Con la conclusione dello sciopero della fame degli ultimi dieci Mapuche, incarcerati nel carcere di Angol, si apre una nuova fase nel conflitto tra popolo Mapuche e Cile.
Il primo passo è la riforma della Ley Antiterrorista, successivamente il popolo Mapuche addende di aver "riconosciuti i propri diritti all'uguaglianza e alla pari dignità" e successivamente il governo centrale dovrà dar vita al Plan Araucanía (che prevede uno stanziamento di circa quattromila milioni di dollari per migliorare le condizioni di vita degli abitanti della regione, a 700km a sud di Santiago del Cile, in cui scarseggiano acqua e infrastrutture).
Con la revisione della Ley Antiterrorista, istituita dalla giunta militare di Pinochet, saranno riformulate le accuse in base alla legge ordinaria verso i 35 Mapuche (incarcerati per aver appiccato il fuoco a una proprietà terriera e ad alcuni macchinari agricoli) perché a causa della legge creata di Pinochet rischiavano fino a cento anni di carcere.
Il governo ha creato una commissioni interministeriale per attuare un progetto di riforma della Corporación Nacional de Desarrollo Indígena (Conadi) e la creazione dell'Agenzia di sviluppo indigeno.
Secondo l'analisi dei rappresentanti del popolo Mapuche questi cambiamenti serviranno solo e soltanto per ridimensionare ogni diritto dei popoli originari. Con queste riforme verranno gli accordi del Convegno 169 (dell'Organizzazione internazionale del lavoro) ratificato dal Cile nel settembre 2008.
Il governo tenta di ribadire che la nazione cilena è "una, indivisibile e multiculturale [...] ogni comunità deve conservare, rafforzare e sviluppare la propria identità, cultura, lingua, istituzioni e tradizione e partecipare nella vita economica, sociale, politica e culturale del paese nella forma che stabilisce l'ordinamento nazionale". Così facendo il popolo Mapuche e gli altri popoli indigeni perderebbero lo status di soggetto giuridico e quindi ogni diritto collegato allo status andando così ad interessare le terre e le acque ancestrali.
Con questa mossa politica il governo Piñera riconosce i diritti dei singoli cittadini, siano essi indio oppure no, ma spoglia di ogni diritto "i popoli indigeni potranno organizzare la loro vita in accordo ai loro costumi, sempre che questi non contravvengano la Constitución e le leggi" che non potranno più amministrare secondo la propria legge ancestrale i propri territori.
Se ciò che, per adesso, è stato solamente abbozzato dal governo Piñera si avverasse allora il conflitto tra popolo Mapuche e governo cileno si riacuirebbe sicuramente.
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