Potrà essere riaperto il processo che vede coinvolto il vicepresidente dalla Colombia, Francisco Santos, per lo scandalo della parapolitica.
Il nome del vice di Uribe fu fatto da alcuni capi paramilitari delle Auc (Autodefensas unidas de Colombia) tra cui il potente italo-colombiano Salvatore Mancuso. Nella testimonianza di Mancuso, del maggio 2007, si legge che Santos incontrò varie volte i capi paramilitari a Bogotá. Gli incontri sono datati tra il 1996 ed il 2004, anno della morte del comandante supremo delle AUC, Carlos Castaño. Nella testimonianza di Mancuso, riguardante il primo incontro tra il vicepresidente e Castaño, si legge: "Santos si compiacque del modello che gli illustrammo su come funzionavamo a Córdoba e ci spiegò che era interessato a far sì che le Autodefensas esportassero il medesimo metodo a Bogotá. [...] in seguito ai suggerimenti del dottor Santos, Carlos ordinò di metter su a Bogotá il bloque capital". Altro passo importante della testimonianza di Mancuso è quello in cui parla del terzo incontro in cui afferma:"Il terzo incontro lo organizzò il comandante Jorge 40 e furono sorpresi nel vedere che io già conoscevo Pachito (è il soprannome confidenziale di Francisco Santos), e che ci salutavamo con un abbraccio e che ci chiamavamo lui Mono e io Pachito. Fu allora che mi chiese come procedeva la formazione del bloque capital".
Le parole di Mancuso hanno trovato conferma nelle testimonianze preliminari di altri capi delle AUC che ne prossimi mesi saranno interrogati più accuratamente. Oggi molti capi paramilitari sono stati estradati (Estradati dalla Colombia i capi paracos) negli USA e quindi i tempi e la detenzione statunitense stanno già complicando e non poco le indagini ed i processi in Colombia.
Mancuso ed altri capi della AUC hanno denunciato il fatto che le visite degli investigatori colombiani molte volte non vengono autorizzate e di conseguenza i processi e le indagini risultano danneggiate. Mancuso inoltre in un lungo documento inviato alla Corte Suprema di Giustizia della Colombia, alla Corte penale internazionale e alla Corte interamericana dei diritti umani, afferma di non poter rispondere liberamente alle domande poste dagli investigatori perché i suoi familiari in Colombia vengono minacciati costantemente; infine afferma che le estradizioni dei capi delle AUC sia stata decisa dopo che avevano iniziato a collaborare nelle indagini e sia solo una mossa per rallentare ed intralciare i processi.
L'avvocato che difende il vicepresidente Santos ha affermato che il suo assistito spera che l'indagine sia rapida e che accerti la verità che è una sola, la sua completa estraneità. Oltre alla sua innocenza Santos ha ammesso che gli incontri elencati con dovizia di particolari ci sono stati ma che avvennero nel periodo in cui era ancora caporedattore del quotidiano El Tiempo, di proprietà della sua famiglia.
Le indagini sono state riaperte grazie al generale Fernando Pareja che ha revocato il blocco delle indagini con cui si impediva di indagare Francisco Santos perché in quel momento espletava delle funzioni istituzionali; Pareja ha affermato che le indagini non furono serie e che le prove raccolte furono scarse e raccolte senza l'adeguata valutazione; quindi il processo deve essere riaperto con la possibilità di ascoltare tutti i testi e con una nuova e vera indagine.
Forse conosceremo la verità sui legami tra paracos e politica in Colombia.
Il nome del vice di Uribe fu fatto da alcuni capi paramilitari delle Auc (Autodefensas unidas de Colombia) tra cui il potente italo-colombiano Salvatore Mancuso. Nella testimonianza di Mancuso, del maggio 2007, si legge che Santos incontrò varie volte i capi paramilitari a Bogotá. Gli incontri sono datati tra il 1996 ed il 2004, anno della morte del comandante supremo delle AUC, Carlos Castaño. Nella testimonianza di Mancuso, riguardante il primo incontro tra il vicepresidente e Castaño, si legge: "Santos si compiacque del modello che gli illustrammo su come funzionavamo a Córdoba e ci spiegò che era interessato a far sì che le Autodefensas esportassero il medesimo metodo a Bogotá. [...] in seguito ai suggerimenti del dottor Santos, Carlos ordinò di metter su a Bogotá il bloque capital". Altro passo importante della testimonianza di Mancuso è quello in cui parla del terzo incontro in cui afferma:"Il terzo incontro lo organizzò il comandante Jorge 40 e furono sorpresi nel vedere che io già conoscevo Pachito (è il soprannome confidenziale di Francisco Santos), e che ci salutavamo con un abbraccio e che ci chiamavamo lui Mono e io Pachito. Fu allora che mi chiese come procedeva la formazione del bloque capital".
Le parole di Mancuso hanno trovato conferma nelle testimonianze preliminari di altri capi delle AUC che ne prossimi mesi saranno interrogati più accuratamente. Oggi molti capi paramilitari sono stati estradati (Estradati dalla Colombia i capi paracos) negli USA e quindi i tempi e la detenzione statunitense stanno già complicando e non poco le indagini ed i processi in Colombia.
Mancuso ed altri capi della AUC hanno denunciato il fatto che le visite degli investigatori colombiani molte volte non vengono autorizzate e di conseguenza i processi e le indagini risultano danneggiate. Mancuso inoltre in un lungo documento inviato alla Corte Suprema di Giustizia della Colombia, alla Corte penale internazionale e alla Corte interamericana dei diritti umani, afferma di non poter rispondere liberamente alle domande poste dagli investigatori perché i suoi familiari in Colombia vengono minacciati costantemente; infine afferma che le estradizioni dei capi delle AUC sia stata decisa dopo che avevano iniziato a collaborare nelle indagini e sia solo una mossa per rallentare ed intralciare i processi.
L'avvocato che difende il vicepresidente Santos ha affermato che il suo assistito spera che l'indagine sia rapida e che accerti la verità che è una sola, la sua completa estraneità. Oltre alla sua innocenza Santos ha ammesso che gli incontri elencati con dovizia di particolari ci sono stati ma che avvennero nel periodo in cui era ancora caporedattore del quotidiano El Tiempo, di proprietà della sua famiglia.
Le indagini sono state riaperte grazie al generale Fernando Pareja che ha revocato il blocco delle indagini con cui si impediva di indagare Francisco Santos perché in quel momento espletava delle funzioni istituzionali; Pareja ha affermato che le indagini non furono serie e che le prove raccolte furono scarse e raccolte senza l'adeguata valutazione; quindi il processo deve essere riaperto con la possibilità di ascoltare tutti i testi e con una nuova e vera indagine.
Forse conosceremo la verità sui legami tra paracos e politica in Colombia.
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