In Bolivia il parlamento ha approvato a metà luglio 2010 gli ultimi cinque disegni di legge, denominati “ley de Autonomias” che completano l'attuazione della nuova costituzione, proposti dal governo Morales; le leggi riformano la giustizia, il processo elettorale, le autonomie dei dipartimenti, delle regioni, dei municipi e delle terre indio.
Le leggi approvate hanno scatenato l'immediata reazione degli oppositori del governo, soprattutto i 5 dipartimenti boliviani Pando, Beni, Tarija, Potosì e Santa Cruz, che accusano il maggior partito al governo (MAS) di aver aumentato i propri poteri passando dal controllo del governo al controllo totalitario del paese. Oltre allo scontro verbale i governatori delle cinque regioni hanno deciso di creare un movimento civile contro le nuove leggi e presenteranno al tribunale di La Paz un istanza di incostituzionalità delle leggi. "Ci mobiliteremo e scenderemo per le strade" ha detto uno dei responsabili del Comitè Civico de Santa Cruz, Nicolas Rivera.
La risposta del governo e del MAS non si è fatta attendere e si può riassumere nelle parole della deputata indio Emiliana Aiza che ha affermato: "Questa legge fa in modo che si riconoscano tutti: poveri, ricchi, donne e uomini.”.
Queste nuove leggi sanciscono un'innovazione nelle politiche sociali ed economiche del Paese, queste pongono l'accento sulle tradizioni delle popolazioni indigene che vivono da millenni le terre boliviane. Inoltre le popolazioni indio vengono rese parte fondamentale della vita politica e, soprattutto, sociale della Nazione; questa innovazione è importantissima visto che gli indio fino ad oggi non sono mai stati ascoltati e considerati veri e propri cittadini boliviani.
Si deve anche ricordare che la “ley de Autonomias” è composta da circa 160 articoli di cui 130 sono stati migliorati ed approvati con la collaborazione dell'opposizione parlamentare che adesso la rinnega completamente. Secondo alcuni importanti analisti politici gli articoli della “ley de Autonomias” segnano una trasformazione profonda nell'amministrazione dei dipartimenti che d'ora in avanti dovranno ”amministrare il loro sviluppo con solidarietà e unità nazionale.
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