venerdì 14 ottobre 2011

Perù: il problematico insediamento di Humala


Il 28 luglio 2011 si è ufficialmente insediato il nuovo presidente del Perù, Ollanta Humala.
Humala prima del suo insediamento aveva deciso di effettuare alcuni viaggi all'estero per cercare di intraprendere nuove alleanze (sia politiche che economiche). L'ultima tappa del suo viaggio (che lo ha portato in Venezuela, Messico e Cile) è stata Cuba dove ha incontrato Raul Castro. 

Il neo presidente deve far fronte ad una serie di scandali e polemiche che sono scoppiate in seno alla sua famiglia; le hanno portato ad un forte calo della sua popolarità scesa dal 70% al 40%.
Il primo scandalo in ordine di tempo vede protagonista il fratello minore ed imprenditore, Alexis, del neo presidente che ha effettuato un viaggio in Russia dove ha incontrato membri del governo e grandi aziende (tra le quali Gazprom con cui ha posto le basi per uno sviluppo di un progetto nucleare) i quali lo hanno ricevuto in qualità di inviato speciale del  presidente. 
Ollanta Humala ha diramato una nota con cui si affermava che fratello non è mai stao investito della carica di inviato speciale; ma l'ambasciata russa a Lima ha emesso, quasi contemporaneamente, un comunicato per precisare che il viaggio è stato richiesto ufficialmente dal Perù e che Alexis Humala è stato ricevuto come inviato speciale del neo presidente.
Altri problemi provengono dal padre, Isaac, che afferma la superiorità della razza andina rispetto alle altre popolazioni del paese; ma anche dal fratello Antauro, in carcere per aver organizzato un golpe nella città di Andahuaylas nel quale sono morti quattro poliziotti, che in una lettera aperta da suggerimenti ad Ollanta Humala sulla formazione del governo.

Le polemiche scoppiate dopo questi episodi hanno però permesso al presidente uscente, Garcia, di emanare indisturbato un'ultima scandalosa legge per favorire lo sviluppo del giacimento di  gas Camisea, nel Perù sud orientale, denunciata da Survival International.
Il S.I. rende noto che le riserve degli Indiani incontattati verranno aperte alle compagnie petrolifere che così potranno iniziare le esplorazioni del sottosuolo in cerca di gas e petrolio.
L'apertura delle riserve del Perù metterà a rischio l'esistenza di circa quindici tribù dell'Amazzonia che hanno scelto di resistere al contatto con l'esterno. 
Lo sviluppo del giacimento di Camisea mette a rischio gran parte della riserva Kugapakori-Nahua-Nanti dove vivono molte delle tribù incontattate.

Survival International per bocca del direttore generale, Stephen Corry, ha dichiarato: "Questa decisione è una mossa incredibilmente cinica da parte del governo uscente. Se saranno mantenuti questi tipi di programmi, il Dipartimento agli affari indiani non avrà più nessun Indiano di cui prendersi cura. L'apertura delle riserve delle tribù incontattate le porterà quasi certamente all'estinzione e se la nuova amministrazione ha intenzione di impegnarsi per proteggere i popoli indigeni, deve certamente abbandonare il progetto".

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