A metà settembre una parte degli abitanti di Santiago sono scesi per le strade a protestare contro il governo non proprio socialista che sta proteggendo e sta dando impunità ai militari complici del genocidio della dittatura di Pinochet.
Il governo attuale non sta mantenendo quello che aveva promesso in campagna elettorale; il programma era chiaro giustizia contro i crimini della dittatura, equità sociale, aiuto alle fasce della popolazione più povere e la garanzia di una sanità ed una educazione di base per tutta la popolazione.
Per quanto riguarda l'educazione è da sottolineare l'interessante accordo tra lo stato cileno e Microsoft che da il monopolio del mondo informatico statale alla Corporazione di Bill Gates (per maggiori informazioni rimando al link http://www.gennarocarotenuto.it/public/post/colpo-di-stato-digitale-in-cile-michelle-bachelet-svende-il-paese-alla-microsoft-1220.asp).
La protesta si è velocemente estesa su tutto il territorio e rappresenta la voglia ed il bisogno di giustizia e piena democrazia che il popolo cileno ha aspetta da molto, attende da 35 anni 17 anni di tirannia (1973-1989) e 17 di frustrazione (1990-2007) con i vari governi di transizione che poco, anzi nulla, hanno fatto per dare giustizia ad un popolo vessato dalla dittatura e da un modello economico che li ha ridotti alla fame.
La protesta attuale lotta contro l'ingiustizia sociale e l'altissimo grado di disuguaglianza che esiste nel paese. Le manifestazioni contro l'immobilismo del governo "socialista" della signora Bachelet mettono alla luce i 35 anni di immobilismo dalla dittatura al governo socialista non sembra che sia cambiato gran che anche perché la signora Bachelet, figlia di un generale giustiziato dal dittatore Pinochet, adotta i metodi che sono stati del periodo più buio del suo paese reprimendo con i carabineros le manifestazioni che hanno richiamato sempre più folla. Alla fine di questa massiccia repressione si contano 650 arresti e circa 100 feriti negli scontri con i carabineros.
Questo è il nuovo progetto politico del governo socialista tanto sbandierato in campagna elettorale contro l'oligarchia militare della destra?
Per fortuna ancora oggi a distanza di molti, troppi anni, i cileni hanno voglia di riprendersi il rispetto e la giustizia che ancora tarda ad arrivare anche se si aspettava dal governo Bachelet il rispetto del programma presentato per le elezioni ma per adesso così non è. Forse gli scranni del parlamento di Santiago hanno contagiato il nuovo governo con i germi dei vecchi regimi?
Il governo attuale non sta mantenendo quello che aveva promesso in campagna elettorale; il programma era chiaro giustizia contro i crimini della dittatura, equità sociale, aiuto alle fasce della popolazione più povere e la garanzia di una sanità ed una educazione di base per tutta la popolazione.
Per quanto riguarda l'educazione è da sottolineare l'interessante accordo tra lo stato cileno e Microsoft che da il monopolio del mondo informatico statale alla Corporazione di Bill Gates (per maggiori informazioni rimando al link http://www.gennarocarotenuto.it/public/post/colpo-di-stato-digitale-in-cile-michelle-bachelet-svende-il-paese-alla-microsoft-1220.asp).
La protesta si è velocemente estesa su tutto il territorio e rappresenta la voglia ed il bisogno di giustizia e piena democrazia che il popolo cileno ha aspetta da molto, attende da 35 anni 17 anni di tirannia (1973-1989) e 17 di frustrazione (1990-2007) con i vari governi di transizione che poco, anzi nulla, hanno fatto per dare giustizia ad un popolo vessato dalla dittatura e da un modello economico che li ha ridotti alla fame.
La protesta attuale lotta contro l'ingiustizia sociale e l'altissimo grado di disuguaglianza che esiste nel paese. Le manifestazioni contro l'immobilismo del governo "socialista" della signora Bachelet mettono alla luce i 35 anni di immobilismo dalla dittatura al governo socialista non sembra che sia cambiato gran che anche perché la signora Bachelet, figlia di un generale giustiziato dal dittatore Pinochet, adotta i metodi che sono stati del periodo più buio del suo paese reprimendo con i carabineros le manifestazioni che hanno richiamato sempre più folla. Alla fine di questa massiccia repressione si contano 650 arresti e circa 100 feriti negli scontri con i carabineros.
Questo è il nuovo progetto politico del governo socialista tanto sbandierato in campagna elettorale contro l'oligarchia militare della destra?
Per fortuna ancora oggi a distanza di molti, troppi anni, i cileni hanno voglia di riprendersi il rispetto e la giustizia che ancora tarda ad arrivare anche se si aspettava dal governo Bachelet il rispetto del programma presentato per le elezioni ma per adesso così non è. Forse gli scranni del parlamento di Santiago hanno contagiato il nuovo governo con i germi dei vecchi regimi?
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