In Bolivia domenica 25 gennaio 2009 si è svolto il tanto atteso referendum per l'approvazione della nuova Costituzione voluta dal presidente Evo Morales ed osteggiata dai governatori delle ricche regioni di Tarija, Pando, Beni, Santa Cruz e Chuquisaca (mezza luna).
Il referendum ha approvato il nuovo testo costituzionale con circa il 60% dei voti favorevoli; in alcune regioni "ribelli" della mezza luna la costituzione è stata bocciata (Tarija, e Santa Cruz) mentre nelle altre si è avuto un sostanziale pareggio. Nelle regioni con la più alta densità di popolazione indigena i favorevoli al referendum sono stati la netta maggioranza.
La nuova costituzione rivisitata, integrata e corretta in più di 400 articoli sancisce nuove autonomie etniche e regionali, sancisce la sovranità delle risorse naturali del paese, debella i latifondi imponendo un limite massimo alla proprietà privata (al massimo 5mila ettari di terra) grazie ad una ampia riforma agraria, la possibilità di eleggere un presidente per due mandati ed infine pone sullo stesso piano la religione cristiana e le religioni indigene centrate sulla Pachamama Inca.
Morales commentando la vittoria delle urne ha sottolineato varie volte che durante la giornata di votazione non si sono verificati atti violenti ha poi continuato affermando che "Oggi da qui comincia una nuova Bolivia. Da oggi inizia la rifondazione della Bolivia. Niente fermerà la trasformazione profonda e democratica. Milioni e milioni di cittadini boliviani garantiranno la rifondazione del Paese".
Evo Morales è il presidente della Bolivia da circa tre anni ed in questo periodo insieme al suo governo, democraticamente eletto, è riuscito a mantenere sotto controllo l'inflazione, a sconfiggere l'analfabetismo, il paese è cresciuto ad un ritmo medio del 6% l'anno, le fasce più deboli e povere della popolazione hanno riacquistato la dignità persa in innumerevoli anni di sfruttamento ma ci sono molte altre ingiustizie sociali che ancora esistono. La speranza dei boliviani sono riposte anche in questa nuova e più giusta Costituzione.
Il referendum ha approvato il nuovo testo costituzionale con circa il 60% dei voti favorevoli; in alcune regioni "ribelli" della mezza luna la costituzione è stata bocciata (Tarija, e Santa Cruz) mentre nelle altre si è avuto un sostanziale pareggio. Nelle regioni con la più alta densità di popolazione indigena i favorevoli al referendum sono stati la netta maggioranza.
La nuova costituzione rivisitata, integrata e corretta in più di 400 articoli sancisce nuove autonomie etniche e regionali, sancisce la sovranità delle risorse naturali del paese, debella i latifondi imponendo un limite massimo alla proprietà privata (al massimo 5mila ettari di terra) grazie ad una ampia riforma agraria, la possibilità di eleggere un presidente per due mandati ed infine pone sullo stesso piano la religione cristiana e le religioni indigene centrate sulla Pachamama Inca.
Morales commentando la vittoria delle urne ha sottolineato varie volte che durante la giornata di votazione non si sono verificati atti violenti ha poi continuato affermando che "Oggi da qui comincia una nuova Bolivia. Da oggi inizia la rifondazione della Bolivia. Niente fermerà la trasformazione profonda e democratica. Milioni e milioni di cittadini boliviani garantiranno la rifondazione del Paese".
Evo Morales è il presidente della Bolivia da circa tre anni ed in questo periodo insieme al suo governo, democraticamente eletto, è riuscito a mantenere sotto controllo l'inflazione, a sconfiggere l'analfabetismo, il paese è cresciuto ad un ritmo medio del 6% l'anno, le fasce più deboli e povere della popolazione hanno riacquistato la dignità persa in innumerevoli anni di sfruttamento ma ci sono molte altre ingiustizie sociali che ancora esistono. La speranza dei boliviani sono riposte anche in questa nuova e più giusta Costituzione.
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