Il 13 maggio 2008 sono stati estradati dalla Colombia negli USA 14 potentissimi capi delle organizzazioni paramilitari colombiane prevalentemente delle AUC(Autodifesa unita della Colombia); spiccano i nomi di Mancuso, Jorge Quaranta, Gordolindo, Don Berna, Cuco Vanoy e Hernan Giraldo.
Il più importante sicuramente è Salvatore Mancuso capo delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia) nato in Colombia ma da genitori di origine calabrese; in tutti gli anni in cui ha diretto le AUC ha gestito narcotraffico e altre attività criminali, nelle quali spicca l’acquisto di terreni agricoli, circa 6 milioni di ettari, a prezzi irrisori grazie al terrore che i paramilitari diffondevano tra i piccoli proprietari locali.
Il governo di Uribe con un comunicato molto sorprendente ne ha ordinato l'estradizione per narcotraffico internazionale.
Uribe con questa mossa a sorprendente ha mutato gli equilibri interni che sembravano immodificabili tra politica e paracos (paramilitari dediti al narcotraffico); al tempo dell'arresto dei capi paramilitari il governo si accordò con loro e gli propose di confessare tutte le loro colpe e accettare di consegnare i loro beni allo Stato, che poi li avrebbe usati per risarcire le vittime; in questo modo si sarebbero assicurati pene più lievi e senza estradizione.
Oggi, evidentemente, qualche accordo è stato violato dato che la versione ufficiale del ministero degli Interni colombiano afferma che alcuni di loro hanno continuato a dirigere i propri traffici ed uomini oltre a non aver consegnato i loro beni allo Stato.
Ma la vera motivazione è da ricercarsi altrove, l'estradizione dei paracos arriva nel momento in cui Uribe è nel pieno scandalo sulla collusione fra politica e paramilitarismo che lo sta vedendo protagonista. Le accuse ad Uribe sono in gran parte basate sulle testimonianze dei dirigenti paramilitari che oggi sono nelle carceri USA. Con questa trovata Uribe ha allontanato i testimoni più scomodi ed ha reso molto più lungo e difficile il lavoro dei magistrati che stanno portando avanti le indagini sui legami tra lui ed i paracos. Chissà se i giudici colombiani avranno il permesso dal governo statunitense per fare visita ai detenuti ed interrogarli sui molti punti che ancora non sono stati chiariti come i particolari legami tra Uribe ed i sui collaboratori più stretti ed i paramilitari nella regione di Antioquia in cui Uribe ha costruito la carriera politica dagli inizi; oppure come gli intricati ed ancora incompresi rapporti fra le multinazionali delle banane, le Auc ed i politici che fanno capo sempre al presidente colombiano.
Adesso auspichiamo che con l'estradizione dei capi paracos la ricerca della verità sia stata agevolata e non intralciata come invece si nota da una riflessione più approfondita e dalla mossa di Uribe e del suo seguito.
Il più importante sicuramente è Salvatore Mancuso capo delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia) nato in Colombia ma da genitori di origine calabrese; in tutti gli anni in cui ha diretto le AUC ha gestito narcotraffico e altre attività criminali, nelle quali spicca l’acquisto di terreni agricoli, circa 6 milioni di ettari, a prezzi irrisori grazie al terrore che i paramilitari diffondevano tra i piccoli proprietari locali.
Il governo di Uribe con un comunicato molto sorprendente ne ha ordinato l'estradizione per narcotraffico internazionale.
Uribe con questa mossa a sorprendente ha mutato gli equilibri interni che sembravano immodificabili tra politica e paracos (paramilitari dediti al narcotraffico); al tempo dell'arresto dei capi paramilitari il governo si accordò con loro e gli propose di confessare tutte le loro colpe e accettare di consegnare i loro beni allo Stato, che poi li avrebbe usati per risarcire le vittime; in questo modo si sarebbero assicurati pene più lievi e senza estradizione.
Oggi, evidentemente, qualche accordo è stato violato dato che la versione ufficiale del ministero degli Interni colombiano afferma che alcuni di loro hanno continuato a dirigere i propri traffici ed uomini oltre a non aver consegnato i loro beni allo Stato.
Ma la vera motivazione è da ricercarsi altrove, l'estradizione dei paracos arriva nel momento in cui Uribe è nel pieno scandalo sulla collusione fra politica e paramilitarismo che lo sta vedendo protagonista. Le accuse ad Uribe sono in gran parte basate sulle testimonianze dei dirigenti paramilitari che oggi sono nelle carceri USA. Con questa trovata Uribe ha allontanato i testimoni più scomodi ed ha reso molto più lungo e difficile il lavoro dei magistrati che stanno portando avanti le indagini sui legami tra lui ed i paracos. Chissà se i giudici colombiani avranno il permesso dal governo statunitense per fare visita ai detenuti ed interrogarli sui molti punti che ancora non sono stati chiariti come i particolari legami tra Uribe ed i sui collaboratori più stretti ed i paramilitari nella regione di Antioquia in cui Uribe ha costruito la carriera politica dagli inizi; oppure come gli intricati ed ancora incompresi rapporti fra le multinazionali delle banane, le Auc ed i politici che fanno capo sempre al presidente colombiano.
Adesso auspichiamo che con l'estradizione dei capi paracos la ricerca della verità sia stata agevolata e non intralciata come invece si nota da una riflessione più approfondita e dalla mossa di Uribe e del suo seguito.
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