A distanza di 29 anni la strage del villaggio di Dos Erres compiuta da 16 militari guatemaltechi del gruppo Kaibiles sono stati arrestati quattro militari.
Nel massacro, commesso tra il 6 e l'8 dicembre 1982, di Dos Erres furono torturati ed uccisi 252 indigeni Maya.
Gli ex-militarii Daniel Martinez, Manuela Pop Sun e Reyes Collin sono stati condannati a 6060 anni di prigione ciascuno per omicidio e crimini contro l'umanità. Carlo Carias è stato condannato a 6 anni supplementari per furto aggravato.
A questi condanne si devono sommare gli altri sei ex-militari già in carcere e condannati a pene esemplari; sfortunatamente ci sono altri sei assassini a piede libero che devono essere processati per i crimini commessi.
Alla fine degli anni '70 ed inizio anni '80 la guerriglia delle Forze armate ribelli (Far) era molto attiva e radicata nell'area ed è per questo che l'esercito rispose con molta forza iniziando un'indottrinamento della popolazione contro i guerriglieri, costruendo un distaccamento a Las Cruces, cittadina vicina a Dos Erres, ed infine sostenendo i paramilitari della Patrullas de Autodefensa Civil (Pac).
Il golpe del febbraio 1982 portò al potere il generale José Efraín Ríos Montt che decise di reprimere la guerriglia; il Guatemala fu messo a ferro e fuoco ed in pochi mesi le vittime degli omicidi di massa erano incalcolabili.
Il 6 dicembre 16 militari, in borghese per non essere intecettati dai guerriglieri, irruppero a Dos Erres dove bloccarono tutte le vie di accesso e dove catturarono tutti gli abitanti del villaggio. Durante la notte furono torturati gli uomini ed alle otto del mattino arrivò l'ordine da parte del comandante del distaccamento de Las Cruces, Carlos Carías López, di uccidere tutti prigionieri ed alle due del pomeriggio iniziò l'esecuzione degli indio.
I bambini furono uccisi per primi, numerose ragazzini dai dodici ai quattordici anni furono violentate ed poi uccise; il massacro si con cluese con l'esecuzione delle donne e per ultimi gli uomini. Molti corpi furono gettati in un profondo pozzo e poi ricoperto di terra incuranti del fatto che alcuni indio erano ancora vivi; gli ultimi sopravvissuti furono uccisi poco distante dal villaggio ed abbandonati sotto il sole.
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