In 110 giorni di sciopero della fame Patricia Troncoso ed i suoi compagni rischiando la propria vita sono riusciti a mobilitare molte persone, molte associazioni laiche e religiose. Dopo più di tre mesi di lotta la mobilitazione ha costretto il governo a concedere alcuni benefici carcerari e ad accettare alcune delle rivendicazioni mapuche; grazie a questa apertura lo sciopero della fame è stato sospeso.
Il vescovo Alejandro Goic, presidente della Conferenza episcopale cilena, ha avuto un ruolo importante nella mediazione tra il governo ed il gruppo di Patricia Troncoso.
Monsignor Goic afferma che "la causa mapuche è arrivata a toccare il cuore dei cileni. Le migliaia di persone che si sono mobilitate in diversi modi in distinte parti del mondo possono dire di aver salvato una grande vita, quella di una donna dalla grande dignità che merita tutto il rispetto per le sue convinzioni, una leader che unisce i popoli di fronte a uno Stato oppressore e superbo".
La speranza adesso è che il governo cileno continui il dialogo con i rappresentanti del popolo Mapuche affinché vengano riconosciute le ragioni di un popolo vessato da oltre 400 anni.
Il vescovo Alejandro Goic, presidente della Conferenza episcopale cilena, ha avuto un ruolo importante nella mediazione tra il governo ed il gruppo di Patricia Troncoso.
Monsignor Goic afferma che "la causa mapuche è arrivata a toccare il cuore dei cileni. Le migliaia di persone che si sono mobilitate in diversi modi in distinte parti del mondo possono dire di aver salvato una grande vita, quella di una donna dalla grande dignità che merita tutto il rispetto per le sue convinzioni, una leader che unisce i popoli di fronte a uno Stato oppressore e superbo".
La speranza adesso è che il governo cileno continui il dialogo con i rappresentanti del popolo Mapuche affinché vengano riconosciute le ragioni di un popolo vessato da oltre 400 anni.
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