Il 18 gennaio 2008 in El Salvador si sono tenute le elezioni comunali e quelle per il rinnovo del Parlamento unicamerale.
Il Fmln (il Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional) si è aggiudicato 35 seggi, tre in più rispetto alle elezioni precedenti, mentre il partito di destra ARENA (Alianza Republicana Nacionalista), da parecchi anni al governo, ne ha conquistati 32 perdendone due. I restanti 17 seggi saranno divisi tra il Partido de Conciliación Nacional (Pcn) con 11, il Partido Demócrata Cristiano (Pdc) con 5, il Partido Cambio Demócratico (Cd) e il Frente Demócratico Revolucionario (Fdr) con un seggio.
I due partiti che hanno ricevuto più seggi riusciranno a governare il paese solo se si alleeranno con le forze minori che sono presenti nel parlamento dato che la maggioranza semplice è di 43 seggi mentre quella qualificata, in grado di prendere decisioni nell'ambito legislativo, è di 56.
Nelle elezioni municipali il FMLN è passato dai precedenti 35 comuni agli attuali 95 un significativo balzo in avanti anche se va ricordato che la capitale, San Salvador, ha scelto, seppur per pochi voti, l'esponente di ARENA. ARENA nella precedente tornata elettorale vantava 148 municipi mentre adesso ne conta 121. Il PCN, partito di destra, ha ottenuto 33 comuni.
La giornata elettorale è stata caratterizzato da lunghe file ai seggi e nessun incidente, come invece le forze di polizia temevano; secondo i dati raccolti dell’Organizzazione nazionale della difesa dei diritti umani, nelle settimane prima del voto si sono verificate circa una ventina di azioni violente contro esponenti del Fmln che sono sfociate addirittura nell’uccisione di due suoi militanti nella provincia di Morazan.
Le elezioni e lo spoglio sono stati seguiti oltre che dai rappresentanti dei partiti anche dagli osservatori internazionali (OEA, Unione Europea, Ong ed altre organizzazioni) hanno riconosciuto la trasparenza e la correttezza del voto.
Questi risultati elettorali devono essere considerate un importante tappa di avvicinamento in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 15 marzo che vedranno sfidarsi il candidato del Fmln Mauricio Funes e quello di Arena Rodrigo Ávila.
Arena, il partito del presidente uscente Elias Antonio Saca, è dato in difficoltà dai sondaggi che lo vedono staccato di 15 punti rispetto al Fmln. Per la prima volta dalla fine della guerra civile, nel 1992, e dopo diciassette anni di governo della destra militarista di Arena, sembra che il Fmln possa insediare alla presidenza del paese il proprio candidato.
Dentro il partito di Arena è in atto uno scontro tra le varie correnti che cercano di mantenere le poltrone: da una parte la casta militare ed i latifondisti, dall'altra la nuova corrente delle lobby economico-finanziarie. Oltre ai conflitti interni Arena deve risollevare la propria immagine perché dalla popolazione è vista come il partito che si è prostrato davanti agli USA aderendo al Tlc (Trattato di Libero Commercio), che ha dato il via alla svendita dei settori delle telecomunicazioni, dell'energia, della fornitura d'acqua, un tempo pubblici, la cui privatizzazione ha portato a licenziamenti di massa.
Il candidato del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional nella sua campagna elettorale sta sottolineando gli interventi più importanti ed urgenti che vorrebbe attuare se eletto, a cominciare da misure in campo economico che limitino l’inflazione e creino nuovi posti di lavoro, aumentare il livello di sicurezza della popolazione, perseguire la corruzione, diminuire la forbice tra chi è ricco e chi è indigente.
Il 15 marzo con le elezioni presidenziali si potrà avere una svolta nella politica del Paese pronosticata anche dai sondaggi; anche se nelle le elezioni del 18 gennaio i sondaggi davano una netta vittoria del Flmn sia in Parlamento che nei comuni, ma il risultato finale non ha rispecchiato il pronostico.
Il Fmln (il Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional) si è aggiudicato 35 seggi, tre in più rispetto alle elezioni precedenti, mentre il partito di destra ARENA (Alianza Republicana Nacionalista), da parecchi anni al governo, ne ha conquistati 32 perdendone due. I restanti 17 seggi saranno divisi tra il Partido de Conciliación Nacional (Pcn) con 11, il Partido Demócrata Cristiano (Pdc) con 5, il Partido Cambio Demócratico (Cd) e il Frente Demócratico Revolucionario (Fdr) con un seggio.
I due partiti che hanno ricevuto più seggi riusciranno a governare il paese solo se si alleeranno con le forze minori che sono presenti nel parlamento dato che la maggioranza semplice è di 43 seggi mentre quella qualificata, in grado di prendere decisioni nell'ambito legislativo, è di 56.
Nelle elezioni municipali il FMLN è passato dai precedenti 35 comuni agli attuali 95 un significativo balzo in avanti anche se va ricordato che la capitale, San Salvador, ha scelto, seppur per pochi voti, l'esponente di ARENA. ARENA nella precedente tornata elettorale vantava 148 municipi mentre adesso ne conta 121. Il PCN, partito di destra, ha ottenuto 33 comuni.
La giornata elettorale è stata caratterizzato da lunghe file ai seggi e nessun incidente, come invece le forze di polizia temevano; secondo i dati raccolti dell’Organizzazione nazionale della difesa dei diritti umani, nelle settimane prima del voto si sono verificate circa una ventina di azioni violente contro esponenti del Fmln che sono sfociate addirittura nell’uccisione di due suoi militanti nella provincia di Morazan.
Le elezioni e lo spoglio sono stati seguiti oltre che dai rappresentanti dei partiti anche dagli osservatori internazionali (OEA, Unione Europea, Ong ed altre organizzazioni) hanno riconosciuto la trasparenza e la correttezza del voto.
Questi risultati elettorali devono essere considerate un importante tappa di avvicinamento in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 15 marzo che vedranno sfidarsi il candidato del Fmln Mauricio Funes e quello di Arena Rodrigo Ávila.
Arena, il partito del presidente uscente Elias Antonio Saca, è dato in difficoltà dai sondaggi che lo vedono staccato di 15 punti rispetto al Fmln. Per la prima volta dalla fine della guerra civile, nel 1992, e dopo diciassette anni di governo della destra militarista di Arena, sembra che il Fmln possa insediare alla presidenza del paese il proprio candidato.
Dentro il partito di Arena è in atto uno scontro tra le varie correnti che cercano di mantenere le poltrone: da una parte la casta militare ed i latifondisti, dall'altra la nuova corrente delle lobby economico-finanziarie. Oltre ai conflitti interni Arena deve risollevare la propria immagine perché dalla popolazione è vista come il partito che si è prostrato davanti agli USA aderendo al Tlc (Trattato di Libero Commercio), che ha dato il via alla svendita dei settori delle telecomunicazioni, dell'energia, della fornitura d'acqua, un tempo pubblici, la cui privatizzazione ha portato a licenziamenti di massa.
Il candidato del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional nella sua campagna elettorale sta sottolineando gli interventi più importanti ed urgenti che vorrebbe attuare se eletto, a cominciare da misure in campo economico che limitino l’inflazione e creino nuovi posti di lavoro, aumentare il livello di sicurezza della popolazione, perseguire la corruzione, diminuire la forbice tra chi è ricco e chi è indigente.
Il 15 marzo con le elezioni presidenziali si potrà avere una svolta nella politica del Paese pronosticata anche dai sondaggi; anche se nelle le elezioni del 18 gennaio i sondaggi davano una netta vittoria del Flmn sia in Parlamento che nei comuni, ma il risultato finale non ha rispecchiato il pronostico.
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