mercoledì 1 maggio 2013

Costa Rica: i lavoratori di Matas rivendicano i propri diritti


In Costa Rica vi è un'azienda nella provincia di Limón, la Matas de Costarica, che coltiva e vende piante ornamentali e che nega ogni più elementare diritto sindacale ai propri dipendenti.
L'azienda, secondo le dichiarazioni dei dipendenti e dei sindacati, sembra non abbia mai pagato gli straordinari, non abbia mai fornito attrezzature per la prevenzione degli infortuni e dalla fine del 2012 non paga nemmeno gli stipendi.
La Matas de Costarica utilizza normalmente forme di contratti a tempo determinato della durata di tre mesi perché, secondo i sindacati ed alcuni giornalisti indipendenti, così ha la possibilità di allontanare i lavoratori sindacalizzati, coloro scioperano o addirittura che si ribellano alla proprietà come è accaduto a numerose donne le quali hanno subito molestie sessuali; inoltre alle donne in stato interessante non gli viene rinnovato il contratto.
"Aquí a muchas para que las contrataran primero tenían que bajarse los calzoncitos" è il triste ed esplicativo "motto" delle donne che lavorano o hanno lavorato per la Matas.

La crescente esasperazione dei lavoratori ha portato a gennaio 2013 a numerosi scioperi, lo stato del Costa Rica non ha tardato ha dare il suo supporto all'azienda inviando agenti in tenuta antisommosa che hanno disperso i presidi ed arrestato i leader della protesta tenendoli in celle di isolamento senza cibo per alcuni giorni, tra di loro vi erano anche alcune donne incinte.
Matas dopo le prime proteste ha attuato una politica di licenziamento di coloro che avevano scioperato e  avevano contratti a tempo indeterminato anche se il Codice del lavoro costaricense prevede, per i casi in cui non vi sia giusta causa, l'obbligo per l’azienda di garantire la retribuzione, le mance, le ferie di cui non ha beneficiato dal momento del licenziamento illegale ed anche il preavviso retribuito fino all'interruzione del rapporto di lavoro.

Le proteste dei lavoratori hanno acceso i riflettori sullo stato dell'azienda; un'inchiesta giornalistica ha portato alla luce i debiti di Matas de Costarica (420 milioni di colones al Ministero del Tesoro, 300 alla Caja Costarricense se Seguro Social e 4000 milioni ai lavoratori), l'inchiesta ha portato ad una nuova ondata di proteste culminate nell'occupazione della Ruta 32, una delle vie di comunicazione più importanti per l’economia del paese, oltre all'occupazione dei terreni di Matas de Costarica.  

I lavoratori licenziati hanno deciso di costituire una cooperativa per richiedere all’Assemblea Legislativa ed alla presidentessa del paese (Laura Chinchilla), sul modello delle fabbriche argentine, l'assegnazione di una parte dei terreni dell'azienda come pagamento dei crediti che ancora vantano; in questo modo potrebbero continuare a produrre ed esportare piante ornamentali.
La risposta del governo è sintetizzata nella seguente frase di Luis Gómez, uno dei principali lider della cooperativa, che ha affermato: "Il governo perseguita i lavoratori che difendono i loro diritti, ma tollera i debiti delle grandi imprese", inoltre il governo continua a supportare Matas inviando agenti di polizia in borghese a perquisire i presidi e gli appartamenti dei manifestanti ed eseguire arresti intimidatori ai danni dei leder delle proteste.

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