Il 4 Novembre in Guatemala si è svolto il ballottaggio per l'elezione del presidente della repubblica centro americana; i due canditati erano Alvaro Colom Unidad Nacional de la Esperanza (UNE, Socialdemocratico) ed il generale in pensione Pérez Molina, del Partido Patriota (PP, Destra).
Pérez Molina è un ex generale che ha frequentato la famigerata Scuola della Americhe da cui provengono i massimi esponenti della repressione che hanno solcato il continente latino americano; ha partecipato nel
1996 ai negoziati per porre fine alla guerra civile che imperversava da 30 anni nel paese. Durante la guerra civile e più precisamente negli anni '80 è stato accusato di non aver rispettato i diritti umani dei guerriglieri che combatteva. Nel 2000 ha abbandonato la carriera militare e poco dopo ha fondato il partito Patriota con il motto Mano dura, cabeza y corazón (pugno di ferro, cervello e cuore) per combattere la povertà e la criminalità del paese.
Alvaro Colom è il fratello maggiore dell'ex sindaco di Città del Guatemala che nel 1979 fu ucciso dai militari dopo aver creato un partito politico; dopo la laurea in ingegneria divenne il direttore del Fondo Nacional para la Paz (Fondo nazionale per la pace) e vice ministro dell'economia. Nel 2003 si presentò alla elezioni presidenziali ma fu sconfitto da Óscar Berger al ballottaggio. Il programma del suo governo si possono riassumere in 5 punti: lotta alla disoccupazione, lotta alla corruzione, lotta alla povertà (sia dal lato economico che culturale) , stabilità del paese e crescita economica o come riassume Colom "Trasformare il Guatemala".
La campagna elettorale che ha portato i due candidati al ballottaggio è stata segnata da numerose violenze ed intimidazioni, 55 persone vicine ai partiti della sinistra sono state assassinate ed ancora la polizia non ha un'idea di chi le abbia uccise, o meglio ancora cerca di affossare le indagini.
Il Sabato prima delle elezioni sono state rubate le schede per le votazioni per cui si pensa che ci possono essere dei brogli.
Nella notte tra il 4 ed il 5 novembre il Tribunal Supremo Electoral
(TSE) ha proclamato Alvaro Colom nuovo presidente del Guatemala con il 52% dei voti; il candidato uscito sconfitto ha riconosciuto la sua sconfitta e non si è appellato a nessuna congiura o broglio elettorale, come tanto si temeva alla vigilia del voto dato che la campagna elettorale ne aveva gettate le basi.
Le prime parole del neo presidente sono state un auspicio per il futuro in cui la politica sia indipendente dal militarismo, che fino ad oggi ha influenzato, ed in alcuni casi guidato, la politica.
Il primo nodo da risolvere, adesso che il Guatemala ha il primo presidente socialdemocratico della sua storia, è l'unità di intenti dei partiti che compongono la coalizione di governo che dovranno lavorare per realizzare il programma composto da pochi punti ma di grande difficoltà ed importanza.
Il Guatemala non deve essere "trasformato" come afferma Colom ma deve essere rifondato partendo dalla sua struttura sociale, che ancora rimane basata su un modello semi-feudale di latifondo, che mantiene il sistema delle classi e che alimenta il razzismo e la discriminazione. Lo stato è debole, e la politica fiscale è in mano ad una "cupola" composta da Comité Coordinador de Asociaciones Agrícolas, Comerciales, Industriales y Financieras (CACIF) e dai militari; per cui nel momento in cui Colom cercherà, se tenterà, di modificare la politica fiscale del paese, si scontrerà con questa "cupola" come è accaduto ad alcuni suoi predecessori. La politica economica dello stato deve, e ribadisco deve, essere modificata perché se così non sarà il Guatemala rimarrà uno stato oligarchico ed escludente.
Partendo dalla lotta alla povertà che uccide ancora troppi bambini, e che continua a creare emarginati perché non hanno un'istruzione ed un'assistenza sanitaria adeguata.
Ci sono due grandi incognite che provengono dalle promesse fattein campagna elettorale. La prima è la messa in moto di un processo di pacificazione interna dopo che il Guatemala ha vissuto circa 30 anni di guerra civile, per cui si dovranno istruire i processi contro coloro che hanno abusato dei loro poteri e/o hanno calpestato i diritti civili della popolazione oltre ad analizzare le cause che hanno portato al conflitto. Anche perché dopo il conflitto la giunta militare è stata sostituita da un governo civile che non ha modificato il modo di governare il paese ma ha fatto ricorso alla forza ed alla violenza.
L'altra incognita è il Trattato di Libero Commercio (TLC) che è stato stipulato con gli USA che rischia di stritolare la piccola economia del paese che non può sostenere la concorrenza delle aziende statunitensi.
La speranza è quella che il neo presidente che si insedierà nel 2008 riesca a mantenere i propositi espressi in campagna elettorale cercando di lavorare per il paese che deve uscire da un lungo periodo buio; la società guatemalteca si aspetta un netto cambio di rotta nella politica sociale del paese che ridia speranza alle persone che fino a poco tempo fa sono state ignorate se non addirittura vessate dalla politica!
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