazione terroristica, dalla manifestazione non autorizzata all'attentato alla sicurezza nazionale.
Per concludere il governo di García ha avviato la procedura per sciogliere l'Aidesep con i pretesti sopra elencati e perché attenta agli interessi dell'oligarchia nazionale dato che le associazioni indigene cercano di difendere la terra, le risorse del sottosuolo, la flora e la fauna che la Ley de la selva distrugge oltre a impoverire l'intero paese delle proprie risorse.
2 commenti:
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