La Corte Penale Internazionale (CPI) ha inviato in Colombia, alla fine di agosto 2008, due suoi magistrati per capire se esistono gli estremi per dare il via alle indagini sui paracos ed i loro legami con politica.
I magistrati della CPI, Luis Moreno Ocampo e Baltasar Garzón, presenteranno i primi di ottobre la loro relazione ai loro colleghi e solo in quel momento decideranno se aprire o no le indagini; se venisse iniziato il procedimento questo sarebbe il primo caso in cui il CPI indaga fuori dal continente africano.
La visita di Ocampo e Garzón ha lo scopo di chiarire tre punti: l'estradizione dei capi paracos e le conseguenti difficoltà sui processi in corso (Indagato Alvaro Uribe per rapporti con i paramilitari e Paramilitari nella politica colombiana), le interferenze del potere esecutivo verso quello giudiziario e la ricerca dei mandanti politici dietro i crimini dei paracos. I primi due punti sono fondamentali perché se venissero confermate sarebbe provato che la politica colombiana cerca di ostacolare il regolare svolgimento dei processi.
Ocampo, nella lettera che ha inviato al governo di Bogotà per annunciare la sua visita scriveva: "Come si assicurerà il giudizio ai massimi responsabili dei crimini che sono sotto la competenza della CCP? La parapolitica è un tema centrale per noi, perché i massimi responsabili debbono essere giudicati e condannati".
Dalle prime indiscrezioni sembra che Ocampo e Garzón non concordino con la giustizia colombiana che ha indagato i paracos ed i politici a loro vicini solo per organizzazione a delinquere e non per crimini di lesa umanità. La poca soddisfazione traspare nell'ultima dichiarazione che i due magistrati hanno reso alla stampa in cui affermano che "La Cpi rappresenta un nuovo diritto nel quale non c’è posto per l’impunità. O i tribunali nazionali fanno il loro lavoro o lo faremo noi".
Dopo questa esternazione sembra che Corte Penale Internazionale sia pronta per aprire le indagini sui paracos e politici a loro vicini.
I magistrati della CPI, Luis Moreno Ocampo e Baltasar Garzón, presenteranno i primi di ottobre la loro relazione ai loro colleghi e solo in quel momento decideranno se aprire o no le indagini; se venisse iniziato il procedimento questo sarebbe il primo caso in cui il CPI indaga fuori dal continente africano.
La visita di Ocampo e Garzón ha lo scopo di chiarire tre punti: l'estradizione dei capi paracos e le conseguenti difficoltà sui processi in corso (Indagato Alvaro Uribe per rapporti con i paramilitari e Paramilitari nella politica colombiana), le interferenze del potere esecutivo verso quello giudiziario e la ricerca dei mandanti politici dietro i crimini dei paracos. I primi due punti sono fondamentali perché se venissero confermate sarebbe provato che la politica colombiana cerca di ostacolare il regolare svolgimento dei processi.
Ocampo, nella lettera che ha inviato al governo di Bogotà per annunciare la sua visita scriveva: "Come si assicurerà il giudizio ai massimi responsabili dei crimini che sono sotto la competenza della CCP? La parapolitica è un tema centrale per noi, perché i massimi responsabili debbono essere giudicati e condannati".
Dalle prime indiscrezioni sembra che Ocampo e Garzón non concordino con la giustizia colombiana che ha indagato i paracos ed i politici a loro vicini solo per organizzazione a delinquere e non per crimini di lesa umanità. La poca soddisfazione traspare nell'ultima dichiarazione che i due magistrati hanno reso alla stampa in cui affermano che "La Cpi rappresenta un nuovo diritto nel quale non c’è posto per l’impunità. O i tribunali nazionali fanno il loro lavoro o lo faremo noi".
Dopo questa esternazione sembra che Corte Penale Internazionale sia pronta per aprire le indagini sui paracos e politici a loro vicini.
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