Con la lettera pubblicata il 19 febbraio sulle colonne del quotidiano cubano Granma, Fidel Castro Ruz afferma: "non aspiro e non accetterò l'incarico di presidente del Consiglio di Stato e di Comandante in Capo".
L'annuncio arriva a meno di una settimana dalla convocazione, del 24 febbraio, dell'assemblea nazionale che eleggerà il presidente del Consiglio di Stato e poco più di un mese dopo le elezioni che lo hanno visto rieletto nel parlamento cubano con un plebiscito.
Le motivazioni della sua rinuncia sono molteplici; in uno dei suoi numerosi interventi pubblicati da Granma Castro afferma: "Il mio dovere elementare non è afferrarmi agli incarichi e tanto meno ostacolare il passo a persone più giovani, senza apportare esperienze e idee il cui modesto valore proviene dall'epoca eccezionale che mi è toccato vivere". Un'altra motivazione importante riguarda il suo stato di salute che non è più ottimo a causa di una lunga malattia iniziata nel luglio 2006 che lo ha costretto a numerosi interventi chirurgici oltre a dover abbandonare le sue cariche istituzionali.
L'annuncio di Castro alla rinuncia di qualsiasi carica istituzionale ha immediatamente fatto il giro del mondo ed ha portato con se le dichiarazioni di vari capi di stato; George W. Bush afferma che "la caduta di Fidel Castro deve dare inizio ad un periodo di transizione democratica che devono condurre obbligatoriamente a elezioni realmente libere e realmente giuste".
L'Unione Europea con in testa Spagna e Francia hanno sottolineato che il ritiro di Castro aprirà una fase di transizione politica che sfocerà nella democrazia reale ed una transizione economica che porterà Cuba all'economia di mercato.
Tutti coloro che hanno commentato il ritiro dalla vita politica di Castro hanno sottolineato che la fase di cambiamento a Cuba è iniziata nel momento in cui Il Leader Maximo ha reso pubblica la sua decisione, niente di più falso!
La transizione a Cuba è iniziata molto tempo prima; non nel luglio 2006 ,quando Fidel lasciò temporaneamente a suo fratello Raul la carica di Presidente del Consiglio di Stato, ma della fine del secolo scorso quando entrarono a far parte del suo staff giovani politici come Felipe Pérez Roque attuale Ministro degli Esteri e Ricardo Alarcon attuale presidente del Parlamento.
La successione è stata preparata senza roboanti annunci ma con molta attenzione mescolando la vecchia classe dirigente del paese caraibico (coloro che hanno combattuta la dittatura di Batista ed hanno fatto nascere la Rivoluzione) con quella giovane (uomini e donne nati dopo il 1959); adesso la Rivoluzione Cubana è all'inizio di un nuovo cammino, sicuramente impegnativo, e solo il tempo potrà dimostrare se il lavoro svolto da Fidel e Raul Castro insieme a gli altri "vecchi" rivoluzionari negli ultimi anni porterà ad un rinnovamento della politica di Cuba.
Fidel sa ed ha già scritto che "il cammino sarà sempre difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti" e che per la nuova era politica Cuba può "contare sull'autorità e l'esperienza per garantire il rimpiazzo; il nostro processo dispone anche di una generazione intermedia che ha imparato tutto da noi, tutti gli elementi della complessa e quasi inaccessibile arte di organizzare e dirigere una Rivoluzione".
La speranza è che "le riflessioni del compagno Fidel" vigilino e stimolino tutti coloro che avranno il bastone del comando a Cuba per ancora molti anni.
L'annuncio arriva a meno di una settimana dalla convocazione, del 24 febbraio, dell'assemblea nazionale che eleggerà il presidente del Consiglio di Stato e poco più di un mese dopo le elezioni che lo hanno visto rieletto nel parlamento cubano con un plebiscito.
Le motivazioni della sua rinuncia sono molteplici; in uno dei suoi numerosi interventi pubblicati da Granma Castro afferma: "Il mio dovere elementare non è afferrarmi agli incarichi e tanto meno ostacolare il passo a persone più giovani, senza apportare esperienze e idee il cui modesto valore proviene dall'epoca eccezionale che mi è toccato vivere". Un'altra motivazione importante riguarda il suo stato di salute che non è più ottimo a causa di una lunga malattia iniziata nel luglio 2006 che lo ha costretto a numerosi interventi chirurgici oltre a dover abbandonare le sue cariche istituzionali.
L'annuncio di Castro alla rinuncia di qualsiasi carica istituzionale ha immediatamente fatto il giro del mondo ed ha portato con se le dichiarazioni di vari capi di stato; George W. Bush afferma che "la caduta di Fidel Castro deve dare inizio ad un periodo di transizione democratica che devono condurre obbligatoriamente a elezioni realmente libere e realmente giuste".
L'Unione Europea con in testa Spagna e Francia hanno sottolineato che il ritiro di Castro aprirà una fase di transizione politica che sfocerà nella democrazia reale ed una transizione economica che porterà Cuba all'economia di mercato.
Tutti coloro che hanno commentato il ritiro dalla vita politica di Castro hanno sottolineato che la fase di cambiamento a Cuba è iniziata nel momento in cui Il Leader Maximo ha reso pubblica la sua decisione, niente di più falso!
La transizione a Cuba è iniziata molto tempo prima; non nel luglio 2006 ,quando Fidel lasciò temporaneamente a suo fratello Raul la carica di Presidente del Consiglio di Stato, ma della fine del secolo scorso quando entrarono a far parte del suo staff giovani politici come Felipe Pérez Roque attuale Ministro degli Esteri e Ricardo Alarcon attuale presidente del Parlamento.
La successione è stata preparata senza roboanti annunci ma con molta attenzione mescolando la vecchia classe dirigente del paese caraibico (coloro che hanno combattuta la dittatura di Batista ed hanno fatto nascere la Rivoluzione) con quella giovane (uomini e donne nati dopo il 1959); adesso la Rivoluzione Cubana è all'inizio di un nuovo cammino, sicuramente impegnativo, e solo il tempo potrà dimostrare se il lavoro svolto da Fidel e Raul Castro insieme a gli altri "vecchi" rivoluzionari negli ultimi anni porterà ad un rinnovamento della politica di Cuba.
Fidel sa ed ha già scritto che "il cammino sarà sempre difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti" e che per la nuova era politica Cuba può "contare sull'autorità e l'esperienza per garantire il rimpiazzo; il nostro processo dispone anche di una generazione intermedia che ha imparato tutto da noi, tutti gli elementi della complessa e quasi inaccessibile arte di organizzare e dirigere una Rivoluzione".
La speranza è che "le riflessioni del compagno Fidel" vigilino e stimolino tutti coloro che avranno il bastone del comando a Cuba per ancora molti anni.
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