La costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte ormai è alla porte dato che il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, ha apposto a metà settembre 2010 la propria firma sul contratto tra Brasile, il consorzio (Norte Energia Consortium) e l'impresa statale Sao Francisco per la realizzazione del progetto; inoltre Lula ha emanato anche un decreto di espulsione per le persone che abitano nelle zone interessate dal nuovo bacino artificiale.
Gli ambientalisti che si oppongo al progetto hanno chiesto a quaranta specialisti di effettuare uno studio sull'impatto ambientale e di studiare quello che il consorzio (Norte Energia Consortium e Sao Francisco) depositarono presso il ministeri dell'Ambiente e dell'Industria brasiliani. La loro risposta è stata prevedibile quanto sconcertante, lo studio di impatto ambientale depositato è stato palesemente scritto ad hoc per ricevere l'approvazione dai ministeri interessati.
I quaranta specialisti affermano che il progetto Belo Monte devasterà una vastissima area amazzonica nella provincia del Parà grazie agli oltri seimila metri di nuove dighe; queste costringeranno oltre cinquantamila persone a cercare una nuova casa e, probabilmente, il ridotto flusso idrico del fiume Xingú porterà all'estinzione di specie sia animali che vegetali cambiandone profondamente l'ecosistema.
Lo scontro tra il governo ed ambientalisti è stato ed è ancora in corso e quest'ultimi non si arrenderanno facilmente e non accettano che uno scempio ambientale di queste proporzioni possa essere barattato con la promessa di un nuovo progresso ed ottocento milioni di dollari promessi dal Consorzio come indennizzo.
Uno dei portavoce dei venticinque popoli indio che saranno costretti ad abbandonare le loro terre ancestrali ha ricordato che anche Lula prima di essere eletto presidente criticò aspramente il progetto, nato circa venti anni or sono, e non si spiega come posso oggi affermare il contrario pronunciando le seguenti parole: "Mi sono informato meglio. Non potete immaginare quante volte ho parlato contro Belo Monte senza saperne niente in realtà. Questa è una vittoria per il settore energetico brasiliano. Convinceremo le popolazioni ed gli ambientalisti che abbiamo seriamente preso in considerazione la questione ambientale e quella sociale".
Il portavoce dei popoli indio ha concluso affermando: “Il governo ha firmato una condanna a morte per il fiume Xingu e un decreto di espulsione per migliaia di cittadini".
Adesso che il contratto tra lo stato brasiliano ed il consorzio che costruirà le dighe di Belo Monte ed il decreto di espulsione sono stati firmati gli attivisti ed i popoli indio non hanno molte speranze per far cambiare idea al governo del Brasile e bloccare lo scempio sul fiume Xingu.
Una piccolo gesto è comunque possibile sottoscrivendo una petizione, promossa dal regista James Cameron, contro il progetto al seguente link.
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