"La Hiena" argentina, al secolo l'ex generale Luciano Benjamín Menéndez, è stato condannato il 24 luglio 2008 all'ergastolo dal tribunale di Córdoba per le ripetute violazioni dei diritti umani avvenute durante la dittatura militare argentina.
Durate gli anni della dittatura (1976-1983) Luciano Benjamín Menéndez comandava il III Corpo dell'esercito e dirigeva circa 60 centri di detenzione, veri e propri campi di concentramento, di cui "La Perla" era il più famoso. Fu arrestato alla fine del 2003, per una serie di sequestri, torture e omicidi grazie all'annullamento della Corte Suprema per incostituzionalità della "legge del perdono" che aveva promulgato il presidente Raúl Alfonsín (1983-1989).
Con l'abrogazione delle "leggi del perdono", conosciute anche come "Obbedienza Dovuta" e "Punto Finale", sono stati riaperti 950 processi contro altrettanti ex-militari e riavviate inchieste su casi di tortura, sequestri e omicidi avvenuti in 498 centri di detenzione clandestini del regime.
L'ex-generale Menéndez era il più alto in grado dei sette imputati, tutti ex ufficiali, che sono stati condannati per il sequestro, la tortura e l'uccisione di quattro militanti politici di sinistra.
"La Hiena" è stato condannato all'ergastolo che dovrà scontare in carcere e non agli arresti domiciliari, altri quattro ex-ufficiali hanno ricevuto la medesima sentenza, due la condanna a 22 anni di prigione ed uno è 18 anni di carcere.
Una nuova sentenza si aggiunge a quelle, seppur poche ancora, che già sono state emesse e continua nella linea tracciata contro l'impunità.
Durate gli anni della dittatura (1976-1983) Luciano Benjamín Menéndez comandava il III Corpo dell'esercito e dirigeva circa 60 centri di detenzione, veri e propri campi di concentramento, di cui "La Perla" era il più famoso. Fu arrestato alla fine del 2003, per una serie di sequestri, torture e omicidi grazie all'annullamento della Corte Suprema per incostituzionalità della "legge del perdono" che aveva promulgato il presidente Raúl Alfonsín (1983-1989).
Con l'abrogazione delle "leggi del perdono", conosciute anche come "Obbedienza Dovuta" e "Punto Finale", sono stati riaperti 950 processi contro altrettanti ex-militari e riavviate inchieste su casi di tortura, sequestri e omicidi avvenuti in 498 centri di detenzione clandestini del regime.
L'ex-generale Menéndez era il più alto in grado dei sette imputati, tutti ex ufficiali, che sono stati condannati per il sequestro, la tortura e l'uccisione di quattro militanti politici di sinistra.
"La Hiena" è stato condannato all'ergastolo che dovrà scontare in carcere e non agli arresti domiciliari, altri quattro ex-ufficiali hanno ricevuto la medesima sentenza, due la condanna a 22 anni di prigione ed uno è 18 anni di carcere.
Una nuova sentenza si aggiunge a quelle, seppur poche ancora, che già sono state emesse e continua nella linea tracciata contro l'impunità.
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