Tra Ecuador e Colombia le relazioni diplomatiche si sono nuovamente interrotte. I rapporti diplomatici tra i due paesi si erano bloccati quando il 3 marzo 2008 Bogotá ordinò di attaccare l'accampamento delle Farc in pieno territorio ecuadoriano; in questa operazione morirono 26 persone, tra cui il portavoce delle FARC Raúl Reyes, un cittadino ecuadoriano e quattro messicani. L'operazione militare è stata chiamata Fénix. (link attacco in Ecuador)
Dopo vari mesi di scambi di accuse e gelo diplomatico i due paesi si erano riavvicinati grazie all'assemblea generale dell'ONU; ma dal novembre 2009 le relazioni diplomatiche sono tornate tese a causa di alcuni mandati di cattura che un giudice ecuadoriano, Carlos Jiménez, ha spiccato nei confronti di alti ufficiali dell'esercito colombiano.
Jiménez ha emesso i mandati di arresto per Juan Manuel Santos, che ai tempi era il ministro della Difesa del governo Uribe, per il comandante delle Forze armate, Freddy Padilla, per il generale della polizia Óscar Naranjo e per l'ex generale Mario Montoya, che era il comandante dell'esercito ed oggi è stato premiato con la guida dell'ambasciata nella Repubblica Dominicana dopo che era stato coinvolto nello scandalo dei Falsos Positivos. (link falsos positivos)
Il giudice ecuadoriano ha chiesto l'estradizione per Santos, ma è stata rifiutata per un vizio di forma.
La risposta di Bogotá alla firma dei mandati di cattura è stata immediata; Gabriel Silva, ministro della Difesa, ha affermato: "Difenderemo tutti quelli che parteciparono all'Operación Fénix [...] la difesa dei nostri funzionari è una responsabilità dello Stato, perché agirono servendo la Colombia, eseguendo istruzioni politiche, dunque non c'è nessuno che può essere imputato a livello individuale; [...] il giudice Jiménez sta agendo al di là dei principi della legge internazionale [...] la Colombia non riconoscerà la giurisdizione extraterritoriale di nessun giudice, di nessun paese, nei confronti di nessun funzionario o ex funzionario".
Dopo queste dichiarazioni il Governo dell'Ecuador ha risposto tramite il Ministro degli esteri che "la fiscalia (la magistratura) è un'entità giudiziaria autonoma e il potere esecutivo non ha la capacità di intervenire o controllare le sue decisioni" ed ha concluso che ogni magistrato ha diritto di indagare sui delitti che vengono compiuti nel territorio ecuadoriano.
Il ministro della Difesa colombiano ha dettato una condizione irrinunciabile per il riavvicinamento tra Colombia ed Ecuador con le parole: "Non ci sarà piena normalizzazione nei rapporti con l'Ecuador fino a che sarà in ballo questa questione".
Dopo vari mesi di scambi di accuse e gelo diplomatico i due paesi si erano riavvicinati grazie all'assemblea generale dell'ONU; ma dal novembre 2009 le relazioni diplomatiche sono tornate tese a causa di alcuni mandati di cattura che un giudice ecuadoriano, Carlos Jiménez, ha spiccato nei confronti di alti ufficiali dell'esercito colombiano.
Jiménez ha emesso i mandati di arresto per Juan Manuel Santos, che ai tempi era il ministro della Difesa del governo Uribe, per il comandante delle Forze armate, Freddy Padilla, per il generale della polizia Óscar Naranjo e per l'ex generale Mario Montoya, che era il comandante dell'esercito ed oggi è stato premiato con la guida dell'ambasciata nella Repubblica Dominicana dopo che era stato coinvolto nello scandalo dei Falsos Positivos. (link falsos positivos)
Il giudice ecuadoriano ha chiesto l'estradizione per Santos, ma è stata rifiutata per un vizio di forma.
La risposta di Bogotá alla firma dei mandati di cattura è stata immediata; Gabriel Silva, ministro della Difesa, ha affermato: "Difenderemo tutti quelli che parteciparono all'Operación Fénix [...] la difesa dei nostri funzionari è una responsabilità dello Stato, perché agirono servendo la Colombia, eseguendo istruzioni politiche, dunque non c'è nessuno che può essere imputato a livello individuale; [...] il giudice Jiménez sta agendo al di là dei principi della legge internazionale [...] la Colombia non riconoscerà la giurisdizione extraterritoriale di nessun giudice, di nessun paese, nei confronti di nessun funzionario o ex funzionario".
Dopo queste dichiarazioni il Governo dell'Ecuador ha risposto tramite il Ministro degli esteri che "la fiscalia (la magistratura) è un'entità giudiziaria autonoma e il potere esecutivo non ha la capacità di intervenire o controllare le sue decisioni" ed ha concluso che ogni magistrato ha diritto di indagare sui delitti che vengono compiuti nel territorio ecuadoriano.
Il ministro della Difesa colombiano ha dettato una condizione irrinunciabile per il riavvicinamento tra Colombia ed Ecuador con le parole: "Non ci sarà piena normalizzazione nei rapporti con l'Ecuador fino a che sarà in ballo questa questione".
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