Il 30 novembre 2014 il candidato del Frente Amplio, Tabaré Vázquez, ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali con il 52,8% dei voti contro il 40,5% del candidato conservatore Luis Alberto Lacalle Poub del Partido Nacional.
Il ballottaggio si era reso necessario perché al primo turno Tabaré Vázquez aveva avuto il 47,8% mentre Lacalle Poub si era fermato al 30,8% e Pedro Bordaberry del Partito Colorato, figlio del dittatore Juan María Bordaberry che guidò il colpo di stato del 1973, sotto il 15%.
La campagna elettorale di Vasquez si è basata sulla continuità del progetto politico iniziato dal suo predecessore Josè "Pepe" Mujica ed ha sottolineato la volontà di lavorare per aumentare l'inclusione democratica, migliorare i servizi pubblici, la formazione professionale dalla quale si avrà una maggior valore alla produzione manifatturiera ed infine proverà a consolidare l'apparato economico dal quale il governo reperirà le risorse economiche per migliorare ancora la giustizia sociale e la redistribuzione delle ricchezze.
Sempre durante la campagna elettorale Vasquez ha ventilato la possibilità, sembra sempre molto più concreta, di farsi affiancare, da un nome nuovo del panorama politico nazionale, nel suo mandato da Raul Fernando Sendic (figlio di uno dei grandi leader del Movimento di Liberazione Nazionale-Tuparamos) che potrebbe essere il nuovo vice-presidente e/o presidente del parlamento.
Oltre a questi punti di continuità con l'attuale presidente Josè "Pepe" Mujica (il cui mandato termina il 1 marzo 2015) vi sono alcuni aspetti che non lo fanno apprezzare completamente dall'elettorato più progressista, che ha sostenuto con forza Mujica durante il suo mandato, e riguardano le posizioni più conservatrici rispetto alla depenalizzazione dell’aborto, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso ed alla legalizzazione della marijuana. Questi punti molto probabilmente saranno oggetto di modifiche legislative e/o dei loro protocolli attuativi.
Lo sconfitto Luis Lacalle Pou (figlio dell’ex presidente Luis Alberto Lacalle dal 1990 al 1995) che governò il paese con un programma neoliberista) ha basato la sua campagna elettorale sul rinnovamento e sul dialogo politico.
I sui slogan sono che ha ripetuto come mantra durante gli incontri con la popolazione sono stati: "Uscire dall’Uruguay dell’assistenzialismo per entrare nel paese delle opportunità", "La povertà non solo genera vulnerabilità ma anche dipendenza e questa si combatte con l’educazione non con piani sociali" ed anche "deideologizzare le relazioni internazionali e aprire il paese agli investimenti stranieri". Andando oltre gli slogan politici il suo programma affonda le radici nella politica neoliberista la stessa politica che attuò suo padre e che portò l'Uruguay in una grave crisi economica e sociale.
Le conquiste degli ultimi anni hanno posto l'Uruguay sotto i riflettori perché di fatto è un vero e proprio "laboratorio politico" che ha saputo dimezzare l'inflazione e la povertà (oggi rispettivamente al 9% e 11%), migliorare l’istruzione, migliorare le politiche sociali e raddoppiare i salari ed il loro potere d'acquisto. Inoltre con gli intensi contatti che Mujica ha saputo tessere con le Presidentesse dell'Argentina e del Brasile, ed anche con Obama, sono stati importanti ed hanno fatto guadagnare molta credibilità ed importanza nello scenario politico internazionale. Per queste ragioni la vittoria di Tabaré Vázquez nelle presidenziali in Uruguay ha una rilevanza internazionale e pone grandi aspettative e pressioni sul neo presidente.
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