La mediazione del presidente del Costa Rica, Arias, tra il regime di Micheletti e il presidente deposto Zelaya è di fatto fallito.
La delegazione di Micheletti non ha aperto nessuno spiraglio di confronto verso le richieste del Presidente legittimo che aveva stilato una lista di punti per poter riportare la pace sociale nel paese.
Arias è molto preoccupato per il fallimento delle trattative e nella conferenza stampa che ha seguito gli incontri con le delegazioni ha sollevato, preoccupato, l'eventualità di un'acuirsi della lotta tra sostenitori di Zelaya ed il regime con queste parole: "Come sapete una buona parte del popolo hondureño è in possesso di armi. Cosa accadrebbe se una di queste armi sparasse contro un soldato oppure se un soldato dovesse sparare contro un cittadino armato? C'è il pericolo di spargimenti di sangue e di una guerra civile".
Dopo il fallimento dei colloqui tra il governo golpista e Zelaya il presidente di turno dell'UNASUR, Michelle Bachelet, ha affermato: "Sono trascorse tre settimane dal golpe in questo paese e ancora non è stato possibile trovare una soluzione alla grave crisi politica di questa Nazione sorella, e la verità è che credo di rappresentare fedelmente tutti i paesi membri di Unasur. Bisogna riconoscere la predisposizione del presidente costituzionale a trovare una soluzione che eviti la violenza e il confronto. Sfortunatamente il governo de facto non ha mostrato la medesima disposizione e volontà di cooperare. Il popolo dell'Honduras non può continuare a vivere una situazione simile. La comunità internazionale non accetterà nessuna altra alternativa che non sia il ristabilire lo stato di diritto e la restaurazione della democrazia".
Dopo l'appoggio esplicito e forte dell'UNASUR incassato da Zelaya anche l'Unione Europea si è decisa di tagliare gli aiuti, circa 70 milioni di euro per il 2009 ed altri 130 milioni di euro programmati per il 2010, destinati all'Honduras.
Dopo la condanna internazionale e dopo gli scontri che si sono verificati nella capitale dell'Honduras il presidente golpista, Micheletti, ha affermato che " in Honduras non ci sono stati morti, persone in prigione, bambini oltraggiati e dignità degli esseri umani calpestata. Che le organizzazioni dei diritti umani vengano in Honduras a vedere quel che sta veramente accadendo. La maggioranza di noi siamo intimiditi dall'esterno, mentre dentro abbiamo la pace che vogliamo".
Queste parole cozzano innegabilmente con le immagini ed i fatti realmente accaduti, nelle settimane successive al colpo, che sono stati riportati da alcuni operatori delle ONG e dalle telecamere di TeleSur prima che fossero espulsi dal paese. Sono da ricordare le manifestazioni a favore di Zelaya che sono state soffocate (si contano tre morti ed un numero imprecisato di feriti) con la forza dall'esercito.
La delegazione di Micheletti non ha aperto nessuno spiraglio di confronto verso le richieste del Presidente legittimo che aveva stilato una lista di punti per poter riportare la pace sociale nel paese.
Arias è molto preoccupato per il fallimento delle trattative e nella conferenza stampa che ha seguito gli incontri con le delegazioni ha sollevato, preoccupato, l'eventualità di un'acuirsi della lotta tra sostenitori di Zelaya ed il regime con queste parole: "Come sapete una buona parte del popolo hondureño è in possesso di armi. Cosa accadrebbe se una di queste armi sparasse contro un soldato oppure se un soldato dovesse sparare contro un cittadino armato? C'è il pericolo di spargimenti di sangue e di una guerra civile".
Dopo il fallimento dei colloqui tra il governo golpista e Zelaya il presidente di turno dell'UNASUR, Michelle Bachelet, ha affermato: "Sono trascorse tre settimane dal golpe in questo paese e ancora non è stato possibile trovare una soluzione alla grave crisi politica di questa Nazione sorella, e la verità è che credo di rappresentare fedelmente tutti i paesi membri di Unasur. Bisogna riconoscere la predisposizione del presidente costituzionale a trovare una soluzione che eviti la violenza e il confronto. Sfortunatamente il governo de facto non ha mostrato la medesima disposizione e volontà di cooperare. Il popolo dell'Honduras non può continuare a vivere una situazione simile. La comunità internazionale non accetterà nessuna altra alternativa che non sia il ristabilire lo stato di diritto e la restaurazione della democrazia".
Dopo l'appoggio esplicito e forte dell'UNASUR incassato da Zelaya anche l'Unione Europea si è decisa di tagliare gli aiuti, circa 70 milioni di euro per il 2009 ed altri 130 milioni di euro programmati per il 2010, destinati all'Honduras.
Dopo la condanna internazionale e dopo gli scontri che si sono verificati nella capitale dell'Honduras il presidente golpista, Micheletti, ha affermato che " in Honduras non ci sono stati morti, persone in prigione, bambini oltraggiati e dignità degli esseri umani calpestata. Che le organizzazioni dei diritti umani vengano in Honduras a vedere quel che sta veramente accadendo. La maggioranza di noi siamo intimiditi dall'esterno, mentre dentro abbiamo la pace che vogliamo".
Queste parole cozzano innegabilmente con le immagini ed i fatti realmente accaduti, nelle settimane successive al colpo, che sono stati riportati da alcuni operatori delle ONG e dalle telecamere di TeleSur prima che fossero espulsi dal paese. Sono da ricordare le manifestazioni a favore di Zelaya che sono state soffocate (si contano tre morti ed un numero imprecisato di feriti) con la forza dall'esercito.
1 commento:
hi, new to the site, thanks.
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