Con il referendum revocatorio in Bolivia del 10 agosto 2008, il governo di Evo Morales è stato riconfermato con il 64% delle preferenze. Dalla sua elezione del 2005, le preferenze sono aumentate di circa il 10%, corrispondente a mezzo milione di persone, crescendo in tutto il paese incluse le regioni governate dall’opposizione (a Beni dal 16% al 43%, a Santa Cruz dal 33% al 39%, a Tarija dal 31% al 47% e a Pando dal 20% al 49%).
Due governatori delle province ostili a Morales (La Paz e Cochabamba) non sono stati confermati, come il governatore, schierato dalla parte di Morales, di Oruro mentre le province Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija (ostili al governo boliviano) hanno confermato i loro governanti.
La conferma del Governo di Evo Morales è una grande vittoria per l'uomo che è stato eletto per trasformare la Bolivia.
La riconferma del governo apre le porte di una seconda fase di governo: dopo l'elezione di Morales l'opposizione di fatto non gli ha permesso di governare, sfruttando le contraddizioni interne del paese, fomentando la conflittualità permanente, sfruttando un sindacato conservatore e sviluppando l'idea dell'indipendenza delle provincie bianche e ricche. Seguendo questa politica l'opposizione ha perso due dei sei governatori ed ha continuato a pronunciare il solito slogan che è "tumbar el indio" (Uccidere l'indio).
Il governatore di Cochabamba che non è stato riconfermato non riconosce la legittimità del voto. A Santa Cruz il governatore riconfermato sta formando un corpo, illegittimo, di polizia reclutando gli "agenti" dalla fascista Unión de la Juventud Cruceña (UJC).
Probabilmente la seconda fase di governo porterà all'approvazione della nuova Costituzione (approvata nel dicembre 2007 dall'assemblea Costituente ed in attesa di essere sottoposta all'approvazione popolare) con la quale Evo Morales potrà scardinare i poteri forti dello stato boliviano che si fondano sull’apartheid e l’esclusione sociale trasformandolo, finalmente, in uno Stato dove i diritti ed i doveri sono uguali per ogni cittadino boliviano.
I primi interventi strutturali che il Governo boliviano dovrà affrontare saranno la riforma agraria in uno stato dove regna il latifondo oltre alla semi-schiavitù soprattutto nelle province di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija.
Altro punto importante per lo sviluppo del paese sarà il consolidamento dell'industria energetica e petrolifera dopo la recente nazionalizzazione.
Evo Morales con il 64% dei voti è sempre più il Presidente dei movimenti sociali, degli indios, delle persone comuni, insomma di tutti i Boliviani che adesso con il referendum revocatorio chiedono l'attuazione dei cambiamenti da lui promossi.
Due governatori delle province ostili a Morales (La Paz e Cochabamba) non sono stati confermati, come il governatore, schierato dalla parte di Morales, di Oruro mentre le province Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija (ostili al governo boliviano) hanno confermato i loro governanti.
La conferma del Governo di Evo Morales è una grande vittoria per l'uomo che è stato eletto per trasformare la Bolivia.
La riconferma del governo apre le porte di una seconda fase di governo: dopo l'elezione di Morales l'opposizione di fatto non gli ha permesso di governare, sfruttando le contraddizioni interne del paese, fomentando la conflittualità permanente, sfruttando un sindacato conservatore e sviluppando l'idea dell'indipendenza delle provincie bianche e ricche. Seguendo questa politica l'opposizione ha perso due dei sei governatori ed ha continuato a pronunciare il solito slogan che è "tumbar el indio" (Uccidere l'indio).
Il governatore di Cochabamba che non è stato riconfermato non riconosce la legittimità del voto. A Santa Cruz il governatore riconfermato sta formando un corpo, illegittimo, di polizia reclutando gli "agenti" dalla fascista Unión de la Juventud Cruceña (UJC).
Probabilmente la seconda fase di governo porterà all'approvazione della nuova Costituzione (approvata nel dicembre 2007 dall'assemblea Costituente ed in attesa di essere sottoposta all'approvazione popolare) con la quale Evo Morales potrà scardinare i poteri forti dello stato boliviano che si fondano sull’apartheid e l’esclusione sociale trasformandolo, finalmente, in uno Stato dove i diritti ed i doveri sono uguali per ogni cittadino boliviano.
I primi interventi strutturali che il Governo boliviano dovrà affrontare saranno la riforma agraria in uno stato dove regna il latifondo oltre alla semi-schiavitù soprattutto nelle province di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija.
Altro punto importante per lo sviluppo del paese sarà il consolidamento dell'industria energetica e petrolifera dopo la recente nazionalizzazione.
Evo Morales con il 64% dei voti è sempre più il Presidente dei movimenti sociali, degli indios, delle persone comuni, insomma di tutti i Boliviani che adesso con il referendum revocatorio chiedono l'attuazione dei cambiamenti da lui promossi.
Nessun commento:
Posta un commento