lunedì 3 agosto 2009

Il Golpe in Honduras/2

La mattina di domenica 28 giugno l'esercito ha arrestato il Presidente della Repubblica, Manuel Zelaya, e lo ha costretto con la forza a salire su un aereo con destinazione Costa Rica.
Mentre il legittimo Presidente era costretto ad abbandonare con la forza il paese, l'esercito ha tagliato l'energia elettrica e bloccato ogni forma di comunicazione del governo di Zelaya, mentre i mass media, controllati dall'élite che appoggia il golpe, trasmettevano solo le notizie sulla morte di Michael Jackson. Insieme ai militari ed i media anche il Congresso Nazionale partecipava e partecipa al golpe perché dopo l'espulsione di Zelaya ha presentato una falsa lettera di dimissioni; successivamente ha votato la richiesta di indagini contro il Presidente stesso reo di aver violato più volte la Costituzione e successivamente lo ha destituito e nominato come Presidente del Congresso, Roberto Micheletti.
Nonostante l'esercito presidiasse il palazzo presidenziale ed abbia iniziato a controllare anche i locali dove si stava tenendo la consultazione referendaria, la popolazione saputa la notizia ha continuato a votare e si è avvicinata alla residenza del Presidente per manifestare il proprio dissenso.
Ci sono stati alcuni scontri tra i manifestanti, pacifici, e l'esercito in cui si sono contati numerosi feriti ed arrestati; voci parlano anche di alcuni morti ma non ve ne è conferma. Le Forze Armate hanno anche arrestato alcuni medici e tecnici cubani, inviati da La Havana in seguito agli accordi per lo sviluppo della sanità voluta da Zelaya, mentre altri medici e tecnici cubani sono irreperibili perché protetti dalla popolazione che si è mobilitata per difenderli.

Il primo di luglio vi è stata una grande manifestazione indetta dai sindacati della Cosibah e dalla Coordinatrice della Resistenza Popolare che ha bloccato il ponte che da El Progreso, città del presidente golpista Roberto Micheletti, porta a San Pedro Sula. La manifestazione pacifica è stata dispersa con la violenza dalla polizia che ha lasciato sul campo circa 25 feriti e 20 arrestati; una ragazza che partecipava alla protesta risulta scomparsa.
Secondo il sito Hablahonduras.com, che non sempre è on-line a causa del boicottaggio che subisce da parte dei golpisti, la moglie di Cesar Ham, candidato alla carica di presidente del prossimo autunno, vive nella clandestinità per il timore di essere arrestata mentre Ham sembra sia stato ucciso dalle Forze Armate.

Il cardinale di Tegucigalpa, Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, ha chiesto al deposto presidente Zelaya di non far ritorno in patria e di accettare il fatto che un nuovo governo si fosse insediato e che la sua deposizione è del tutto legittima. Inoltre ha aggiunto che il ritorno di Zelaya porterebbe ad un "bagno di sangue [...] Se lei ama la vita, fino ad oggi non è morto un solo onduregno, per favore ci pensi prima che sia troppo tardi". Con queste parole anche le gerarchie ecclesiastiche si schierano con i golpisti.

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