In Argentina con l'approvazione nel 1994 della Costituzione le popolazioni indigene hanno visto cancellato ogni loro diritto "ancestrale", ma oggi con gli enormi cambiamenti che si sono verificati in tutto il continente Latino Americano (l'elezione dell'Indio Evo Morales a presidente della Bolivia ed altri riconoscimenti giuridici in alcune Nazioni sud americane) hanno dato un impulso significativo alle popolazioni indigene per rivendicare i propri diritti negati nel secolo passato
Le popolazioni indigene che abitano in Argentina sono circa 35 e le più numerose sono i Mapuches, i Kollas, i Tobas (che si trovano nel nord-est del paese ed a Buenos Aires), i Wichí (nel nord), Guaraníes (nel nord ed a Buenos Aires) ed i Diaguitas (nel nord-est); il loro numero, secondo l'ultimo censimento del 2005, è di circa 400 mila unità che equivale a poco più del 1% di tutta la popolazione argentina.
Ogni popolo indigeno ha le sue caratteristiche ben definite come la lingua e le tradizioni culturali e religione ma tutti chiedono, allo stato centrale, il riconoscimento delle loro terre ancestrali con un atto formale, la fine delle discriminazioni e quindi il completo diritto alla sanità, all'istruzione con l'integrazione dell'insegnamento della lingua e cultura di ogni popolo indigeno, la possibilità di poter essere eletti in una carica pubblica, il rispetto delle autorità indigene ed anche il riconoscimento da parte del governo centrale argentino di regioni in cui i Mapuches per esempio possano esercitare il loro diritto e la loro autodeterminazione.
I Kollas che abitano nella città di Humahuaca, per esempio, hanno formato un partito politico (Movimiento de Participación Comunitaria - MPC) che nelle elezioni locali del 2007 è riuscito a diventare il terzo partito anche se, a causa delle leggi discriminatorie, non le è stato possibile aggiungere al nome la parola "indigena" e neanche di usare la bandiera wiphala (simbolo dell'impero Inca); questi problemi non hanno bloccato il movimento che ha deciso di presentarsi nel 2009 in tutta la regione del Jujuy per cercare di far eleggere i propri candidati sia a livello locale che nazionale.
Le popolazioni dei Kollas di altre regioni hanno preferito non creare un movimento politico ma hanno intrapreso una "lotta" civile per la restituzione di circa un milione di ettari di terra da sempre appartenuti a loro ma che in vari periodi storici sono stati loro sottratti.
Dopo molti secoli in cui le popolazioni indigene si erano isolate tra loro oggi sono ritornate a parlare ed hanno scoperto di avere molti punti in comune su cui vale la pena unirsi. L'unione amplificherà le singole voci per rivendicare il diritto all'autodeterminazione che non significa creare un nuovo stato distinto dall'Argentina ma solamente gestire le terre e le risorse minerarie con il massimo rispetto dell'ambiente come le loro culture millenarie insegnano.
Le popolazioni indigene che abitano in Argentina sono circa 35 e le più numerose sono i Mapuches, i Kollas, i Tobas (che si trovano nel nord-est del paese ed a Buenos Aires), i Wichí (nel nord), Guaraníes (nel nord ed a Buenos Aires) ed i Diaguitas (nel nord-est); il loro numero, secondo l'ultimo censimento del 2005, è di circa 400 mila unità che equivale a poco più del 1% di tutta la popolazione argentina.
Ogni popolo indigeno ha le sue caratteristiche ben definite come la lingua e le tradizioni culturali e religione ma tutti chiedono, allo stato centrale, il riconoscimento delle loro terre ancestrali con un atto formale, la fine delle discriminazioni e quindi il completo diritto alla sanità, all'istruzione con l'integrazione dell'insegnamento della lingua e cultura di ogni popolo indigeno, la possibilità di poter essere eletti in una carica pubblica, il rispetto delle autorità indigene ed anche il riconoscimento da parte del governo centrale argentino di regioni in cui i Mapuches per esempio possano esercitare il loro diritto e la loro autodeterminazione.
I Kollas che abitano nella città di Humahuaca, per esempio, hanno formato un partito politico (Movimiento de Participación Comunitaria - MPC) che nelle elezioni locali del 2007 è riuscito a diventare il terzo partito anche se, a causa delle leggi discriminatorie, non le è stato possibile aggiungere al nome la parola "indigena" e neanche di usare la bandiera wiphala (simbolo dell'impero Inca); questi problemi non hanno bloccato il movimento che ha deciso di presentarsi nel 2009 in tutta la regione del Jujuy per cercare di far eleggere i propri candidati sia a livello locale che nazionale.
Le popolazioni dei Kollas di altre regioni hanno preferito non creare un movimento politico ma hanno intrapreso una "lotta" civile per la restituzione di circa un milione di ettari di terra da sempre appartenuti a loro ma che in vari periodi storici sono stati loro sottratti.
Dopo molti secoli in cui le popolazioni indigene si erano isolate tra loro oggi sono ritornate a parlare ed hanno scoperto di avere molti punti in comune su cui vale la pena unirsi. L'unione amplificherà le singole voci per rivendicare il diritto all'autodeterminazione che non significa creare un nuovo stato distinto dall'Argentina ma solamente gestire le terre e le risorse minerarie con il massimo rispetto dell'ambiente come le loro culture millenarie insegnano.
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