domenica 15 novembre 2009

Honduras: verso le elezioni farsa

Il colpo di stato effettuato il 28 giugno 2009 sembrava superato dagli accordo per il ritorno alla democrazia ratificato nell'ottobre 2009 dal presidente legittimo e destituito, Zelaya, e dal dittatore Micheletti. L'accordo voluto, anzi imposto, dagli USA non è mai stato attuato e così oggi l'Honduras vive un nuovo momento di crisi perché il governo golpista di Micheletti lo ha rinnegato in toto non permettendo al legittimo presidente il ritorno nel paese. Il governo Micheletti ha incassato da parte degli USA. il riconoscimento ufficiale delle elezioni che si terranno a fine novembre.
Stando così i fatti i golpisti si sono assicurati il riconoscimento formale e l'appoggio statunitense.
Con tutte queste premesse il Fronte Nazionale di Resistenza contro il colpo di stato ha deciso di boicottare le elezioni e quindi di ritirare il proprio candidato Carlos H. Reyes; la decisione è stata presa dopo una consultazione interna che ha visto il voto di 15.000 persone delle quali circa il 94% si è espresso a favore del boicottaggio.

Con la decisione del Frente di non partecipare alle elezioni pilotate apre una nuova fase di resistenza civile che conta già cinque mesi di lotte. Sarà molto difficile per il popolo honduregno riuscire a resistere alle pressioni che arriveranno, a dire il vero sono già arrivate, dell'esterno (USA) e dall'interno (militari e formazioni paramilitari); oltre a questo si deve riflettere sul ruolo dei media internazionali che hanno deciso di stendere una cortina di fumo per far dimenticare all'opinione pubblica il nuovo esperimento di instaurazione da parte statunitense di un governo fantoccio come accadde già nel XX secolo in Sud America.

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