La riserva naturale di Sierra La Laguna, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, nella Baja California Sur in Messico è minacciata dalla multinazionale statunitense Vista Gold che vuole creare una miniera a cielo aperto per estrarre l'oro presente dell'area.
La vicenda inizia nel 1997 quando la società canadese, Echo Bay, riuscì ad ottenere la concessione per effettuare uno studio sull'impatto ambientale che una miniera avrebbe causato e le relative prime esplorazioni dell'area.
Dal 1997 la situazione è variata, la Echo Bay ha venduto i diritti alla Vista Gold che attraverso la sua controllata messicana, Paredones Amarillos, sta cercando di abbreviare i tempi per l'apertura della miniera.
La compagnia Paredones Amarillos ha terminato la fase dell'esplorazione dell'area a metà gennaio; i dati reperiti confermano quelli dei primi carotaggi, effettuati a fine anni novanta, che stimavano le riserve di oro in circa quaranta/cinquanta tonnellate.
Le esplorazioni sono state rese possibili da un errore delle autorità ambientali, forse se indotto dalla corruzione di alcuni dirigenti, che hanno classificato le foreste come "aree destinate a speciale utilizzo".
Contro questo scempio ambientale si stanno battendo le popolazione e le associazioni della regione; il gruppo ecologista Agua vale mas que oro e Agua de Niparajá stanno cercando di bloccare la firma del governatore dello stato della Baja California Sud con una serie di iniziative legali, politiche ed attraverso i media locali e nazionali.
Pedro Zapata Morales, responsabile dell'organizzazione Agua de Niparajá, in merito alle azioni intraprese contro lo sfruttamento minerario ha dichiarato: "Utilizzeremo tutti gli strumenti giuridici in nostro possesso affinché il progetto venga cancellato, compresa la dichiarazione Onu del 1994, che considera la riserva di biosfera patrimonio dell'umanità"
Questo patrimonio dell'umanità, sarà cancellato, da migliaia di litri di cianuro, arsenico e acido solforico che serviranno ad estrarre l'oro dal materiale estratto dalla futura miniera.
Alcuni studiosi hanno calcolato che per estrarre quarantacinque tonnellate d'oro si produrranno, l'impresa produrrà undicimila tonnellate di scarti che inquineranno le foreste di conifere e querce. Inquinando questo habitat si inquineranno anche le falde sottostanti (Todos Santos, El Carrizal e La Paz) che riforniscono l'intera regione.
"Lottiamo per proteggere la nostra Sierra La Laguna. È una riserva di biosfera riconosciuta dall'Unesco patrimonio dell'umanità e la vogliono distruggere. Una miniera d'oro a cielo aperto, ecco cosa vogliono ricavare dal cuore del nostro paradiso, non curandosi del fatto che si tratti di un'attività altamente inquinante che metterà in pericolo l'intero ecosistema della regione. L'acqua sarà contaminata e la salute dell'uomo messa a rischio. Abbiamo bisogno di tutti, affinché l'attenzione della comunità internazionale costringa questa gente a rispettare le regole."
La vicenda inizia nel 1997 quando la società canadese, Echo Bay, riuscì ad ottenere la concessione per effettuare uno studio sull'impatto ambientale che una miniera avrebbe causato e le relative prime esplorazioni dell'area.
Dal 1997 la situazione è variata, la Echo Bay ha venduto i diritti alla Vista Gold che attraverso la sua controllata messicana, Paredones Amarillos, sta cercando di abbreviare i tempi per l'apertura della miniera.
La compagnia Paredones Amarillos ha terminato la fase dell'esplorazione dell'area a metà gennaio; i dati reperiti confermano quelli dei primi carotaggi, effettuati a fine anni novanta, che stimavano le riserve di oro in circa quaranta/cinquanta tonnellate.
Le esplorazioni sono state rese possibili da un errore delle autorità ambientali, forse se indotto dalla corruzione di alcuni dirigenti, che hanno classificato le foreste come "aree destinate a speciale utilizzo".
Contro questo scempio ambientale si stanno battendo le popolazione e le associazioni della regione; il gruppo ecologista Agua vale mas que oro e Agua de Niparajá stanno cercando di bloccare la firma del governatore dello stato della Baja California Sud con una serie di iniziative legali, politiche ed attraverso i media locali e nazionali.
Pedro Zapata Morales, responsabile dell'organizzazione Agua de Niparajá, in merito alle azioni intraprese contro lo sfruttamento minerario ha dichiarato: "Utilizzeremo tutti gli strumenti giuridici in nostro possesso affinché il progetto venga cancellato, compresa la dichiarazione Onu del 1994, che considera la riserva di biosfera patrimonio dell'umanità"
Questo patrimonio dell'umanità, sarà cancellato, da migliaia di litri di cianuro, arsenico e acido solforico che serviranno ad estrarre l'oro dal materiale estratto dalla futura miniera.
Alcuni studiosi hanno calcolato che per estrarre quarantacinque tonnellate d'oro si produrranno, l'impresa produrrà undicimila tonnellate di scarti che inquineranno le foreste di conifere e querce. Inquinando questo habitat si inquineranno anche le falde sottostanti (Todos Santos, El Carrizal e La Paz) che riforniscono l'intera regione.
"Lottiamo per proteggere la nostra Sierra La Laguna. È una riserva di biosfera riconosciuta dall'Unesco patrimonio dell'umanità e la vogliono distruggere. Una miniera d'oro a cielo aperto, ecco cosa vogliono ricavare dal cuore del nostro paradiso, non curandosi del fatto che si tratti di un'attività altamente inquinante che metterà in pericolo l'intero ecosistema della regione. L'acqua sarà contaminata e la salute dell'uomo messa a rischio. Abbiamo bisogno di tutti, affinché l'attenzione della comunità internazionale costringa questa gente a rispettare le regole."
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