In Bolivia si attende il referendum revocatorio, convocato dal presidente Evo Morales, del 10 agosto.
La legge 3850 che consente al Presidente della Repubblica Boliviana di convocare il referendum revocatorio dei mandati di Presidente e Vicepresidente della Repubblica e dei presidenti di otto regioni della Bolivia è stata approvata dal Parlamento e Senato boliviano a metà maggio 2008 ed approvata dalla Corte costituzionale.
Oggi in Bolivia la popolazione attende il giorno del referendum mentre i presidenti delle regioni (Pando, Beni, Tarija, Santa Cruz, Chuquisaca e La Paz) che si oppongono al Governo Morales e che hanno dato vita al movimento autonomista non hanno mai smesso di urlare che "il referendum convocato su iniziativa dell’esecutivo è incostituzionale" ma hanno regolarmente svolto la propria campagna per la conferma del proprio mandato; al contrario il prefetto, anch'egli anti-Morales, Manfred Reyes Villa è l’unico che non si sottoporrà al referendum revocatorio.
La strategia dei governatori che si oppongono al governo centrale è quella di elevarsi agli occhi del popolo come i paladini della giustizia e della legalità.
Così hanno richiesto che la Corte costituzionale esaminasse il caso e dichiarasse non valida la consultazione perché incostituzionale.
Il giudice della Corte costituzionale, Salame, nel mese di luglio ha sospeso la consultazione ma la sospensione non è stata attuata perché l'organo stesso deve essere composto da 5 membri. A oggi in carica vi è solo Salame perché i quattro giudici mancanti devono essere ancora eletti dal parlamento.
Dalla convocazione della consultazione, Manfred Reyes Villa sembra l'oppositore più forte ed irriducibile e continua ad affermare che "il referendum porterà solo a maggiore instabilità per il paese e maggiore scontro fra sostenitori dell’opposizione e sostenitori del governo".
La politica di Reyes Villa è sostenuta dal Comitato Civico di Cochabamba, formato dai maggiori imprenditori della regione e dalle organizzazioni violente di estrema destra come Giovani per la democrazia, Gioventù Kochala e Rete Fiducia.
Manfred Reyes Villa è il governatore della regione di Cochabamba ed ha un curriculum molto importante. Ha frequentato la Scuola delle Americhe (è la famigerata accademia militare dove sono stati addestrati la quasi totalità dei dittatori sudamericani degli anni ’70-’80). Nel 1981 è stato uno stretto collaboratore del dittatore Luis Garcia Meza. Manfred Reyes Villa è stato anche uno dei fautori della scellerata privatizzazione dell’acqua nel 2000 a favore del consorzio Aguas de Tunari. La privatizzazione portò ad una rivolta popolare chiamata la "Guerra dell’Acqua" poi sfociata in scontri con la polizia che lasciò sul campo sei morti e 165 feriti.
Secondo gli ultimi sondaggi effettuati a pochi giorni dal referendum, Evo Morales avrebbe una percentuale di voti favorevoli alla conferma del proprio mandato maggiore del 53,7%, con cui ha vinto le elezioni nel dicembre del 2005, mentre sembra che i governatori che si oppongono al governo Morales non riusciranno a terminare il loro mandato.
La legge 3850 che consente al Presidente della Repubblica Boliviana di convocare il referendum revocatorio dei mandati di Presidente e Vicepresidente della Repubblica e dei presidenti di otto regioni della Bolivia è stata approvata dal Parlamento e Senato boliviano a metà maggio 2008 ed approvata dalla Corte costituzionale.
Oggi in Bolivia la popolazione attende il giorno del referendum mentre i presidenti delle regioni (Pando, Beni, Tarija, Santa Cruz, Chuquisaca e La Paz) che si oppongono al Governo Morales e che hanno dato vita al movimento autonomista non hanno mai smesso di urlare che "il referendum convocato su iniziativa dell’esecutivo è incostituzionale" ma hanno regolarmente svolto la propria campagna per la conferma del proprio mandato; al contrario il prefetto, anch'egli anti-Morales, Manfred Reyes Villa è l’unico che non si sottoporrà al referendum revocatorio.
La strategia dei governatori che si oppongono al governo centrale è quella di elevarsi agli occhi del popolo come i paladini della giustizia e della legalità.
Così hanno richiesto che la Corte costituzionale esaminasse il caso e dichiarasse non valida la consultazione perché incostituzionale.
Il giudice della Corte costituzionale, Salame, nel mese di luglio ha sospeso la consultazione ma la sospensione non è stata attuata perché l'organo stesso deve essere composto da 5 membri. A oggi in carica vi è solo Salame perché i quattro giudici mancanti devono essere ancora eletti dal parlamento.
Dalla convocazione della consultazione, Manfred Reyes Villa sembra l'oppositore più forte ed irriducibile e continua ad affermare che "il referendum porterà solo a maggiore instabilità per il paese e maggiore scontro fra sostenitori dell’opposizione e sostenitori del governo".
La politica di Reyes Villa è sostenuta dal Comitato Civico di Cochabamba, formato dai maggiori imprenditori della regione e dalle organizzazioni violente di estrema destra come Giovani per la democrazia, Gioventù Kochala e Rete Fiducia.
Manfred Reyes Villa è il governatore della regione di Cochabamba ed ha un curriculum molto importante. Ha frequentato la Scuola delle Americhe (è la famigerata accademia militare dove sono stati addestrati la quasi totalità dei dittatori sudamericani degli anni ’70-’80). Nel 1981 è stato uno stretto collaboratore del dittatore Luis Garcia Meza. Manfred Reyes Villa è stato anche uno dei fautori della scellerata privatizzazione dell’acqua nel 2000 a favore del consorzio Aguas de Tunari. La privatizzazione portò ad una rivolta popolare chiamata la "Guerra dell’Acqua" poi sfociata in scontri con la polizia che lasciò sul campo sei morti e 165 feriti.
Secondo gli ultimi sondaggi effettuati a pochi giorni dal referendum, Evo Morales avrebbe una percentuale di voti favorevoli alla conferma del proprio mandato maggiore del 53,7%, con cui ha vinto le elezioni nel dicembre del 2005, mentre sembra che i governatori che si oppongono al governo Morales non riusciranno a terminare il loro mandato.
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