In Messico la Procura Generale della Repubblica per contrastare i trafficanti di droga ed i loro cartelli ha organizzato vari filoni di indagini ed una di queste ha il nome di Limpieza (pulizia).
L'operazione Limpieza è scattata lo scorso ottobre ed ha già portato ad alcune incriminazioni ed arresti eccellenti come quello di Gerardo Garay, che è stato costretto a dimettersi dal ruolo di vicecapo della Polizia Federale Preventiva perché accusato di trasmettere ai cartelli dei narcos informazioni sulle indagini.
Ricardo Gutierrez Vargas, capo dell'Interpol messicana, è stato arrestato domenica 16 novembre con l'accusa di aver anche lui rivelato informazioni sulle indagini e sui blitz che l'Interpol avrebbe effettuato ai danni del cartello di Sinaloa.
Vargas è stato accusato da Beltran Leyva, un capo del cartello di Sinaloa, che ha avvalorato le intuizioni della polizia affermando che il capo dell'Interpol percepiva circa 400 mila dollari al mese per comunicare le informazioni e per la sua collaborazione nell'organizzare il traffico di droga in Messico e USA.
E insieme a Vargas sono indagati anche altri due importanti dirigenti del Siedo (Subproxuraduria de Investigacion Especializada en Delinquencia Organizada): Gerardo Garay e Rodolfo La Guardia attuale direttore del Despligue Regional dell'Agenzia Federale d'Investigazione.
Felipe Calderón, presidente messicano, per far fronte a questa massiccia offensiva dei cartelli della droga ha deciso di inviare l'esercito nelle zone dove lo Stato ha ormai di fatto perso il controllo della situazione.
A Tijuana, città a pochi chilometri dal confine statunitense, ormai da tempo controllata dai narcotrafficanti che si contendono il controllo dei flussi della droga a colpi di agguati e morti (dall'inizio del 2008 ci sono già stati oltre 650 morti assassinati), si avrà il dispiegamento di militari più ingente per cercare di riportare la situazione alla normalità.
La scelta di Calderón di inviare l'esercito è stata obbligata dalla situazione difficile. Se secondo le accuse, gli alti funzionari preposti a combattere i narcos fossero veramente legati ai narcotrafficanti, la situazione in Messico sarebbe ancor più drammatica di quanto non è oggi; basta ricordare che gli artefici della politica anti-narcos hanno da poco perso la vita in un misterioso incidente (Morti in Messico gli artefici della politica anti-narcos)
L'operazione Limpieza è scattata lo scorso ottobre ed ha già portato ad alcune incriminazioni ed arresti eccellenti come quello di Gerardo Garay, che è stato costretto a dimettersi dal ruolo di vicecapo della Polizia Federale Preventiva perché accusato di trasmettere ai cartelli dei narcos informazioni sulle indagini.
Ricardo Gutierrez Vargas, capo dell'Interpol messicana, è stato arrestato domenica 16 novembre con l'accusa di aver anche lui rivelato informazioni sulle indagini e sui blitz che l'Interpol avrebbe effettuato ai danni del cartello di Sinaloa.
Vargas è stato accusato da Beltran Leyva, un capo del cartello di Sinaloa, che ha avvalorato le intuizioni della polizia affermando che il capo dell'Interpol percepiva circa 400 mila dollari al mese per comunicare le informazioni e per la sua collaborazione nell'organizzare il traffico di droga in Messico e USA.
E insieme a Vargas sono indagati anche altri due importanti dirigenti del Siedo (Subproxuraduria de Investigacion Especializada en Delinquencia Organizada): Gerardo Garay e Rodolfo La Guardia attuale direttore del Despligue Regional dell'Agenzia Federale d'Investigazione.
Felipe Calderón, presidente messicano, per far fronte a questa massiccia offensiva dei cartelli della droga ha deciso di inviare l'esercito nelle zone dove lo Stato ha ormai di fatto perso il controllo della situazione.
A Tijuana, città a pochi chilometri dal confine statunitense, ormai da tempo controllata dai narcotrafficanti che si contendono il controllo dei flussi della droga a colpi di agguati e morti (dall'inizio del 2008 ci sono già stati oltre 650 morti assassinati), si avrà il dispiegamento di militari più ingente per cercare di riportare la situazione alla normalità.
La scelta di Calderón di inviare l'esercito è stata obbligata dalla situazione difficile. Se secondo le accuse, gli alti funzionari preposti a combattere i narcos fossero veramente legati ai narcotrafficanti, la situazione in Messico sarebbe ancor più drammatica di quanto non è oggi; basta ricordare che gli artefici della politica anti-narcos hanno da poco perso la vita in un misterioso incidente (Morti in Messico gli artefici della politica anti-narcos)
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