Nella riunione dell'OEA (Organizzazione degli Stati Americani) in Honduras nel maggio del 2009 è stata votata la risoluzione per la revoca del bando di Cuba dall'OEA, da dove era stata estromessa nel 1962 dopo che aveva deciso di aderire al marxismo.
Il presidente Chávez dopo la risoluzione ha affermato: "è una giornata storica di rivendicazione dell'indipendenza dell'America Latina nonostante le pressioni degli Stati Uniti", il Ministro degli esteri argentino Jorge Tajana ha dichiarato che “è la fine di un anacronismo e un’ingiustizia storica" ed infine il presidente hondureño Manuel Zelaya ha concluso con: “lo dico al comandante Fidel Castro, oggi lei è stato assolto dalla storia”.
La riunione che ha portato alla riammissione di Cuba nell'OEA è durata più di 36 ore a causa delle riserve espresse dagli USA, che infine hanno ceduto alla linea voluta dalla maggioranza dei paesi latino americani.
Cuba ha registrato un successo politico oltre che all'appoggio di un folto gruppo di paesi amici che si sono schierati apertamente con l'isola della Rivoluzione. Fidel Castro, tramite un suo editoriale apparso su un giornale cubano, scriveva che "Cuba non è nemica della pace nè contraria allo scambio e alla cooperazione fra stati con diversi sistemi politici ma è stata e rimarrà intransigente nella difesa dei suoi principi" riferendosi alla dichiarazione della Clinton che sottolineava che "Cuba potrà tornare a far parte dell'Oea nel futuro, sempre e quando l'organismo decida che la sua partecipazione adempie i propositi e i principi dello stesso democrazia e diritti umani compresi". Fidel Castro continuando nel suo editoriale auspicava lo scioglimento dell'OEA a favore di organismi sovranazionali (ALBA) che già si adoperano per risolvere i contenziosi aperti tra paesi (come quello nato dallo sconfinamento dell'esercito colombiano in Ecuador per l'attacco all'accampamento delle FARC dove fu ucciso il comandante Reyes) e per lo sviluppo dell'economia e delle società sud americane.
Il presidente Chávez dopo la risoluzione ha affermato: "è una giornata storica di rivendicazione dell'indipendenza dell'America Latina nonostante le pressioni degli Stati Uniti", il Ministro degli esteri argentino Jorge Tajana ha dichiarato che “è la fine di un anacronismo e un’ingiustizia storica" ed infine il presidente hondureño Manuel Zelaya ha concluso con: “lo dico al comandante Fidel Castro, oggi lei è stato assolto dalla storia”.
La riunione che ha portato alla riammissione di Cuba nell'OEA è durata più di 36 ore a causa delle riserve espresse dagli USA, che infine hanno ceduto alla linea voluta dalla maggioranza dei paesi latino americani.
Cuba ha registrato un successo politico oltre che all'appoggio di un folto gruppo di paesi amici che si sono schierati apertamente con l'isola della Rivoluzione. Fidel Castro, tramite un suo editoriale apparso su un giornale cubano, scriveva che "Cuba non è nemica della pace nè contraria allo scambio e alla cooperazione fra stati con diversi sistemi politici ma è stata e rimarrà intransigente nella difesa dei suoi principi" riferendosi alla dichiarazione della Clinton che sottolineava che "Cuba potrà tornare a far parte dell'Oea nel futuro, sempre e quando l'organismo decida che la sua partecipazione adempie i propositi e i principi dello stesso democrazia e diritti umani compresi". Fidel Castro continuando nel suo editoriale auspicava lo scioglimento dell'OEA a favore di organismi sovranazionali (ALBA) che già si adoperano per risolvere i contenziosi aperti tra paesi (come quello nato dallo sconfinamento dell'esercito colombiano in Ecuador per l'attacco all'accampamento delle FARC dove fu ucciso il comandante Reyes) e per lo sviluppo dell'economia e delle società sud americane.
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