n Cile il governo della signora Bachelet sta portando avanti in Senato una modifica costituzionale che limita i diritti dei popoli nativi, negando così la validità della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni del Onu (Convegno 169 ).
La modifica costituzionale elimina il riconoscimento di ogni popolo indigeno come soggetto giuridico; questa modifica implica l'eliminazione dei diritti che ogni comunità ha sulle acque che scorrono sui loro territori ancestrali e la relativa eliminazione del diritto indio che il Convegno 169 la Costituzione cilena riconoscono.
Il nuovo articolo della Costituzione sancirebbe che la nazione cilena è "una, indivisibile e multiculturale [...] Lo Stato riconosce l'esistenza dei popoli indigeni che abitano il loro territorio e il diritto delle sue comunità, organizzazioni, membri..." quindi solo gli individui avrebbero dei diritti riconosciuti dalla Costituzione mentre i popoli non avrebbero nessun diritto.
Alle comunità native verrebbe riconosciuto il il diritto a "conservare, rafforzare e sviluppare la propria identità, cultura, lingua, istituzioni e tradizione e a partecipare nella vita economica, sociale, politica e culturale del paese nella forma che stabilisce l'ordinamento nazionale".
La riforma costituzionale eliminerebbe il diritto dei popoli a vigilare sulle proprie terre secondo le loro leggi ancestrali ("I popoli indigeni potranno organizzare la loro vita in accordo ai loro costumi, sempre che questi non contravvengano la Constitución e le leggi dello Stato").
La modifica è stata approvata rapidamente dalla Comisión de Constitución, Legislación y Justicia y Reglamento del Senato con un'inusuale dibattito a porte chiuse oltre a non aver rispettato alcuni principi fondamentali, sottoscritti dal Cile nel 2008 durante il Convegno 169, come quello di "consultare i popoli interessati mediante procedimenti adeguati e attraverso le loro istituzioni rappresentative".
La rapidità della procedura è da spiegarsi anche dal fatto che i Mapuche e altri popoli indigeni dell'area andina hanno denunciato con vigore, e giustamente, agli organi per la difesa dei diritti umani, alla Oit, all'Onu e alla comunità internazionale quello che sta accadendo nel loro paese.
Grazie a queste denunce il il Commissario Onu presto dovrebbe recarsi in Cile per avere dei colloqui con l'esecutivo che ha già invitato a sospendere la riforma fino al termine degli incontri ma il ministro Viera Gallo ha ribadito più volte che l'iter della riforma deve essere velocizzato.
Con tutte queste premesse risulta chiaro che il Governo della presidentessa Bachelet desidera incontrare il Commissario dell'ONU solo dopo l'approvazione della Riforma costituzionale oltre a voler eliminare ogni diritto alle popolazioni indio.
La modifica costituzionale elimina il riconoscimento di ogni popolo indigeno come soggetto giuridico; questa modifica implica l'eliminazione dei diritti che ogni comunità ha sulle acque che scorrono sui loro territori ancestrali e la relativa eliminazione del diritto indio che il Convegno 169 la Costituzione cilena riconoscono.
Il nuovo articolo della Costituzione sancirebbe che la nazione cilena è "una, indivisibile e multiculturale [...] Lo Stato riconosce l'esistenza dei popoli indigeni che abitano il loro territorio e il diritto delle sue comunità, organizzazioni, membri..." quindi solo gli individui avrebbero dei diritti riconosciuti dalla Costituzione mentre i popoli non avrebbero nessun diritto.
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3 commenti:
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