A fine 2014 alla foce del fiume Brito in Nicaragua sono iniziati i lavori per il canale interoceanico tra l’Atlantico e il Pacifico.
Per adesso si sono partiti i lavori che serviranno a costruire strade, alloggi per i migliaia di lavoratori che saranno impegnati nell'opera; sono tutte opere preliminari in attesa dello studio di impatto ambientale che ancora non pronto. Lo studio è ancora in fase di elaborazione e sarà presentato entro maggio 2015 anche se molti esperti indipendenti ritengono che ritengono l’opera disastrosa per l’ambiente.
Uno dei nodi cruciali dal punto di vista ambientale sarà il lago Cocibolca, il secondo bacino lacustre per dimensioni più grande dell’America Latina, che verrà attraversato da tutte le navi per circa 105 km su un totale 280 km.
Il "Mar Dulce", così lo chiamavano i conquistadores spagnoli, è un patrimonio ambientale unico ed il passaggio delle imbarcazioni porterà violenti stravolgimenti alla flora e fauna.
Oltre alla distruzione di flora e fauna il canale stravolgerà la vita delle comunità indigene Miskito che saranno costrette a migrare perché le loro terre saranno invase da macchinari, operai e scarti delle lavorazioni.
A fronte delle proteste delle associazioni ambientaliste e delle popolazioni indigene ill governo nicaraguense e l’impresa cinese HKND, concessionaria del progetto, hanno presentato ai rappresentanti della Convenzione di Ramsar (la Convenzione di Ramsar è un accordo firmato nel 1971 da molti paesi, tra cui il Nicaragua, con le istituzioni scientifiche e organizzazioni internazionali per la conservazione e gestione delle zone umide e degli ecosistemi naturali) lo studio di impatto ambientale che l’opera potrebbe avere.
In questo studio sembra che la costruzione del canale impatterà solo marginalmente sulla riserva di San Miguelito, in quanto gli studi di fattibilità realizzati negli scorsi mesi avevano previsto di evitare qualsiasi tipo di danno all'ecosistema della zona.
Sul possibile impatto che la costruzione del canale potrebbe avere sulle zone umide che si trovano lungo il percorso previsto dal progetto il governo nicaraguense ha deciso, per di ridurre al minimo i probabili impatti sociali e ambientali, una modifica al percorso del canale. Questa modifica permetterà di evitare il passaggio delle navi vicino alla comunità di El Tule (una delle comunità più attive nel protestare contro la costruzione del canale interoceanico) e dell'area protetta di San Miguelito; questa variazione riduce da 175mila a 85mila gli ettari di territorio interessati dal progetto.
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