Il 6 dicembre del 1998 Hugo Chávez vinse le elezioni in Venezuela e da allora molte fatti sono accaduti e molti cambiamenti hanno trasformato il paese.
Chi votò la prima volta Chávez non credeva nel neoliberalismo ma sperava che questo ex militare che nel febbraio del 1992 cercò di rovesciare il governo corrotto e figlio del FMI riuscisse a bloccare quel vortice che si stava divorando le ricchezze del paese lasciando ai venezuelani solo pochi centesimi.
Oggi che sono trascorsi 10 anni si possono osservare ciò che è stato fatto e ciò che deve essere ancora migliorato o addirittura pianificato.
Ci sono dati inequivocabili che non sono stati resi noti dal governo venezuelano ma dall’istituto di studi economici delle Nazioni Unite (CEPAL) per cui possiamo reputare attendibili. Chávez ed il suo governo hanno hanno portato gli indicatori di povertà dal 50 al 29%, gli indicatori dell'indigenza dal 22 al 9.9%, la riorganizzazione del sistema previdenziale, il sistema sanitario è stato pressoché creato ex-novo ed oggi conta circa 4500 tra pronti soccorsi, ambulatori ed ospedali, nel 2005 l'analfabetismo è stato debellato, circa il 96% della popolazione ha accesso all'acqua potabile, la disoccupazione è stata dimezzata (oggi al 7%) ed infine il debito pubblico è crollato dal 73 al 15% del PIL.
E' da ricordare il golpe subito nel 2002 attuato dall'oligarchia industriale, ricca e potente appoggiata dagli Usa, che che lo destituì dalla guida del paese per due giorni; la poltrona presidenziale gli fu riconsegnata dal popolo e dalle forze armate fedeli alla costituzione. In quell'occasione i media venezuelani, in mano alla confindustria locale, attuarono un piano di disinformazione che andava dalla programmazione ininterrotta di cartoni animati alla diffusione di false informazioni come le "dimissioni" di Chávez mentre questi era sequestrato dai golpisti.
Con il fallito golpe l'ambito radio televisivo ha visto terminare il quasi monopolio privato a beneficio di una maggiore pluralità con l'apertura di un nuovo canale pubblico (http://calle23.blogspot.com/2008/01/la-verit-su-rctv.html)
Oltre alle molte conquiste economiche e sociali il Venezuela non ha visto decrescere la violenza che lo attraversava come il narcotraffico che è sempre presente e ben radicato; questi due aspetti sono aiutati anche da una corruzione nell'apparato statale che non aiuta la parte onesta della polizia e della magistratura.
La dipendenza dal petrolio e quindi la poca diversificazione produttiva è da annoverare come problema non ancora risolto dato che l'economia venezuelana è basata principalmente sull'oro nero. Fortunatamente il Venezuela ha usufruito di un maggiore gettito fiscale in quest'ultimo decennio dettato dall'aumento costante del prezzo del petrolio fino al picco del 2008; oggi che il prezzo del petrolio è in rapida discesa il governo Chávez dovrà far fronte alla mancanza delle straordinarie entrate che fino a poco tempo fa il petrolio gli garantiva.
Il Venezuela, nel periodo in cui il neoliberismo stava mostrando tutti i suoi limiti, ha iniziato un processo di trasformazione molto profondo che non è esente da errori, rischi e problemi irrisolti. Gli intellettuali occidentali dovrebbe iniziare, finalmente, ad analizzare i cambiamenti dei dieci anni di governo Chávez in modo critico ma senza i preconcetti che da sempre li limitano.
Chi votò la prima volta Chávez non credeva nel neoliberalismo ma sperava che questo ex militare che nel febbraio del 1992 cercò di rovesciare il governo corrotto e figlio del FMI riuscisse a bloccare quel vortice che si stava divorando le ricchezze del paese lasciando ai venezuelani solo pochi centesimi.
Oggi che sono trascorsi 10 anni si possono osservare ciò che è stato fatto e ciò che deve essere ancora migliorato o addirittura pianificato.
Ci sono dati inequivocabili che non sono stati resi noti dal governo venezuelano ma dall’istituto di studi economici delle Nazioni Unite (CEPAL) per cui possiamo reputare attendibili. Chávez ed il suo governo hanno hanno portato gli indicatori di povertà dal 50 al 29%, gli indicatori dell'indigenza dal 22 al 9.9%, la riorganizzazione del sistema previdenziale, il sistema sanitario è stato pressoché creato ex-novo ed oggi conta circa 4500 tra pronti soccorsi, ambulatori ed ospedali, nel 2005 l'analfabetismo è stato debellato, circa il 96% della popolazione ha accesso all'acqua potabile, la disoccupazione è stata dimezzata (oggi al 7%) ed infine il debito pubblico è crollato dal 73 al 15% del PIL.
E' da ricordare il golpe subito nel 2002 attuato dall'oligarchia industriale, ricca e potente appoggiata dagli Usa, che che lo destituì dalla guida del paese per due giorni; la poltrona presidenziale gli fu riconsegnata dal popolo e dalle forze armate fedeli alla costituzione. In quell'occasione i media venezuelani, in mano alla confindustria locale, attuarono un piano di disinformazione che andava dalla programmazione ininterrotta di cartoni animati alla diffusione di false informazioni come le "dimissioni" di Chávez mentre questi era sequestrato dai golpisti.
Con il fallito golpe l'ambito radio televisivo ha visto terminare il quasi monopolio privato a beneficio di una maggiore pluralità con l'apertura di un nuovo canale pubblico (http://calle23.blogspot.com/2008/01/la-verit-su-rctv.html)
Oltre alle molte conquiste economiche e sociali il Venezuela non ha visto decrescere la violenza che lo attraversava come il narcotraffico che è sempre presente e ben radicato; questi due aspetti sono aiutati anche da una corruzione nell'apparato statale che non aiuta la parte onesta della polizia e della magistratura.
La dipendenza dal petrolio e quindi la poca diversificazione produttiva è da annoverare come problema non ancora risolto dato che l'economia venezuelana è basata principalmente sull'oro nero. Fortunatamente il Venezuela ha usufruito di un maggiore gettito fiscale in quest'ultimo decennio dettato dall'aumento costante del prezzo del petrolio fino al picco del 2008; oggi che il prezzo del petrolio è in rapida discesa il governo Chávez dovrà far fronte alla mancanza delle straordinarie entrate che fino a poco tempo fa il petrolio gli garantiva.
Il Venezuela, nel periodo in cui il neoliberismo stava mostrando tutti i suoi limiti, ha iniziato un processo di trasformazione molto profondo che non è esente da errori, rischi e problemi irrisolti. Gli intellettuali occidentali dovrebbe iniziare, finalmente, ad analizzare i cambiamenti dei dieci anni di governo Chávez in modo critico ma senza i preconcetti che da sempre li limitano.
Nessun commento:
Posta un commento