giovedì 20 marzo 2008

Gli USA e la transizione cubana

La Commissione USA "Cuba Libera" nel 2004 ha presentato una relazione nella quale si impegnava a sostenere un cambio di regime a Cuba e si auspicava il ritorno dell'isola sotto la completa influenza della Casa Bianca, oltre al ritorno ad un'economia liberista. Con queste premesse la macchina di propaganda USA si mise in moto e così iniziò il lavoro del Istituto Repubblicano Internazionale (IRI) che da sempre distributrice in tutto il mondo le verità riviste e corrette dal governo USA.
Alla fine del 2007 sui canali televisivi in lingua spagnola di Miami, creati per fare propaganda e contro-informazione a Cuba, hammo posto il loro falso obiettivo sulla società cubana dipingendola come scontenta del proprio paese, della propria società ed in preda a tensioni interne sempre più forti e violente.
Assieme all'IRI è sceso in campo il NED che dalla fine del 2006 ha aumentato considerevolmente l'invio di denaro ai falsi oppositori dello stato cubano per cercare di creare tensioni all'interno di Cuba e consenso nel mondo per un'eventuale intervento Statunitense, per un indebolimento della Rivoluzione o per l'eliminazione dalla vita politica di Fidel Castro.

Il 19 febbraio è avvenuto quello in cui ben dieci presidenti USA hanno sperato e agito per far cadere Castro e la Rivoluzione da quando nel 1959 fu cacciato il dittatore filostatunitense Batista. Nessun cubano è sceso in piazza a festeggiare o si è ribellato tantomeno si è generato quel caos che poteva mettere in ginocchio l'isola. La ragione per cui non è accaduto nulla di tutto questo è semplice: Fidel Castro e la sua amministrazione ha preparato tutto in modo meticoloso e saggio rendendo partecipi i cittadini cubani della vita politica e sociale, facendoli crescere intellettualmente ed eticamente grazie alla Rivoluzione che ha dato a tutti la possibilità di istruirsi e di curarsi; ma anche perché la Rivoluzione ha un'etica umanista, internazionalista e solidarista.

Il ritiro dalla scena politica di Castro non ha colto impreparata la Rivoluzione e non ha scatenato nessun terremoto come si auspicavano gli Usa ma ha dimostrato che la successione tanto auspicata dai nemici e temuta dagli amici di Cuba è stata preparata e successivamente attuata senza nessuno scossone.

La rivoluzione cubana dopo la decisione di Fidel Castro di non accettare nuovamente la Presidenza del Consiglio di Stato entra in una nuova fase. Potrebbe sembrare che l'elezione al posto di Fidel del fratello Raul non abbia modificato niente, ma non è così.Il processo politico nell'isola è vivo e si evolve autonomamente; i cambiamenti nella politica dell'isola caraibica si vedranno ma non saranno quelli che i nemici della rivoluzione auspicano, perché l'evoluzione della Rivoluzione ci sarà, ma sarà come quella percorsa dal 1959 ad oggi e cioè alla Cubana.

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