lunedì 5 marzo 2012

Buenos Aires: condannato Reynaldo Bignone


Il 29 dicembre 2011 il generale e dittatore Reynaldo Bignone è stato condannato a 15 anni di prigione (che sconterà ai domiciliari a causa della sua avanzata età) per crimini contro l’umanità commessi durante il periodo della dittatura (dal 1976 al 1983) in un centro di detensione clandestino che era all’interno di un ospedale pubblico di Posadas (situato nella periferia di Buenos Aires).

Il Tribunale federale oral 2 di Buenos Aires ha emesso questa condanna che si somma ai due ergastoli che Bignone aveva già ricuevuto in altri processi sempre legati a delitti di lesa umanità nel periodo della dittatura. Nel procedimento figuravano anche l’ex ufficiale dell’aeronautica Hipolito Rafael Mariani, condannato ad otto anni di carcere, e Luis Muina, condannato a tredici anni, per privazione della libertà e torture commesse su persone detenute illegalmente sempre nalla struttura sanitaria di Posadas.

Reynaldo Bignone
Bignone appoggiò il golpe di Rafael Videla del 24 marzo 1976 e prese parte alla repressione voluta da Videla, successivamente diventò il comandante della base militare di Campo de Mayo (vicino a Buenos Aires) che divenne, nel periodo della dittatura, un centro di detenzione clandestina e di tortura fondamentale per attuare "la guerra sucia".
Con la sconfitta dell'Argentina nella guerra delle Isole Malvinas, il 1 luglio 1982, Bignane sostituì il dittatore Leopoldo Galtieri, divenendo presidente dell’Argentina e traghettò il paese verso la democrazia. Durante la fase di transizione impose al neo eletto presidente, il radicale Raul Alfonsin, l'amnistia (dichiarata incostituzionale nel 2003 dal presidente Néstor Kirchner) in cui ordinava la distruzione di tutti i documenti sui detenuti, sulle torture da loro subite, sugli omicidi, sui desaparecidos e sulla sottrazioni dei neonati alle medri detenute.

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