giovedì 20 novembre 2008

Condannato il capo della "Caravana de la Muerte"

Il generale ottantottenne in congedo, Sergio Arellano Stark, è stato condannato, a metà ottobre 2008, a sei anni dalla Corte Suprema del Cile insieme a quattro suoi ufficiali per alcuni delitti commessi dalla "Caravana de la Muerte" di cui facevano parte.
La condanna è stata inflitta per l'arresto, la tortura e infine l'uccisione di quattro giovani aderenti al Partito Socialisti.

La Caravana de la Muerte fu il nome di un gruppo dell'esercito cileno che percorse il paese in lungo ed in largo nell'ottobre del 1973, dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet, arrestando, torturando ed assassinando più di 130 oppositori politici del regime (membri del Partido Socialista de Chile, del Partido Comunista de Chile e cittadini senza connotazione politica).
I militari si spostavano di prigione in prigione torturando i fermati, uccidendoli e poi occultando i loro cadaveri nel deserto o in aree non facilmente raggiungibili.
La Caravana de la Muerte era composta da soldati di fanteria e alcuni ufficiali dell'esercito tra cui il generale Sergio Arellano Stark, il tenente colonnello Sergio Arredondo González, il maggiore Pedro Espinoza Bravo, il capitano Marcelo Moren Brito (il futuro comandante di Villa Grimaldi, il famoso centro di torture) ed il tenente Armando Fernandez Larios (futuro agente della DINA ed implicato nell'omicidio di Orlando Letelier).

Stark ha commentato la sentenza come "estremamente ingiusta perché non si basa su prove reali" mentre l'avvocato delle vittime Hugo Gutierrez ha affermato che "Qualsiasi condanna contro Arellano Stark e i suoi uomini per i crimini commessi è sempre troppo bassa. Pero è un principio di giustizia".

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