All'inizio del febbraio 2009 le FARC hanno rilasciato unilateralmente gli ultimi sei prigionieri politici. Questo rilascio è frutto di un lungo lavoro (circa sette mesi di contatti) svolto dall'associazione Colombiane e Colombiani per la pace; questa associazione è formata da un nutrito gruppo di intellettuali che hanno dato voce a circa centocinquantamila persone che desiderano la fine dell'uso della forza per risolvere il lungo conflitto tra FARC e Stato.
I prigionieri liberati sono: quattro rappresentanti della polizia, l'ex governatore liberale della regione del Meta Alan Jara ed il deputato Sigfrido López.
Sette anni fa López ed altri undici deputati furono sequestrati ma nel giugno del 2007 in circostanze ancora non chiare gli altri furono uccisi; alcune fonti parlano di un'operazione di un gruppo paramilitare, probabilmente statunitense, inviato per trattare il loro rilascio ma che durante lo scontro a fuoco tra le FARC ed i paramilitari uccise gli undici deputati mentre López si salvò perché era stato trasferito in un altro campo dei guerriglieri.
Jara dopo il suo rilascio ha parlato con i giornalisti ed ha dichiarato: "Parlando in tutta sincerità devo dire che penso che Uribe non abbia fatto nulla per la nostra libertà e che la sua attitudine non ha aiutato in nessun modo uno scambio umanitario. [...] Io mi azzardo a dire che sembra che al presidente Uribe convenga la situazione di guerra del paese e che, qui sta la perversione, alla guerriglia serva il presidente Uribe."
Anche López nelle sue dichiarazioni ai giornalisti è stato molto critico con Álvaro Uribe: "L’atteggiamento del presidente Uribe ha solo danneggiato le liberazioni, e boicottato lo scambio umanitario e la liberazione di prigionieri".
Dalle interviste rilasciate a caldo dagli ex-prigionieri e da altri dati raccolti sembra che le FARC abbiano ripreso coraggio e la loro macchina organizzativa e logistica sia sempre funzionante ed in ottima salute. La buona salute delle FARC è tangibile dato che continua l'arruolamento di giovani colombiani che per varie ragioni, come la totale mancanza di lavoro e di studio, preludio ad futuro senza opportunità, aderiscono alla guerriglia.
Lo stato di guerra tra il Governo Colombiano e la guerriglia dopo molti decenni di conflitto sembra che serva ad entrambe le forze per avere o ricercare una legittimazione ed un consenso popolare che forse non avrebbero se si avviasse un processo di pace, alla cui base ci dovrebbe essere lo scambio dei prigionieri ed un dialogo vero e vivo senza odio e preconcetti.
I prigionieri liberati sono: quattro rappresentanti della polizia, l'ex governatore liberale della regione del Meta Alan Jara ed il deputato Sigfrido López.
Sette anni fa López ed altri undici deputati furono sequestrati ma nel giugno del 2007 in circostanze ancora non chiare gli altri furono uccisi; alcune fonti parlano di un'operazione di un gruppo paramilitare, probabilmente statunitense, inviato per trattare il loro rilascio ma che durante lo scontro a fuoco tra le FARC ed i paramilitari uccise gli undici deputati mentre López si salvò perché era stato trasferito in un altro campo dei guerriglieri.
Jara dopo il suo rilascio ha parlato con i giornalisti ed ha dichiarato: "Parlando in tutta sincerità devo dire che penso che Uribe non abbia fatto nulla per la nostra libertà e che la sua attitudine non ha aiutato in nessun modo uno scambio umanitario. [...] Io mi azzardo a dire che sembra che al presidente Uribe convenga la situazione di guerra del paese e che, qui sta la perversione, alla guerriglia serva il presidente Uribe."
Anche López nelle sue dichiarazioni ai giornalisti è stato molto critico con Álvaro Uribe: "L’atteggiamento del presidente Uribe ha solo danneggiato le liberazioni, e boicottato lo scambio umanitario e la liberazione di prigionieri".
Dalle interviste rilasciate a caldo dagli ex-prigionieri e da altri dati raccolti sembra che le FARC abbiano ripreso coraggio e la loro macchina organizzativa e logistica sia sempre funzionante ed in ottima salute. La buona salute delle FARC è tangibile dato che continua l'arruolamento di giovani colombiani che per varie ragioni, come la totale mancanza di lavoro e di studio, preludio ad futuro senza opportunità, aderiscono alla guerriglia.
Lo stato di guerra tra il Governo Colombiano e la guerriglia dopo molti decenni di conflitto sembra che serva ad entrambe le forze per avere o ricercare una legittimazione ed un consenso popolare che forse non avrebbero se si avviasse un processo di pace, alla cui base ci dovrebbe essere lo scambio dei prigionieri ed un dialogo vero e vivo senza odio e preconcetti.
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