Il 12 ottobre è stato festeggiato l'anniversario della scoperta del nuovo continente che in Colombia viene chiamato El día de la raza. Questa ricorrenza ha dato il via alla protesta delle popolazioni indigene colombiane che vanno ad ingrossare le fila dei contestatori del governo Uribe, come i giudici che hanno sospeso il loro sciopero dopo 43 giorni in attesa di veder mantenuti gli accordi con il governo, i tagliatori di canna da zucchero che scioperano da oltre 40 giorni che chiedendo salari equi, pensioni e sanità.
Per le popolazioni indigene il 12 ottobre del 1492 simboleggia l'inizio della loro resistenza al mondo occidentale che li ha privati dei loro diritti. "La Minga de los pueblos" commemora l'inizio della loro resistenza, quest'anno hanno aderito il sindacato dei lavoratori (Cut), il sindacato dei magistrati (Asonal Judicial), i movimenti di contadini e studenteschi.
La "strana" convergenza dei vari movimenti sindacali e studenteschi che hanno manifestato insieme alle popolazioni indigene è da spiegarsi con l'impegno che il popolo Nasa ha profuso per far incontrare realtà molto differenti tra loro ma che condividono punti fondamentali come i diritti sociali e la giustizia.
I diritti delle popolazioni indigene sono da sempre calpestati ed ignorati, basta leggere i dati che ha diffuso l'Organizzazione nazionale indigena colombiana (Onic) che contano, solo nel 2008, 1253 omicidi e 54.000 espropri di terre appartenute da sempre agli indigeni. Il rapporto continua con un dato ancora più agghiacciante in cui viene calcolato che su 102 popolazioni indigene con meno di 200 persone, 18 rischiano la scomparsa.
L'Onic continua ad esigere l'abolizione di alcune recenti norme che scavalcano la Costituzione colombiana del 1991 e permettono di esplorare ed estrarre i minerali che si trovano nei loro territori ancestrali senza che le popolazioni locali abbiano autorizzato le operazioni.
I diritti basilari che l'Onic reclama si trovano tutti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni che fu approvata da tutti i paesi latinoamericani, tranne la Colombia, nel settembre del 2007.
"La Minga de los pueblos" dei Nasa è riuscita a portare a María-Piendamó, nella regione del Cauca, 20.000 indigeni che hanno manifestato occupando la Carretera Panamericana che unisce la Colombia con l’Ecuador.
Poco dopo l'occupazione della Carretera Panamericana sono arrivati gli squadre antisommossa della polizia che immediatamente ha usato gas e manganelli contro i manifestanti, in cui si trovavano numerose donne con bambini e anziani, per poi passare ai fucili ed alle granate fatte da polvere da sparo, chiodi e pezzi di vetro.
Il popolo Nasa non usa mai armi e le sue forme di protesta sono sempre pacifiche, ma al contrario le squadre antisommossa della polizia le hanno usate ed hanno anche lasciato sulla strada due morti (Ramos Valencia ha avuto il cranio trapassato da parte a parte da un proiettile) e settanta feriti.
Dopo gli scontri cercati e voluti dalla polizia, il governatore del Cauca Guillermo González Mosquera (legato ai paramilitari, tanto che alcune intercettazioni telefoniche rese pubbliche lo hanno costretto alle dimissioni) e il capo della polizia Oscar Naranjo Trujillo (ex capo del dipartimento antidroga, ma che fu costretto a dare le dimissioni a causa dell'arresto e della condanna in Germania di suo fratello per narcotraffico internazionale) hanno affermato che i manifestanti Nasa erano armati ed hanno attaccato le forze di polizia.
Queste false affermazioni sono state amplificate dai "liberi" media colombiani che non hanno provato neanche a controllare ciò che realmente era accaduto; perché se lo avessero fatto si sarebbero accorti che i manifestanti non avevano armi mentre la polizia le aveva e le ha usate contro di loro, altrimenti non si spiegherebbero i due morti ed i settanta feriti.
Giustizia, diritti sociali, salari equi, pensioni e sanità sono gli obbiettivi delle manifestazioni e dei numerosi scioperi; contemporaneamente, le proteste pongono il Governo in grave difficoltà. Così criminalizzare "La Minga de los pueblos", gli studenti, i tagliatori di canna da zucchero, i giudici, i campesinos è utile per mascherare, agli occhi dell'opinione pubblica, il difficile momento del governo Uribe che, oltre alle numerose proteste che fioriscono in tutto il paese, è alle prese con le inchieste giudiziarie che hanno portato alla luce i legami tra politica e paramilitari.
(La corte penale internazionale in Colombia, Indagato Alvaro Uribe per rapporti con i paramilitari, Paramilitari nella politica Colombiana).
Per le popolazioni indigene il 12 ottobre del 1492 simboleggia l'inizio della loro resistenza al mondo occidentale che li ha privati dei loro diritti. "La Minga de los pueblos" commemora l'inizio della loro resistenza, quest'anno hanno aderito il sindacato dei lavoratori (Cut), il sindacato dei magistrati (Asonal Judicial), i movimenti di contadini e studenteschi.
La "strana" convergenza dei vari movimenti sindacali e studenteschi che hanno manifestato insieme alle popolazioni indigene è da spiegarsi con l'impegno che il popolo Nasa ha profuso per far incontrare realtà molto differenti tra loro ma che condividono punti fondamentali come i diritti sociali e la giustizia.
I diritti delle popolazioni indigene sono da sempre calpestati ed ignorati, basta leggere i dati che ha diffuso l'Organizzazione nazionale indigena colombiana (Onic) che contano, solo nel 2008, 1253 omicidi e 54.000 espropri di terre appartenute da sempre agli indigeni. Il rapporto continua con un dato ancora più agghiacciante in cui viene calcolato che su 102 popolazioni indigene con meno di 200 persone, 18 rischiano la scomparsa.
L'Onic continua ad esigere l'abolizione di alcune recenti norme che scavalcano la Costituzione colombiana del 1991 e permettono di esplorare ed estrarre i minerali che si trovano nei loro territori ancestrali senza che le popolazioni locali abbiano autorizzato le operazioni.
I diritti basilari che l'Onic reclama si trovano tutti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni che fu approvata da tutti i paesi latinoamericani, tranne la Colombia, nel settembre del 2007.
"La Minga de los pueblos" dei Nasa è riuscita a portare a María-Piendamó, nella regione del Cauca, 20.000 indigeni che hanno manifestato occupando la Carretera Panamericana che unisce la Colombia con l’Ecuador.
Poco dopo l'occupazione della Carretera Panamericana sono arrivati gli squadre antisommossa della polizia che immediatamente ha usato gas e manganelli contro i manifestanti, in cui si trovavano numerose donne con bambini e anziani, per poi passare ai fucili ed alle granate fatte da polvere da sparo, chiodi e pezzi di vetro.
Il popolo Nasa non usa mai armi e le sue forme di protesta sono sempre pacifiche, ma al contrario le squadre antisommossa della polizia le hanno usate ed hanno anche lasciato sulla strada due morti (Ramos Valencia ha avuto il cranio trapassato da parte a parte da un proiettile) e settanta feriti.
Dopo gli scontri cercati e voluti dalla polizia, il governatore del Cauca Guillermo González Mosquera (legato ai paramilitari, tanto che alcune intercettazioni telefoniche rese pubbliche lo hanno costretto alle dimissioni) e il capo della polizia Oscar Naranjo Trujillo (ex capo del dipartimento antidroga, ma che fu costretto a dare le dimissioni a causa dell'arresto e della condanna in Germania di suo fratello per narcotraffico internazionale) hanno affermato che i manifestanti Nasa erano armati ed hanno attaccato le forze di polizia.
Queste false affermazioni sono state amplificate dai "liberi" media colombiani che non hanno provato neanche a controllare ciò che realmente era accaduto; perché se lo avessero fatto si sarebbero accorti che i manifestanti non avevano armi mentre la polizia le aveva e le ha usate contro di loro, altrimenti non si spiegherebbero i due morti ed i settanta feriti.
Giustizia, diritti sociali, salari equi, pensioni e sanità sono gli obbiettivi delle manifestazioni e dei numerosi scioperi; contemporaneamente, le proteste pongono il Governo in grave difficoltà. Così criminalizzare "La Minga de los pueblos", gli studenti, i tagliatori di canna da zucchero, i giudici, i campesinos è utile per mascherare, agli occhi dell'opinione pubblica, il difficile momento del governo Uribe che, oltre alle numerose proteste che fioriscono in tutto il paese, è alle prese con le inchieste giudiziarie che hanno portato alla luce i legami tra politica e paramilitari.
(La corte penale internazionale in Colombia, Indagato Alvaro Uribe per rapporti con i paramilitari, Paramilitari nella politica Colombiana).
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