I mass media affermano che con le elezioni avvenute nel novembre 2009 l'Honduras è un paese democratico. Sempre secondo i mass media grazie a queste elezioni, che hanno designato Porfirio Lobo presidente del paese, si è superata l'empasse politica creata dal golpe del 28 giugno 2009; ma i media non ricordano che il processo elettorale è stato convocato e gestito dagli stessi golpisti.
L'Honduras non è un paese democratico; a testimonianza si possono portare numerosi e drammatici esempi che però non riusciamo mai a leggere sulle testate giornalistiche più diffuse. Il Frente Nacional contro el Golpe de Estado ha contato più di 160 gli esponenti della società civile uccisi in esecuzioni extragiudiziali, per mano di squadroni della morte e paramilitari coordinati dal regime, dal 28 giugno 2009.
Il Frente denuncia che una delle prime vittime del golpe sia stata la libertà di stampa con la chiusura di giornali, radio (Radio Globo) ed emittenti TV (Canale 36) che si opponevano, o meglio, raccontavano cosa effettivamente accadeva nel paese dal momento in cui il legittimo presidente Zelaya era stato deposto.
La libertà di stampa continua ad essere oggetto della repressione del finto governo democratico di Lobo con l'omicidio di cinque giornalisti avvenuti dal marzo 2010. Il primo marzo fu ucciso Joseph Hernández e ferita, nel solito agguato, la collega Carol Cabrera. Il 10 marzo è stata la volta di David Enrique Meza, il 15 marzo di Nahum Palacios Arteaga ed il 27 marzo sono stati assassinati José Bayardo Mairena e Manuel de Jesús Juárez. Mentre José Alemán è sfuggito ad un agguato ed è stato costretto a lasciare l'Honduras anche dopo essersi rivolto alle forze di polizia per chiedere protezione che gli hanno risposto di non essere in grado di garantirgli la sicurezza e che era meglio che fuggisse dal paese.
Il governo Lobo, "democraticamente eletto", ha nominato Billy Joya (fondatore delle truppe di elite "Cobra", veterano ed esponente del battaglione 3-16 creato dalla Cia per perseguire, torturare e far sparire migliaia di honduregni nella guerra sucia degli anni Ottanta) come consulente per la Sicurezza Nazionale. Joya ha lavorato anche a stretto contatto con l'ambasciatore e ufficiale della Cia John Negroponte che guidava dall'Honduras i Contras in Nicaragua.
La nomina di Joya, con il suo passato da torturatore degli oppositori politici, fa pensare ad una nuova strategia del terrore e persecuzione contro gli oppositori del golpe e del governo de facto; ad aumentare tale sospetto vi è anche il fatto che nessuna indagine è stata avviata per gli omicidi dei cinque giornalisti.
Il clima nel paese non è quello che i media vogliono farci credere ma la la resistenza honduregna manifesta ogni giorno il proprio dissenso ma il sostegno internazionale non è così forte come dovrebbe e, forse, è anche per questo che il governo golpista continua la sua opera repressiva.
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