Domenica 28 settembre 2008 in Ecuador si è svolto il referendum per la ratifica della nuova Costituzione, approvata con circa il 67% di voti favorevoli, che sostituisce quella creata nel 1998 dai militari.
La nuova costituzione scritta dall'Assembra Costituente tra il dicembre 2007 ed il luglio 2008 è composta da 444 articoli che pongono come basi fondamentali l'uguaglianza degli individui, il riconoscimento di uno Stato basato e formato da numerosi popolazioni (ancestrali, meticci, bianchi e mulatti), la sovranità nazionale (economica, alimentare e militare), l’uguaglianza sociale, il suffragio universale, l'assistenza sanitaria gratuita per tutti gli anziani, le unioni civile dei gay, la legalizzazione dell'aborto, la sostenibilità dell'economia, la riforma agraria, la difesa dell'ambiente, il rafforzamento della partecipazione popolare alla vita politica ed il potere militare subordinato a quello civile.
Alla nuova Costituzione si è opposta la destra oligarca ed ultraconservatrice che insieme all'Opus Dei, l'espressione più oscurantista della Chiesa Cattolica, sentono minacciati i propri privilegi dalle profonde riforme della nuova Carta.
La nuova Carta è un'enorme passo avanti per i diritti civili del popolo ecuadoregno, ma rimane migliorabile la parte che si occupa della storica esclusione dei popoli indigeni che, pur avendo appoggiato il fronte del "Si" al referendum costituzionale, continuano a proporre norme che integrino la Costituzione, per regolamentare più rigidamente le nuove esplorazioni ed estrazioni dal sottosuolo dell'industria mineraria e petrolifera, che ancora oggi danneggiano le popolazioni ancestrali.
Il presidente Rafael Correa, dopo aver appreso della vittoria del "Sì", ha dichiarato: "l'Ecuador ha deciso di essere un nuovo Paese. E' un momento storico e fondamentale per tutti gli ecuadoregni, perché è un processo voluto e sostenuto dal popolo".
La nuova costituzione scritta dall'Assembra Costituente tra il dicembre 2007 ed il luglio 2008 è composta da 444 articoli che pongono come basi fondamentali l'uguaglianza degli individui, il riconoscimento di uno Stato basato e formato da numerosi popolazioni (ancestrali, meticci, bianchi e mulatti), la sovranità nazionale (economica, alimentare e militare), l’uguaglianza sociale, il suffragio universale, l'assistenza sanitaria gratuita per tutti gli anziani, le unioni civile dei gay, la legalizzazione dell'aborto, la sostenibilità dell'economia, la riforma agraria, la difesa dell'ambiente, il rafforzamento della partecipazione popolare alla vita politica ed il potere militare subordinato a quello civile.
Alla nuova Costituzione si è opposta la destra oligarca ed ultraconservatrice che insieme all'Opus Dei, l'espressione più oscurantista della Chiesa Cattolica, sentono minacciati i propri privilegi dalle profonde riforme della nuova Carta.
La nuova Carta è un'enorme passo avanti per i diritti civili del popolo ecuadoregno, ma rimane migliorabile la parte che si occupa della storica esclusione dei popoli indigeni che, pur avendo appoggiato il fronte del "Si" al referendum costituzionale, continuano a proporre norme che integrino la Costituzione, per regolamentare più rigidamente le nuove esplorazioni ed estrazioni dal sottosuolo dell'industria mineraria e petrolifera, che ancora oggi danneggiano le popolazioni ancestrali.
Il presidente Rafael Correa, dopo aver appreso della vittoria del "Sì", ha dichiarato: "l'Ecuador ha deciso di essere un nuovo Paese. E' un momento storico e fondamentale per tutti gli ecuadoregni, perché è un processo voluto e sostenuto dal popolo".
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