Il presidente della Colombia Álvaro Uribe il 31 ottobre 2008, ha rimosso circa 30 militari tra ufficiali, sottufficiali e tre generali che, dopo accurate indagini militari, sarebbero implicati nello scandalo dei "falsos positivos".
I "falsos positivos" sono persone che vengono fatte passare da guerriglieri, (soprattutto contadini, attivisti sociali e giovani che vivono nei sobborghi delle grandi città) sequestrate, giustiziate ed infine trasportate in aree rurali dove viene inscenato un conflitto a fuoco contro l'esercito e la polizia.
Uribe nel suo intervento per spiegare l'accaduto alla nazione ha affermato: "Alcune persone sono coinvolte in crimini risultato di una confabulazione tra delinquenti e appartenenti all'esercito, che hanno come interesse assassinare innocenti per dare la sensazione che si stiano combattendo i criminali in quelle regioni, quando i veri criminali sono associati all'esercito per commettere quei crimini".
Le parole di Uribe suonano come false e strumentali dato che è lui il comandante in capo dell'esercito e che è proprio lo stato maggiore dell'esercito colombiano ad aver ideato una specie di sistema che premia con denaro e licenze i soldati se uccidono guerriglieri o criminali; quindi è stato il Governo che ha dato il via a questa spirale di violenza basata sul numero di cadaveri che si riesce a lasciare sull'asfalto.
Sempre il 31 di ottobre le organizzazioni che si occupano di diritti umani in Colombia e riunite nel Cceeu (Coordinazione Colombia Europa Stati Uniti) hanno presentato i dati del loro lavoro soffermandosi sul rapporto dal titolo "Esecuzioni extra giudiziarie: realtà innegabile".
I dati che hanno raccolto sono incredibili e sono la diretta conseguenza della politica del governo che ha varato il piano di "Seguridad democrática" nel giugno del 2002. Dalla nascita del piano di "Seguridad democrática" fino al giugno del 2007 il rapporto parla di 1000 esecuzioni extra giudiziarie e di 235 desaparecidos la cui responsabilità ricade su esercito e polizia.
Oltre a questi dati ormai ufficiali si sommano i 360 morti che la Cceeu ha contato dal luglio 2007 fino ad oggi. Tutti questi casi sono oggetto di indagini da parte della Corte Penale Internazionale.
La Corte Penale Internazionale ha avviato indagini approfondite per i rapporti tra paramilitari e politici a cui si sommano quelle per le violazioni dei diritti umani (La corte penale internazionale in Colombia).
Uribe non si ricorda che nel giugno 2007 affermò: "Adesso la strategia della guerriglia è un'altra. Ogni volta che si uccide un guerrigliero immediatamente si mobilitano i suoi portavoce nazionali e internazionali per dire che si è trattato di una esecuzione extra giudiziaria, però le forze armate hanno posto tutta l'attenzione necessaria per non dar luogo a queste accuse".
Non è che la sua nuova posizione è frutto proprio del momento di grande pressione che sta vivendo il suo esecutivo, alle prese con i rapporti tra paramilitari e politici e le violazioni dei diritti umani su cui la Corte Penale Internazionale ha avviato indagini approfondite?
I "falsos positivos" sono persone che vengono fatte passare da guerriglieri, (soprattutto contadini, attivisti sociali e giovani che vivono nei sobborghi delle grandi città) sequestrate, giustiziate ed infine trasportate in aree rurali dove viene inscenato un conflitto a fuoco contro l'esercito e la polizia.
Uribe nel suo intervento per spiegare l'accaduto alla nazione ha affermato: "Alcune persone sono coinvolte in crimini risultato di una confabulazione tra delinquenti e appartenenti all'esercito, che hanno come interesse assassinare innocenti per dare la sensazione che si stiano combattendo i criminali in quelle regioni, quando i veri criminali sono associati all'esercito per commettere quei crimini".
Le parole di Uribe suonano come false e strumentali dato che è lui il comandante in capo dell'esercito e che è proprio lo stato maggiore dell'esercito colombiano ad aver ideato una specie di sistema che premia con denaro e licenze i soldati se uccidono guerriglieri o criminali; quindi è stato il Governo che ha dato il via a questa spirale di violenza basata sul numero di cadaveri che si riesce a lasciare sull'asfalto.
Sempre il 31 di ottobre le organizzazioni che si occupano di diritti umani in Colombia e riunite nel Cceeu (Coordinazione Colombia Europa Stati Uniti) hanno presentato i dati del loro lavoro soffermandosi sul rapporto dal titolo "Esecuzioni extra giudiziarie: realtà innegabile".
I dati che hanno raccolto sono incredibili e sono la diretta conseguenza della politica del governo che ha varato il piano di "Seguridad democrática" nel giugno del 2002. Dalla nascita del piano di "Seguridad democrática" fino al giugno del 2007 il rapporto parla di 1000 esecuzioni extra giudiziarie e di 235 desaparecidos la cui responsabilità ricade su esercito e polizia.
Oltre a questi dati ormai ufficiali si sommano i 360 morti che la Cceeu ha contato dal luglio 2007 fino ad oggi. Tutti questi casi sono oggetto di indagini da parte della Corte Penale Internazionale.
La Corte Penale Internazionale ha avviato indagini approfondite per i rapporti tra paramilitari e politici a cui si sommano quelle per le violazioni dei diritti umani (La corte penale internazionale in Colombia).
Uribe non si ricorda che nel giugno 2007 affermò: "Adesso la strategia della guerriglia è un'altra. Ogni volta che si uccide un guerrigliero immediatamente si mobilitano i suoi portavoce nazionali e internazionali per dire che si è trattato di una esecuzione extra giudiziaria, però le forze armate hanno posto tutta l'attenzione necessaria per non dar luogo a queste accuse".
Non è che la sua nuova posizione è frutto proprio del momento di grande pressione che sta vivendo il suo esecutivo, alle prese con i rapporti tra paramilitari e politici e le violazioni dei diritti umani su cui la Corte Penale Internazionale ha avviato indagini approfondite?
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