Le elezione del 17 gennaio 2010 hanno decretato la vittoria del candidato della destra Sebastián Piñera che ha sconfitto il candidato dell’alleanza tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista, Eduardo Frei.
La vittoria di Piñera dopo venti anni di governi di centro-sinistra sancisce la fine di un modello politico-economico che non ha mai voluto rompere con il passato liberista. Oggi il Berlusconi cileno (Piñera è chiamato così a causa della concentrazione di potere economico, mediatico e per le vicende di corruzione) ha promesso di cambiare lo Stato per aiutare le fasce povere della popolazione e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico del paese.
La sconfitta del centro-sinistra era prevedibile: la candidatura dell'ex presidente negli anni '90, Eduardo Frei, non ha entusiasmato gli elettori, la scelta è ricaduta su Frei per cercare di consolidare la precaria alleanza tra la Democrazia Cristiana ed il rinnovato Partito Socialista.
Con l'elezione di Piñera sembra che il Cile abbia svoltato a destra; ma per effettuare una vera svolta è necessario che precedentemente il paese fosse stato guidato con una politica di "sinistra". La politica cilena dopo la fine della dittatura di Pinochet non ha mai sostenuto i settori più poveri e deboli della popolazione a partire dall'educazione, dalla sanità e dalla previdenza sociale. E' anche necessario ricordare che la Concertazione in Cile (CD nata dall'alleanza tra la Democrazia Cristiana ed il rinnovato Partito Socialista rinnovato) ha basato la sua politica economica sulla privatizzazione dell'economia guidata dallo Stato e facendo del modello neo liberale il modello di sviluppo del Cile.
Oltre ai programmi economici vicini al FMI ed agli USA i governi cileni, dalla fine della dittatura di Pinochet, si sono macchiati di una sanguinosa repressione contro i popoli ancestrali come il popolo Mapuche. I Mapuche hanno subito molti "attacchi" da parte dei carabineros in cui sono stati uccisi ed incarcerati numerosi indio; coloro che sono ancora oggi agli arresti subiscono un regime di carcerazione particolarmente duro perché i reati a loro contestati sono assimilati ad atti terroristici per le leggi "anti-terroriste" promulgate nel 1984 da Pinochet e che in 20 anni di governi di "sinistra" non sono state abolite.
Da ricordare è anche il grande disinteresse dei cileni per la politica; la Concertación Democrática nei venti anni di governo non ha mai tentato di dare un impulso alla partecipazione della popolazione nella vita politica del paese.
In questa ultima tornata elettorale dei circa 12 milioni di persone ci sono 4 milioni che avrebbero il diritto al voto ma non si sono iscritti alle liste elettorali e degli 8 milioni di elettori iscritti hanno partecipato al voto poco più di 6 milioni di cileni pari al 52% dei potenziali elettori.
La vittoria di Piñera dopo venti anni di governi di centro-sinistra sancisce la fine di un modello politico-economico che non ha mai voluto rompere con il passato liberista. Oggi il Berlusconi cileno (Piñera è chiamato così a causa della concentrazione di potere economico, mediatico e per le vicende di corruzione) ha promesso di cambiare lo Stato per aiutare le fasce povere della popolazione e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico del paese.
La sconfitta del centro-sinistra era prevedibile: la candidatura dell'ex presidente negli anni '90, Eduardo Frei, non ha entusiasmato gli elettori, la scelta è ricaduta su Frei per cercare di consolidare la precaria alleanza tra la Democrazia Cristiana ed il rinnovato Partito Socialista.
Con l'elezione di Piñera sembra che il Cile abbia svoltato a destra; ma per effettuare una vera svolta è necessario che precedentemente il paese fosse stato guidato con una politica di "sinistra". La politica cilena dopo la fine della dittatura di Pinochet non ha mai sostenuto i settori più poveri e deboli della popolazione a partire dall'educazione, dalla sanità e dalla previdenza sociale. E' anche necessario ricordare che la Concertazione in Cile (CD nata dall'alleanza tra la Democrazia Cristiana ed il rinnovato Partito Socialista rinnovato) ha basato la sua politica economica sulla privatizzazione dell'economia guidata dallo Stato e facendo del modello neo liberale il modello di sviluppo del Cile.
Oltre ai programmi economici vicini al FMI ed agli USA i governi cileni, dalla fine della dittatura di Pinochet, si sono macchiati di una sanguinosa repressione contro i popoli ancestrali come il popolo Mapuche. I Mapuche hanno subito molti "attacchi" da parte dei carabineros in cui sono stati uccisi ed incarcerati numerosi indio; coloro che sono ancora oggi agli arresti subiscono un regime di carcerazione particolarmente duro perché i reati a loro contestati sono assimilati ad atti terroristici per le leggi "anti-terroriste" promulgate nel 1984 da Pinochet e che in 20 anni di governi di "sinistra" non sono state abolite.
Da ricordare è anche il grande disinteresse dei cileni per la politica; la Concertación Democrática nei venti anni di governo non ha mai tentato di dare un impulso alla partecipazione della popolazione nella vita politica del paese.
In questa ultima tornata elettorale dei circa 12 milioni di persone ci sono 4 milioni che avrebbero il diritto al voto ma non si sono iscritti alle liste elettorali e degli 8 milioni di elettori iscritti hanno partecipato al voto poco più di 6 milioni di cileni pari al 52% dei potenziali elettori.
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