Durante lo sconfinamento dell'esercito colombiano in territorio ecuadoriano del primo marzo del 2008 per attaccare un accampamento delle FARC, sono rimasti uccisi numerosi guerriglieri oltre che al numero due della guerriglia Raul Reyes.
In quell'operazione che si svolse con il supporto aereo degli USA perché l'esercito colombiano, per ammissione di uno dei suoi generali, "non ha la tecnologia aerea per sostenere un bombardamento simile" fu recuperato intatto un computer portatile la cui proprietà fu subito attribuita a Raul Reyes.
Dentro il presunto computer di Reyes sarebbero stati trovati secondo il governo di Bogotà documenti in cui si evidenzia la collaborazione tra FARC ed il governo del Venezuela (verbali di riunioni tra comandanti delle FARC e autorità venezuelane ed ecuadoriane, reperimento di armi attraverso la Bielorussia e finanziamento del gruppo guerrigliero), le accuse si sono sempre rinnovate ma il tanto prezioso computer non è mai stato mostrato nè i suoi documenti sono stati resi pubblici ed esaminati. A giorni gli agenti del Interpol visioneranno il P.C. e redigeranno il proprio rapporto; sull'esame del Interpol Chavez nel suo programma domenicale "Alò Presidente" ha affermato che "l'Interpol dirà che ha revisionato il pc e che non ci sono state manipolazioni di sorta. Come avrebbero potuto mettere tutte queste informazioni? Figurarsi! È ridicolo! Ma attenzione alle ridicolezze! Perché così come Bush ha inventato le armi distruzione di massa (in Iraq), ora un altro computer dice che noi stiamo appoggiando il terrorismo, che diamo soldi e armi alle FARC, il tutto per cercare una scusa per eliminare Chavez".
Il Wall Street Journal in una sua uscita pre-esame del computer di Reyes, ha scritto che fonti sicure provenienti dall'Interpol considerano veritieri i documenti archiviati nel PC, e che tutte le accuse e sospetti contro il governo Chavez sono fondati.
Chavez teme che le accuse, ancora non provate, portino ad una paralisi delle relazioni tra i due paesi e successivamente ad un vero e proprio scontro tra Venezuela e Colombia, con gli USA pronti ad intervenire in soccorso di quest'ultima. Il presidente venezuelano ha reso noto che esistono manovre dell'esercito colombiano al confine con il Venezuela ed in particolare nelle regioni di Zulia e Tachira. A complicare il quadro nella ricca provinciali Zulia, governato dal leader dell'opposizione venezuelana Manuel Rosales, ci sono documenti resi pubblici dall'intelligence venezuelana in cui si notano grandi quantità di denaro che gli Usa destinano all'opposizione locale per promuovere la secessione della regione.
Il presidente venezuelano ha posto l'accento sulla non credibilità del governo di Alvaro Uribe a causa dei legami scoperti dalla magistratura con i paramilitari colombiani e che il Trattato di Libero Commercio che doveva essere rinegoziato a fine aprile 2008 non è stato nemmeno posto in agenda dal governo Bush. A causa dello scandalo che ha investito Uribe sembra che Bush cerchi di disimpegnarsi da un'amicizia che sta diventando sempre più imbarazzante agli occhi della comunità internazionale. Quest'ultimo fatto ha spinto Chavez ad affermare che "Nemmeno Bush crede alle bugie".
In quell'operazione che si svolse con il supporto aereo degli USA perché l'esercito colombiano, per ammissione di uno dei suoi generali, "non ha la tecnologia aerea per sostenere un bombardamento simile" fu recuperato intatto un computer portatile la cui proprietà fu subito attribuita a Raul Reyes.
Dentro il presunto computer di Reyes sarebbero stati trovati secondo il governo di Bogotà documenti in cui si evidenzia la collaborazione tra FARC ed il governo del Venezuela (verbali di riunioni tra comandanti delle FARC e autorità venezuelane ed ecuadoriane, reperimento di armi attraverso la Bielorussia e finanziamento del gruppo guerrigliero), le accuse si sono sempre rinnovate ma il tanto prezioso computer non è mai stato mostrato nè i suoi documenti sono stati resi pubblici ed esaminati. A giorni gli agenti del Interpol visioneranno il P.C. e redigeranno il proprio rapporto; sull'esame del Interpol Chavez nel suo programma domenicale "Alò Presidente" ha affermato che "l'Interpol dirà che ha revisionato il pc e che non ci sono state manipolazioni di sorta. Come avrebbero potuto mettere tutte queste informazioni? Figurarsi! È ridicolo! Ma attenzione alle ridicolezze! Perché così come Bush ha inventato le armi distruzione di massa (in Iraq), ora un altro computer dice che noi stiamo appoggiando il terrorismo, che diamo soldi e armi alle FARC, il tutto per cercare una scusa per eliminare Chavez".
Il Wall Street Journal in una sua uscita pre-esame del computer di Reyes, ha scritto che fonti sicure provenienti dall'Interpol considerano veritieri i documenti archiviati nel PC, e che tutte le accuse e sospetti contro il governo Chavez sono fondati.
Chavez teme che le accuse, ancora non provate, portino ad una paralisi delle relazioni tra i due paesi e successivamente ad un vero e proprio scontro tra Venezuela e Colombia, con gli USA pronti ad intervenire in soccorso di quest'ultima. Il presidente venezuelano ha reso noto che esistono manovre dell'esercito colombiano al confine con il Venezuela ed in particolare nelle regioni di Zulia e Tachira. A complicare il quadro nella ricca provinciali Zulia, governato dal leader dell'opposizione venezuelana Manuel Rosales, ci sono documenti resi pubblici dall'intelligence venezuelana in cui si notano grandi quantità di denaro che gli Usa destinano all'opposizione locale per promuovere la secessione della regione.
Il presidente venezuelano ha posto l'accento sulla non credibilità del governo di Alvaro Uribe a causa dei legami scoperti dalla magistratura con i paramilitari colombiani e che il Trattato di Libero Commercio che doveva essere rinegoziato a fine aprile 2008 non è stato nemmeno posto in agenda dal governo Bush. A causa dello scandalo che ha investito Uribe sembra che Bush cerchi di disimpegnarsi da un'amicizia che sta diventando sempre più imbarazzante agli occhi della comunità internazionale. Quest'ultimo fatto ha spinto Chavez ad affermare che "Nemmeno Bush crede alle bugie".
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