In Latino America l'integrazione tra Stati ha subito un'accelerazione da quando molti Paesi hanno deciso di eleggere capi di stato appartenenti alla sinistra.
A causa di questa virata del continente a sinistra negli ultimi tempi si è notato un ritorno alle battaglie politiche per l'autonomia di alcune regioni strategiche da sempre controllate dall'oligarchia neoliberista che è stata spogliata del potere e dell'enorme influenza che da sempre aveva.
Per cercare di recuperare potere e benefici che possedevano nel passato questi oligarchi hanno creato e preso il controllo dei movimenti secessionisti nelle regioni di Zulia (Venezuela), Santa Cruz (Bolivia) e Guayaquil (Ecuador).
Queste tre regioni, roccaforti storiche dei partiti di destra oggi neoliberisti sono ricchissimi di materie, prime come il petrolio o il gas naturale, ed ognuna di queste tre regioni sviluppa il maggior prodotto interno lordo dei propri paesi.
Chávez (presidente del Venezuela) in un discorso pubblico del primo maggio scorso ha affermato che "l'idea separatista nata nella regione di Zulia si sta espandendo e contagiando le regioni vicine di Táchira e Mérida. Tutto ciò è un male per il Venezuela e per gli enormi sforzi e progressi degli ultimi anni." Chávez è preoccupato che la spinta separatista si acceleri nel caso in cui l'opposizione vinca le elezioni regionali che si terranno a novembre del 2008, e per scongiurare questa eventualità ha affermato che "la sua coalizione deve vincere in tutte le regioni e municipi".
In Venezuela sembra che si stiano ripercorrendo le tappe che hanno portato la regione boliviana di Santa Cruz a votare il 4 di maggio del 2008 un referendum illegale che ha avuto il consenso del 83% dei votanti ma che ha avuto un percentuale altissima di astensionismo (circa il 45%).
Il presidente ecuadoriano Rafel Correa in più occasioni ha ricordato che già nel 2006 si era formato a Guayaquil la Confederación Internacional por la Libertad y la Autonomía Regional (Confilar) i cui maggiori sostenitori sono appunto le tre regioni che adesso cercano l'autonomia.
Correa crede che le oligarchie neoliberiste, non solo nella regione ecuadoriana di Guayaquil ma anche nelle altre regioni autonomiste del Latino America, non riuscendo a vincere le elezioni politiche, da alcuni anni cerchino di destabilizzare i governi legittimi e creare con la confusione generata dalle loro proteste stati indipendenti, in cui continuare a perseguire il neo liberismo e politiche imperialiste.
In questo momento particolare per le politiche neoliberiste sud americane che stanno perdendo il loro seguito risulta alquanto curioso che tre delle regioni più ricche di tre distinti Stati ricerchino contemporaneamente la via dell'autonomia: perché non hanno ricercato questa tanto agognata autonomia quando vi erano governi di destra e liberisti?
A causa di questa virata del continente a sinistra negli ultimi tempi si è notato un ritorno alle battaglie politiche per l'autonomia di alcune regioni strategiche da sempre controllate dall'oligarchia neoliberista che è stata spogliata del potere e dell'enorme influenza che da sempre aveva.
Per cercare di recuperare potere e benefici che possedevano nel passato questi oligarchi hanno creato e preso il controllo dei movimenti secessionisti nelle regioni di Zulia (Venezuela), Santa Cruz (Bolivia) e Guayaquil (Ecuador).
Queste tre regioni, roccaforti storiche dei partiti di destra oggi neoliberisti sono ricchissimi di materie, prime come il petrolio o il gas naturale, ed ognuna di queste tre regioni sviluppa il maggior prodotto interno lordo dei propri paesi.
Chávez (presidente del Venezuela) in un discorso pubblico del primo maggio scorso ha affermato che "l'idea separatista nata nella regione di Zulia si sta espandendo e contagiando le regioni vicine di Táchira e Mérida. Tutto ciò è un male per il Venezuela e per gli enormi sforzi e progressi degli ultimi anni." Chávez è preoccupato che la spinta separatista si acceleri nel caso in cui l'opposizione vinca le elezioni regionali che si terranno a novembre del 2008, e per scongiurare questa eventualità ha affermato che "la sua coalizione deve vincere in tutte le regioni e municipi".
In Venezuela sembra che si stiano ripercorrendo le tappe che hanno portato la regione boliviana di Santa Cruz a votare il 4 di maggio del 2008 un referendum illegale che ha avuto il consenso del 83% dei votanti ma che ha avuto un percentuale altissima di astensionismo (circa il 45%).
Il presidente ecuadoriano Rafel Correa in più occasioni ha ricordato che già nel 2006 si era formato a Guayaquil la Confederación Internacional por la Libertad y la Autonomía Regional (Confilar) i cui maggiori sostenitori sono appunto le tre regioni che adesso cercano l'autonomia.
Correa crede che le oligarchie neoliberiste, non solo nella regione ecuadoriana di Guayaquil ma anche nelle altre regioni autonomiste del Latino America, non riuscendo a vincere le elezioni politiche, da alcuni anni cerchino di destabilizzare i governi legittimi e creare con la confusione generata dalle loro proteste stati indipendenti, in cui continuare a perseguire il neo liberismo e politiche imperialiste.
In questo momento particolare per le politiche neoliberiste sud americane che stanno perdendo il loro seguito risulta alquanto curioso che tre delle regioni più ricche di tre distinti Stati ricerchino contemporaneamente la via dell'autonomia: perché non hanno ricercato questa tanto agognata autonomia quando vi erano governi di destra e liberisti?
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