All'inizio di febbraio 2010 in Paraguay il Ministro dell'Interno, Rafael Filizzola, ha autorizzato un'operazione militare contro i membri del Ejercito del Pueblo Paraguayo (Epp), che negli ultimi anni si sono macchiati di numerosi sequestri di persona in tutto il paese.
L'operazione militare doveva arrestare i capi del EPP e scovare i luoghi dove si rifugiavano e dove nascondevano le armi rubate all'esercito nei vari attacchi da loro pianificati; ma ha portato all'arresto di 15 persone e soprattutto senza una vera e propria accusa.
Nel gruppo delle persone fermate figurano anche alcuni leader di alcune comunità contadine che lottano per la riforma agraria e per una maggiore giustizia sociale nel Paese.
Dopo l'arresto di queste 15 persone sono iniziate a trapelare alcune notizie in cui sui metodi con i quali l'esercito avrebbe interrogato gli arrestati , per questo il Codehupy (Coordinadora de los Derechos Humanos del Paraguay) ha richiesto formalmente al Ministro dell'Interno che gli interrogatori e la detenzione avvenga "evitando le violazioni dei diritti civili, torture, abusi fisici e psichici, soprattutto contro membri delle associazioni di campesinos e contro dirigenti locali del Codehupy".
Secondo alcune indiscrezioni che provengono sia dal Governo centrale che dai governi delle aree in cui si è svolta l'operazione militare sembra che i leader dei movimenti campesinos siano stati arrestati perché hanno apertamente contestato l'operato del Ministro dell'Interno. Filizzola in varie occasioni ha dichiarato: "le organizzazioni sociali ed i difensori dei diritti umani sono i criminali a cui polizia e esercito stanno dando la caccia. Oggi ci sono persone che devono darsi una collocazione: o fanno parte di una organizzazione per i diritti umani o assumono il ruolo di difensori delle persone che oggi sono sospettate di far parte di questa organizzazione criminale".
Contro queste parole si è schierata sia la società civile sia il governatore di San Pedro, Josè Ledesma, (molto vicino al Presidente Lugo) che ha chiesto al Presidente "di evitare di porre lotta sociale e per i diritti umani" al solito livello degli appartenenti all' Ejercito del Pueblo Paraguayo .
Ancora prove certe della violazione dei diritti umani da parte dell'esercito nell'operazione contro EPP non ve ne sono ma se vi fossero state violazioni queste dovrebbero far pensare a quanto è difficile riuscire a liberarsi dei metodi repressivi ereditati dalle passate dittature militari.
L'operazione militare doveva arrestare i capi del EPP e scovare i luoghi dove si rifugiavano e dove nascondevano le armi rubate all'esercito nei vari attacchi da loro pianificati; ma ha portato all'arresto di 15 persone e soprattutto senza una vera e propria accusa.
Nel gruppo delle persone fermate figurano anche alcuni leader di alcune comunità contadine che lottano per la riforma agraria e per una maggiore giustizia sociale nel Paese.
Dopo l'arresto di queste 15 persone sono iniziate a trapelare alcune notizie in cui sui metodi con i quali l'esercito avrebbe interrogato gli arrestati , per questo il Codehupy (Coordinadora de los Derechos Humanos del Paraguay) ha richiesto formalmente al Ministro dell'Interno che gli interrogatori e la detenzione avvenga "evitando le violazioni dei diritti civili, torture, abusi fisici e psichici, soprattutto contro membri delle associazioni di campesinos e contro dirigenti locali del Codehupy".
Secondo alcune indiscrezioni che provengono sia dal Governo centrale che dai governi delle aree in cui si è svolta l'operazione militare sembra che i leader dei movimenti campesinos siano stati arrestati perché hanno apertamente contestato l'operato del Ministro dell'Interno. Filizzola in varie occasioni ha dichiarato: "le organizzazioni sociali ed i difensori dei diritti umani sono i criminali a cui polizia e esercito stanno dando la caccia. Oggi ci sono persone che devono darsi una collocazione: o fanno parte di una organizzazione per i diritti umani o assumono il ruolo di difensori delle persone che oggi sono sospettate di far parte di questa organizzazione criminale".
Contro queste parole si è schierata sia la società civile sia il governatore di San Pedro, Josè Ledesma, (molto vicino al Presidente Lugo) che ha chiesto al Presidente "di evitare di porre lotta sociale e per i diritti umani" al solito livello degli appartenenti all' Ejercito del Pueblo Paraguayo .
Ancora prove certe della violazione dei diritti umani da parte dell'esercito nell'operazione contro EPP non ve ne sono ma se vi fossero state violazioni queste dovrebbero far pensare a quanto è difficile riuscire a liberarsi dei metodi repressivi ereditati dalle passate dittature militari.
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