Questa violenta protesta nasce da una legge che riforma il settore pubblico. La legge, voluta con forza dal governo di Rafael Correa, riequilibra gli stipendi dei dipendenti pubblici, eliminando ogni tipo di privilegio.
La protesta e soprattutto le modalità con cui l'esercito e della polizia hanno deciso di manifestare il proprio dissenso ha fatto subito pensare ad un tentativo di colpo di stato. E di golpe è legittimo parlarne dato che l'aeroporto di Quito è stao chiuso, le scuole sono state chiuse, i servizi di trasporto pubblico sono stati fermati, le banche sono state chiuse, le comunicazioni bloccate ed alle ambasciate è stato chiesto di interrompere le attività con i cittadini ecuadoriani.
Il presidente Rafael Correa ha cercato immediatamente di riprendere il controllo della situazione recandodi al quartiere generale della polizia ma le alte gerarchie delle forze dell'ordine non hanno accettato nessun tipo di dialogo. Il presidente, mentre era all'esterno del quartiere generale della polizia ha urlato: "non un passo indietro! Se volete tradire la vostra patria, fatelo. Se volete occupare le stazioni di polizia, fatelo. Se volete ammazzarmi fatelo. Ma io non faccio un passo indietro". Poco dopo è stato vittima di un lancio di bombe carta e lascrimogeni.
Con un golpe alle porte gli ecuadoriani sono scesi in piazza per manifestare il loro appoggio al presidente ed alla costituzione; il primo cittadino della capitale intervenendo ad una emittente radio ha invitato tutti a "defender la democracia".
I sostenitori di Correa si sono anche scontrati con le forze armate e sulla strada si sono contati due morti ed alcuni feriti tra le fila dei manifestanti.
Il presidente dopo essere stato bersagliato dai lacrimogeni e da alcune bombe carta è stao malmenato e con la scusa di soccorrerlo è stato sequestrato per 11 ore in un’ospedale militare, controllato dai golpisti, inoltre ci sono stati vari tentativi di trasportalo altrove ma la folla assiepata intorno all'ospedale lo ha impedito.
Dopo undici ore di prigionia Correa è stato liberato da un blitz di militari rimasti fedeli alla costituzione.
Il presidente Correa nella tarda serata del 30 settembre alle radio e televisioni ha dichiarato: "Il tentativo di cospirazione è fallito, ma lascerà cicatrici che ci impiegheranno molto tempo per guarire. E' stato un tentativo di golpe dietro al quale c'è Lucio Gutierrez (ex presidente e ora capo dell'opposizione). C'erano degli infiltrati nella polizia e per questo procederemo a rinnovare completamente questa fondamentale forza dello Stato".
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